Desiderio in nove visioni d’incisione. Ospite il cinema

by Michela Ongaretti
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Desiderio in nove visioni incise. Inaugura il 13 dicembre la mostra L’immagine dei desideri presso Spazio Arte Tolomeo. Sonia Aloi, Debora Antonello, Matteo Bracciali, Pilar Dominguez , Isabella Dovera, Sara Montani, Mariachiara Pozzi, Caterina Rombolà, Pietro Sganzerla. Con i cortometraggi di Federico Osmo Tinelli. 

Che cos’è il desiderio? E’ senza dubbio un sentimento, è una leva. 

Solo i temerari della vita accettano di viverlo. Perché diciamolo, è un pò fastidioso. Non è facile liberarsene, ma qualcuno se lo tiene stretto, i temerari appunto, quelli che per lui rompono delle barriere. E’ un sentimento solitario, che sbaraglia altri sentimenti. Li sconfigge. 

Non è detto che sia spinto da pulsioni carnali, ma è scosso senza dubbio da passioni profonde. Così profonde che non sono di tutti, ma di ciascuno.

Desiderio in mostra presso Spazio Arte Tolomeo- Torchio Antonello

Desiderio in nove visioni incise. Il torchio di Debora Antonello

Il desiderio non si può abrogare, non si può guarire, anche se c’è chi riesce a rimuoverlo, esso ritorna in altre vesti, perché come sostiene Lacan scongiura le temibili spirali di pulsione di morte, potenzia la vita e il suo godimento svincolato dal narcisismo autistico dell’Uno. Esistere è desiderare, è cercare costantemente ciò che è mancanza dell’essere, o esserci, aspirazione a raggiungere l’Altro o l’Altrove. Esistere e quindi desiderare è incontenibile e incontentabile. 

Già Platone leggeva il desiderio come richiamo a sè dell’Altro data l’incompletezza innata dell’uomo, oggi diremmo strutturale, sempre con Lacan scopriamo questa struttura basata sulla relazione. Lo slancio vitale del desiderio si muove verso  il riconoscimento di ciò che nell’altro non troviamo in noi stessi, che non ci appartiene ma può legarsi al nostro essere. 

Desiderio in mostra presso Spazio Arte Tolomeo- Caterina Rombolà

Desiderio in nove visioni incise. Caterina Rombolà-Esclavage 33°14N 44 22E

Desiderio è rivoluzione

Per planare su una visione immaginifica mi piace ricordare il ragionamento mitologico e genealogico sul Desiderio di Platone secondo Umberto Galimberti. Platone non considera più Amore nato da Afrodite e Ares, rispettivamente intesi come sessualità per la procreazione e aggressività per la difesa della prole, ma lo fa generare da Penia, Povertà e da Poros, l’Ingegno. Desiderio è quindi mancanza, che può cercare il  superamento dalla condizione iniziale attraverso uno sforzo psichico e creativo. 

Il desiderio è quindi potenzialmente rivoluzionario, per citare Deleuze in un discorso di Galimberti, nel senso che vuole cambiare il mondo perchè non gli si addice. Ma se la forza del desiderio, come motore attivo dall’esistenza, è data dalla povertà. Oggi di cosa siamo poveri?

Desiderio in laboratorio d'incisione

Desiderio in nove visioni incise. Nel laboratorio di Mariachiara Pozzi

Gli incisori desiderano

E’ un universo ricco e squisitamente personale quello del desiderio. Sono mondi che ciascuno esplora con il proprio stile, e con i propri mezzi. Quel che so, quel che ho visto nell’arte non si separa dalla vita. Perchè per essere artisti bisogna essere uomini e donne, che si emozionano e ragionano, che si relazionano con i propri limiti tentando di scavalcarne la soglia per superare quella povertà: d’identità, di riconciliazione, di libertà d’espressione, di erotismo totalizzante.

