Alessandro Borghese è stato l’atteso ospite dei talks di Affordable Art Fair a Milano, “last but not least” nell’insolita location dell’installazione Cosmonauti di Stefano Ogliari Badessi.
Il noto chef romano ha parlato con entusiasmo del rapporto tra arte e cucina, e di come l’arte si sia intrecciata alla sua storia umana e di professionista della creatività.
Alessandro Borghese- Il gusto della semplicità
Ha aperto da meno di un anno un nuovo ristorante a Milano, AB- Il lusso della semplicità, nel cuore di City Life, oltre che sede della società, la AB Normal – Eatertainment Company, con un’imponente presenza dell’arte contemporanea tra le sale.
Borghese ci racconta di come settimanalmente ci sia un vernissage con artisti italiani ed internazionali, e che la sua passione nasce dall’infanzia. La madre (l’attrice Barbara Bouchet), ha sempre frequentato il mondo dell’arte ed è una collezionista soprattutto del periodo liberty, di dipinti e sculture, inoltre il nonno era un fotografo ed esponeva nella sua dimora i suoi scatti. Dal padre viene invece la sua vocazione al gusto gastronomico durante i pasti domenicali, così che il suo approccio creativo è stato dato da “colore e arte”.
Forma e colore di gusto
Alessandro Borghese ha ricordato le sue prime esperienze lavorative sulla celebre nave da crociera Achille Lauro, molto diversa da quelle odierne, che ospitava mostre naviganti per i tre giorni di viaggio nel Mediterraneo.
Confrontando cucina e arte ci parla di ricerca fatta di abbinamento di elementi, sia formali che di gusto, iniziata dopo la formazione con le prime sperimentazioni, e che prosegue attraverso la materializzazione dell’idea delle pietanze, e del piatto che le contiene, nel disegno a chiaroscuro. Una ricerca formale e cromatica condotta negli anni, e che anche oggi Borghese invita la sua brigata di cucina a registrare su carta, perchè “prima il piatto va visualizzato”.
La sua creatività in cucina rientra nell’ottica di uno stimolo continuo dato dalle persone intorno a lui e dal bello, influenzato dalla musica o dall’osservazione dell’arte contemporanea, secondo lui ogni chef dovrebbe dedicare al connubio di gusti per “rendere felice chi lo mangia”.
L’arte gastronomica è una forma di miracolo, come può essere quello dello scultore o del pittore che si dona a colui che si innamora di quell’opera finale, e la fa diventare sua. Entrambe sono un momento di grande gioia, è qualcosa creato da qualcuno che ha dedicato del tempo per te, che in quell’attimo è suo ma che ad un certo punto deve essere lasciato andare. Io lo faccio ogni sera in maniera più veloce, mentre l’artista ci mette più tempo, ci vive insieme. Questa per me è l’arte.
Un piatto va capito come un’opera d’arte
Non è sempre facile: un piatto va capito come un’opera d’arte e a volte ci vuole del tempo perché questo accada. La promozione e la comunicazione del concetto alla sua base sono fondamentali: “Bisogna avere pazienza e saper spiegare e raccontare”, ma c’è anche da calcolare un fattore economico, legato al fatto che possa piacere ad altri, anche se è più vero per la cucina, “ ma anche questo è il bello della sperimentazione”.
Un esempio nei piatti di Alessandro Borghese? La “Guancia di tonno marinata”, non per tutti i palati per il suo sapore acidulato poi affumicato sulla brace…raccontando la storia del piatto viene amato, anche se non da tutti…ma senza esagerare, il cuoco come il critico non può insegnarti a mangiare o a gustare un’opera…
Una scelta ” di pancia”
Nella scelta delle opere d’arte per il suo ristorante Borghese si dichiara “di pancia”, anche se è interessato alla conoscere la storia della loro nascita, per avere un’idea del modo dell’artista di vedere il mondo e di manipolare la materia. “E’ come quando parlo io delle materie prime che amo e di come mi piace utilizzarle, ma l’arte resta una cosa d’impatto, o ti cattura oppure lascia indifferente”.
A Citylife Sono le opere sono sparse per l’ambiente, anche in cucina. All’entrata del ristorante c’è una scultura di Goldaniga, è “come un segno di abbraccio di benvenuto da quest’uomo di bronzo, che ti accoglie a braccia aperte, un messaggio di accoglienza che ho voluto dare, quindi l’ho comprata a fine mostra per farla restare”.
La selezione delle opere rispecchia quindi le sue passioni, e può essere decisiva la sintonia a pelle con l’artista, “un’empatia che si sente durante una chiacchierata e il piacere di vedere le sue opere nel ristorante, non è una cosa non troppo ragionata”. L’entusiasmo è una guida per Alessandro Borghese, e non viene da valutazioni di tipo economico o di investimento.
E’ bello perdersi in un’opera e riflettere, come è successo allo chef davanti ad un grande dipinto di una scena di circo ad Amsterdam. “E’ come dare una forchettata dietro l’altra ad un piatto, soltanto che quello finisce mentre il dipinto lo puoi ammirare a lungo”.
Arte contemporanea al ristorante
Si è già pensato in fase di progettazione di introdurre l’arte contemporanea nella location, e si sente l’influenza dei ricordi dell’Achille Lauro: “al primo piano ci sono 15 vetrate enormi sia sulla cucina che sulla sala, sembra il ponte di una nave, poi abbiamo pensato a dei richiami al verde dell’art decò che mi è sempre piaciuta”, e che è presente nel mobilio. “Pensando a offrire qualcosa di bello oltre che qualcosa da mangiare, il passo di inserire degli artisti è stato breve”.
Esporre da AB- Il gusto della semplicità ha un valore differente rispetto ad una galleria d’arte, lo chef e collezionista riconosce che il pubblico di una galleria possa essere più specializzato, però in un luogo di “eatertainment” e charme l’opera di un artista ha la possibilità di essere vista da un pubblico più vasto; la sua conoscenza diventa più diffusa, che gli artisti apprezzano questo vantaggio.
Borghese mi ha confermato di scegliere personalmente cosa esporre, perché quell’opera “La devo vedere dalla mattina alla sera e se non mi piace cucino malissimo”!
Gli artisti di Alessandro Borghese
Ha confermato suo gusto contemporaneo e versatile con nomi come Fabio Giampietro, Rodolfo Viola, Giuseppe Mastromatteo, Francesco Diluca, Dario Goldaniga, Ion Koman, Mario Battimiello, Alessandro Antonucci e Maurizio Cariati, sono stati in mostra presso “Alessandro Borghese – Il lusso della semplicità”. Ora è in corso la personale di Alessandro Spadari, fino alla fine di marzo.
Alessandro Borghese- Il lusso della semplicità si trova in via Belisario 3 a Milano
Michela Ongaretti