Alberi in galleria da Salamon Fine Art con la mostra fotografica Arborgrammaticus di Tiziano Fratus, che si conclude con il dialogo tra autori “ Dalla Natura che amiamo”, dopodomani 14 giugno 2019 alle ore 17.
Come è stato una passeggiata silvestre per immagini il percorso espositivo in bianco e nero, così le camminate in alta montagna sono il principale elemento unificante di Mauro Garofalo, ospite narratore del finissage, e di Fratus, che hanno tratto ispirazione dall’ambiente naturale per lo sviluppo delle rispettive carriere.
Vocazione Homo radix
Il mondo di Fratus è con più insistenza, quasi esclusiva, dedicato al racconto degli alberi, viaggiatore per loro e grazie a loro, poeta prolifico e agitatore culturale per la loro salvaguardia.
Tra le sue numerose pubblicazione e collaborazioni ricordo la rubrica “Il cercatore d’alberi” su La Stampa, non perchè sia più rilevante della produzione in versi, raccolta di recente nel volume “Poesie Creaturali”, ma perchè l’espressione mi permette di arrivare senza soluzione di continuità al concetto di homo radix, ovvero di colui che trova un’identità nell’osservazione e nello studio degli alberi, “che ha trovato radice”, metaforica e concreta “viaggiando nel mondo”.Ed è proprio facendo visita ai luoghi casa delle piante monumentali che si snoda la sua attività di scrittore e poeta, come pure quella di fotografo.
Scoprire le testimonianze secolari nella loro magnificenza, significa anche seguire i loro muti insegnamenti, ossia praticare una meditazione totalmente immersiva nella Natura, soprattutto in paesaggi montani o foreste vetuste, elucubrare attraverso la dendrosofia, dal gr. δένδρον (déndron), «albero» e σοφία (sophìa), «sapienza, conoscenza, amore». E’ una delle parole chiave dell’universo dello scrittore, ma è realmente quella branca del sapere che sull’argomento degli alberi unisce storia, botanica, biologia, scienze forestali alla letteratura e all’antropologia.
Alberi secondo tre visioni
Questa “singolare figura di studioso consacrato alla pratica dell’alberografia e alla disciplina della dendrosofia”, come lo definisce Valerio Magrelli su La Repubblica, si mostra alla galleria Salamon attraverso immagini divise in tre percorsi geografici corrispondenti a tre suggestioni, o suggerimenti filosofici ( o dendrosofici) diversi.
Attraversando le foreste di conifera della California e delle Alpi, secondo una lettura più o meno ravvicinata, sempre senza perdere la centralità dell’unico soggetto, come voce muta individuale o corale.
Arborgrammaticus in mostra
Il titolo dell’esposizione da Salamon, Arborgrammaticus, è un neologismo, altro termine proveniente da quel dizionario per uomini radice, in continuo aggiornamento con l’ampliarsi delle esperienze meditative e di ricerca.
Come massimo ideale, bisonte bianco del dendrosofo, “Arborgrammaticus è il grande albero che regola la vita e il tempo, è il re della foresta, è Dio per gli uomini, memoria e testimone ultimo della storia di quel pezzo di mondo. Ci sono cercatori di alberi e uomini radice che li studiano, li ammirano, tentano di catturarne il canto”.
Buzzati nel bosco
Le foto in mostra sono divise in tre gruppi o percorsi di visita.
La prima, dall’entrata della galleria, è “Dino Buzzati è stato qui”. Si ritraggono momenti delle camminate sulle Dolomiti Bellunesi, dove l’autore sente L’eredità letteraria di Dino Buzzati, che tornava regolarmente in questo territorio e ne traeva parte della sua ispirazione. Un omaggio a questi Boschi con alcune viste aeree degli alberi tra“Speroni di roccia che si sollevano trionfanti nel paesaggio”.
Nel cuore della materia
La sezione mostra Grandi tronchi plurisecolari e millenari. Patriarchi della natura come sono stati descritti nel volume I giganti silenziosi. Possono farci considerare piccola la nostra esistenza come tratti in un disegno magniloquente. Una vastità in crescita per millenni, nel diametro del tronco, di un millimetro alla volta fino a trenta metri, e nell’altezza di cento metri o anche oltre. Questo accade di fronte ai Pinus sulle White Mountains californiane, ai circa tremila olivastri di Luras, in Sardegna, e al castagno dei cento cavalieri, sulle falde dell’Etna. Ancora lo stesso senso di sublime si prova vicino ai millenari larici sulle creste alpine, o ai loricati sulle cime del Pollino.
Boschi filosofici
Sono quelli italiani, “luoghi di nascita o di rinascita”, che accolsero storicamente mistici come S. Francesco o altri eremiti o “sognatori, cercatori di significato, audaci contemplativi”.
Foreste che permettono agli umani di trovare se stessi o riappacificarsi con il mondo, disintossicanti dalle nostre tensioni o difficoltà, che permettono attraverso il lento movimento del respiro e della contemplazione, di ritrovare una dimensione intima o vedere i problemi come piccoli elementi nel grande equilibrio naturale, come dei santuari della fede nel creato.
Vita e Morte in Natura
Il bianco e nero non esibisce soltanto una meraviglia verso ciò che riporta pace e armonia, questi scatti rappresentano nell’insieme un bosco mondiale con personalità di diverse latitudini, che cantano anche con la voce che a momenti è armonia e in altri è pianto rotto, o lamento sommesso. Gli Alberi recano cicatrici o spaccature a causa di fulmini, a volte sono erosi o sradicati, a volte invece rompono barriere di strutture imposte dall’uomo, mentre altrove convivono con la sua presenza e sono oggetto della sua meraviglia, possono manifestarsi come epifanie nell’oscurità o come delicate e fragili sineddoche della loro onnipresenza nei tempi attraverso foglie sparse dal vento o dettagli di cortecce come pelle vetusta.
Alcune parole ed immagini
Di Fratus avevo letto il testo introduttivo sul patrimonio dei grandi monumenti vegetali per la mostra Arborea presso il Muse di Trento ( 2017), un suggestivo confronto tra le incisioni di Federica Galli e gli scatti di Beth Moon. Il piccolo catalogo a cura della Fondazione dedicata all’incisora è stato un importante strumento di divulgazione scientifica, come lo fu la mostra, nella comprensione di cosa si intenda per albero monumentale, e di dove si possano incontrare nel mondo e in Italia.
Tra le diverse manifestazioni de location che hanno accolto le fotografia di Fratus segnalo Jersey Arts Center, Giardini Hanbury, Museo del Paesaggio, Museo di Scienze Naturali di Torino, Orto botanico di
Palermo, Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
Michela Ongaretti