L’immagine dei desideri

L’incisione come tutta l’arte è un canale materiale per approdare nella dimensione intima,  che può avere l’ambizione di tracciare una breccia nell’universale, ma resta un taglio inferto dal proprio punto di vista. L’incisione però ha in più, nella sua pratica che comprende irrimediabilmente una buona dose di artigianalità, la collaborazione e l’attesa di una rispondenza con l’idea, che può riservare sorprese nel prodotto finale. L’immagine è un desiderata.

Locandina della mostra L'immagine dei desideri.

Desiderio in mostra presso Spazio Arte Tolomeo. Locandina della mostra L’immagine dei desideri. Un percorso nel mondo dell’incisione

Quella che chiamiamo grafica d’arte è un insieme di tecniche antichissime che sono unificate dal procedimento a stampa manuale. Oggi ciò che arricchisce questa tradizione viva, anche se considerata di nicchia, poco esposta o rappresentata e troppo spesso associata ai nomi del passato, è la sperimentazione proprio in fase di stampa, che è uno dei momenti salienti nei quali l’artista spesso non è solo ma seguito da un esperto di questo procedimento rivelatorio.

Sonia Aloi

Tra le aspirazioni esistono anche gli slanci vitali terreni e carnali, è la controparte di un unico universo, dove cielo e terra convivono. Il punto di vista può estendersi anche intorno al desiderio più vicino e certamente più democratico, come quello erotico. Per la linea morbida ed epifanica di Sonia Aloi il desiderio è direttamente legato alla passione, al possesso e alla disponibilità. La pulsione istintuale che muove i suoi personaggi è in potenza di un incontro amoroso. La sua puntasecca esplora il corpo, nel momento in cui il pensiero si fa attuazione di una connessione con l’Altro. L’aspirazione carnale si manifesta in una visione compositiva che è narrazione, dove la tenerezza infantile di un pasticcino accompagna le gocce di sudore di chi si trova in the mood for love, per raccontare l’istinto ai desideri. 

Desiderio in mostra presso Spazio Arte Tolomeo- Sonia Aloi 2

Desiderio in nove visioni incise. Disegno prepraratorio per puntasecca di Sonia Aloi

Se il racconto è dinamico ed evocativo, le figure in potenza di agire nelle fluide movenze suggeriscono l’azione conseguente, posso aggiungere che l’ambiente che accoglie il corpo tende a fondersi con esso, ad esistere solo in quanto emanazione del suo erotismo.

Debora Antonello

Cosa ci dicono del desiderio le incisioni di Debora Antonello? Non si trova l’erotismo puro, che è comunque considerato un polo di connessione per l’artista. Se parliamo di ricongiungimento è quello tra due essenze presente in mostra per Antonello, tra l’essere fisico e quello spirituale, che genera quella bellezza rispondente ad un concetto etico: a risultare salvifico è anche ciò che è buono e rispettoso. Lontano dalla pazza folla, senza il rumore dell’apparenza sfacciata, si può tornare all’essenza delle nuvole, alla semplicità della corteccia, anche alla bellezza del corpo che porta in sé uno spirito. Imparare a desiderare ti allunga la vita di sette anni, ma in senso etico; un’ambizione individuale e non competitiva. 

Desiderio in mostra presso Spazio Arte Tolomeo- Debora Antonello

Desiderio in nove visioni incise. Sensi, tecnica mista di Debora Antonello

Alcune opere sono state prodotte inizialmente per il Giappone, dove maestri d’incisione hanno letto l’opera dell’incisora come sintesi zen, fatta di pulsioni in entrata e in uscita. Gli elementi naturali che risultano in essa trasfigurati seguono processi diversi a seconda del lavoro, perché le tecniche sperimentali hanno funzione espressiva forte per l’artista. Le incisioni possono essere su cartoni o su plexiglass, comprendere trattamenti con gesso e smalto, come pure la stampa si può giocare in maniera differenziata, e assolutamente originale.

Matteo Bracciali

Matteo Bracciali prende con leggerezza e disincanto i desideri umani. E’ soprattutto un disegnatore che sceglie l’incisione per dare un’ulteriore forza grafica ai complessi intrecci formali tra i suoi personaggi, nati attingendo a piene mani dal repertorio della Storia dell’Arte, con infiltrazioni nella cultura pop. Dal punto di vista tecnico i lavori in mostra sono frutto di una nuova sperimentazione, con la matrice a puntasecca stampata a torchio su carta fotografica, che riproduce i disegni originari.

Desiderio in mostra presso Spazio Arte Tolomeo- Matteo Bracciali

Desiderio in nove visioni incise. Opera di Matteo Bracciali in mostra

Sia nei disegni che nell’incisione finita il bianco e il nero hanno un valore grafico e compositivo, nell’equilibrio tra contrasto pieno e le aree a tratteggio più leggero. Ma vince l’oscurità. In effetti anche osservando il comportamento dei personaggi il mistero resta velato. Sembra che ci sia sempre una lotta titanica tra istinti alti e bassi, impersonificati nei diversi personaggi secondari beffardi dal mondo dei fumetti o dei cartoons ma non soltanto, che ghermiscono una figura principale, più aulica o d’ispirazione mitologica. Il desiderio per bracciali è di non avere desideri, forse perchè quelli dei suoi lavori non risultano affatto pacificati, ma sono sbalestrati tra la realtà e il sogno, in una dimensione di gioco e minaccia al contempo.

Pilar Dominguez

Uno sguardo poetico si può spingere anche in basso, molto in basso fino alle viscere della terra alla ricerca di un’identità. Pilar Dominguez da anni accompagna ai diversi soggetti delle sue incisioni quello del tombino urbano, realizzato con tecniche sovrapposte: parliamo di acquaforte, acquatinta e xilografia, infine illuminate. Se per Dominguez il desiderio è un impulso di ricerca verso un obiettivo, nella sua creatività incisoria quella ricerca è lenta, si affida ad un processo alchemico nella sua antica e misteriosa manipolazione di immagini riconoscibili e simboliche.

Desiderio in mostra presso Spazio Arte Tolomeo- Pilar Dominguez

Desiderio in nove visioni incise. Pilar Dominguez, Ombelico della città, Torino, xilografia e calcografia

I tombini sono come un’araldica della città, del suo genius loci che è sempre un’anima vitale. Il disegno su questi “ombelichi”, che viene spesso rielaborato dall’incisora, è impronta della personalità urbana riconoscibile. E’ inoltre segno di un passaggio, di un confine, dopo una nascita: tutti portiamo un ombelico come ogni città porta i tombini che riparano il fuori dal dentro, il sopra dal sotto. In tal senso il tombino ci porta nei sentieri del desiderio identitario di vivere l’esistenza accettandone gli umori nascosti, sotterranei.

Isabella Dovera

Isabella Dovera si dichiara ossessionata dalla figura umana, sia nelle incisioni che nella ricerca pittorica. La sua ispirazione è emotiva, e si gioca sul contrasto di bianco  e nero, due componenti che sono molto più di una tinta, sono tutti i colori e l’assenza di colore, la luce e il buio dell’anima. I binari del suo desiderio viaggiano verso l’utopia, perché per la sua poetica l’uomo è costantemente rivolto alla meta della propria autoaffermazione. Ma in questa aspirazione è più importante il processo, il percorso verso la meta, che il suo raggiungimento.

Desiderio in mostra presso Spazio Arte Tolomeo- Isabella Dovera

Desiderio in nove visioni incise. Isabella Dovera-Disturbi di frequenza 1′ 12,5×19,5, calcografia su carta

Se viviamo in una situazione bloccata dove tutti siamo soli nel superamento dei nostri limiti, quello che vediamo nelle sue incisioni è un uomo vitruviano al contrario, dove la legge della proporzione a sua misura non è mai sufficiente o pacificata. Quell’umano del Rinascimento che è stato geometria razionale e secondo natura per Le Corbusier con il suo modulor, qui esce trasfigurato, incastrato in leggi che si è costruito da sé e che dalle quali  cerca una rivalsa. Nell’anatomia oscura appare un Nosferatu con la sindrome di Icaro che cerca ossigeno fuori dalla sua crisalide, deformato dal desiderio di entrare in un nuovo mondo e modalità di espressione. 

Sara Montani

Secondo l’incisora Sara Montani, tutte le tecniche usate vengono dal collegamento tra l’uomo e la macchina, questa energia rilascia un messaggio. In mostra vediamo oggetti che imprigionano la donna, una gabbia bella e terribile al contempo per i reggiseni e i perizomi con reggicalze, realizzati a ceramolle con interventi di acquatinta, su alcuni è intervenuta con un tessuto per stampa a monotipo. Montani osserva il desiderio dal punto di vista femminile, il più  grande è quello contrastato di essere se stesse, mentre testimonia l’obbligo ad essere strumento di seduzione erotica.

Desiderio in mostra presso Spazio Arte Tolomeo- Sara Montani

Desiderio in nove visioni incise. Sara Montani, Sosia+d’ombra, ceramolle

L’archetipo, che colpisce invece l’immagine dei grembiuli e della fascia ombelicale del parto, è quello del ruolo domestico, dove lo stereotipo del ruolo di casa è forse più forte nel farsi prigione. L’aspetto tradizionale che unifica questi lavori come continuazione nell’esistenza in senso costruttivo è comunque il filo, elemento forte nella storia della donna. Sono oggetti reali a passare sotto il torchio perchè il suo fantasticare tra le tecniche allenta le distanze tra le aspirazioni e il mondo, perché lo scambio che intercorre nel processo disciplinare è quello tra arte e vita.

Mariachiara Pozzi

Mariachiara Pozzi lega il desiderio al senso di benessere, è una predisposizione al fare a portare felicità. L’incisione è un lungo percorso dall’idea alla sua materializzazione che richiede passione nella continua ricerca di ciò che la stampa rivela, con un risultato più controllato a seconda della conoscenza disciplinare. La necessità inventiva, l’urgenza visiva sono senza dubbio confacenti alla personale percezione emotiva ed estetica, che tende ad osservare negli elementi naturali la logica dell’aspirazione, la mappa mentale del desiderio umano, attraverso la sua geometria. 

Desiderio in mostra presso Spazio Arte Tolomeo- Mariachiara Pozzi

Desiderio in nove visioni incise. Mariachiara Pozzi al torchio

Che sia il cielo stellato o che si tratti dei tralicci armonicamente intrecciati di una vite, lo sguardo di Maria Chiara Pozzi in mostra è dal basso verso l’alto, è quello del terrestre che sogna l’infinito universo. 

Non sono solo metafore di un viaggio emozionale universale, ma spesso i luoghi da cui provengono sono legati a persone o momenti cari all’artista. Quel che è certo è che la memoria è essa stessa un viaggio, che può attivarsi attraverso dei talismani visivi. Sono questi impulsi fermati sulla carta con la fatica dell’incisione a silografia o acquaforte, a trasformarsi in grafica dopo il passaggio al torchio. La grafica di una vita può perpetuare la sua dichiarazione di esistenza nel lavoro, diventando essa stessa oggetto del desiderio, ormai condiviso da tutti coloro che osservando possono ricevere lo stesso piacere visivo ed emozionale.

Caterina Rombolà

Nelle incisioni di Caterina Rombolà la visone del desiderio è controversa. Sicuramente è un sentimento molto umano, che fa muovere le azioni e rende la vita ricca e illuminata, portata verso un obiettivo. Eppure l’artista si domanda se il desiderio sia davvero sempre il nostro, personale e individuale. La risposta è negativa perché, soprattutto in una società condizionata da modelli di felicità indotti, spesso siamo mossi da “desideri fallaci, desideri giocattolo”, aspirazioni a mondi che non ci appartengono davvero, nelle diverse culture mondiali.  Non siamo sempre consapevoli di questa imposizione a rispondere a certi modelli, così siamo spinti a continuare a seguire strade che ci portano lontani dalla nostra vera natura, ne restiamo incatenati perché non conosciamo il nostro volere profondo.

Desiderio in mostra presso Spazio Arte Tolomeo- Caterina Rombolà 2

Desiderio in nove visioni incise. Caterina Rombolà-The beauty

Nella serie di lavori in mostra, ad acquaforte, i desideri vengono smascherati in una figuralità visionaria. I personaggi rappresentati sono mostrati come condannati ad essere vittime di loro stessi, a causa di desideri camuffati, la necessità di apparire e sedurre non è amor proprio, ingannati, quando la bellezza è autodistruttiva, oppure sottratti e negati, quando la femminilità non è accettata come libera da stereotipi maschili. I desideri profondi sono invece liberi, appartengono a differenti  identità.

Pietro Sganzerla

Pietro Sganzerla fa uno studio antropologico sulla figura, nei ritratti serigrafici di persone legate ad una cultura originaria. C’è la volontà di studiare quello che potrebbe essere un andamento diverso della nostra storia, vista con gli occhi di chi ha una concezione del mondo della vita diversi dal nostro, lontano dallo  spreco e dal consumo, e c’è il desiderio di ricongiungimento con l’essenza più vera dell’uomo che è quella secondo natura. Dalle testimonianze su cui l’artista si è documentato si evince quanto gli indiani d’America fossero dipendenti in maniera strettissima dal territorio, la connessione con l’ambiente era totalizzante.Ad esempio ulilizzavano risorse pensando alla stessa possibilità delle sette generazioni successive.

Desiderio in mostra presso Spazio Arte Tolomeo- Pietro Sganzerla

Desiderio in nove visioni incise. Un ritratto indigeno di Pietro Sganzerla, serigrafia

Nelle opere di Sganzerla si nota lo sguardo accorato verso ciò che è la natura l’indigeneità della persona, perché noi oggi siamo cittadini ma formiamo comunque una tribù, portiamo avanti ciò che è ancestrale. Anche se viviamo nel cemento “veniamo tutti dalla terra e lì siamo destinati ad arrivare”. Abbiamo frenato la connessione ambientale mentre dal lontano passato possiamo imparare molto, per questo l’artista utilizza materiali riutilizzabili anche nella scultura, che spesso nasce dall’osservazione dell’arte africana o precolombiana. In senso più contemporaneo pensa che se l’indigeno usa la radice e la corteccia dell’albero, noi abbiamo lo scarto. 

In mostra il cinema di Osmo Tinelli

Sul territorio di confine, sull’aspirazione al cielo dalla terra, sul desiderio come condizione di ricerca e tormento mai pacificati vivono i cortometraggi visionari di Federico Osmo Tinelli. La nona più una personalità in mostra, per citare il titolo di un suo film, che si accosta all’universo grafico degli incisori, è un cineasta. Ha di buon grado accettato di dare ai visitatori uno stimolo visivo al tema, con una disciplina immateriale, complementare.

Desiderio in mostra presso Spazio Arte Tolomeo- Federico Osmo Tinelli

Desiderio nel cinema di Federico Osmo Tinelli. Frame del film I believe in the power of love

Se la parola “film” può tradursi in “pelle”, quest’ultima appartiene per metà al corpo e per metà al cielo, trovandosi tra il desiderio dell’uno e dell’altro, vive in un contraddittorio, una tensione tra appartenenze, così come questo cinema si fa tramite, in bilico tra il desiderio di incidere su entrambe le dimensioni, fisicità e sublimazione. In sala sarà possibile visionare Sally, Dressing Dreams, Jam Session e I believe in the power of love.

Michela Ongaretti

 

Coordinate mostra: 

L’immagine dei desideri, dal 13 al 20 dicembre 2019 

presso Spazio Arte Tolomeo, via Ampère 27, Milano

Vernissage 13 dicembre 2019 alle ore 18,30

Apertura: dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 19. Domenica dalle 14,30 alle 18,30

 

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