Una doppia esposizione attende il pubblico delle due sedi italiane della galleria Valentini e Maccacaro durante il Fuorisalone 2017, un viaggio primaverile sul doppio binario artistico di scultura e fotografia con Oki Izumi e Gianni Berengo Gardin. Il titolo è 4×10 giocando sulla serie di dieci pezzi d’autore accostati a dieci esemplari di design appartenente alla storia dell’uomo in due distanti aree geografiche e culturali, affini a quelle dei due protagonisti. Quattro serie provenienti da quattro universi legati all’esplorazione di un oggetto che trasforma la quotidianità di chi ne ha fatto uso nei secoli e continua ad essere funzionale ad un bisogno, il Vaso a Milano e le uniche nel mondo Roncole di Venezia a Verona.
Non poteva mancare in questo momento l’ispirazione al design, ma se a Milano la si può toccare con mano attraverso le opere in vetro dell’artista Oki Izumi in dialogo con i vasi neolitici cinesi, nella sede di Verona la visione sarà nella documentazione fotografica delle dieci immagini veneziane di Gianni Berengo Gardin, accostate all’esposizione di dieci roncole tradizionali, per chi non lo sapesse i remi delle gondole lagunari.
Entrambe le esposizioni, come sempre accade nella galleria Valentini e Maccararo, hanno l’intento e l’ambizione di esplorare le connessioni che legano Tradizione, Artigianato, Antiquariato, Arte, Design. Pane per i denti di Artscore e di tutti coloro che sanno scavare il terreno per superare confini imposti alle arti, ponendo lo sguardo e il cuore nel mezzo.
La Storia ci ha consegnato degli oggetti, durevoli e necessari, costruiti dagli artigiani prima della codificazione del ruolo del designer, in grado di sviluppare anche una ricerca sull’estetica della loro forma. Sugli stessi oggetti in seguito si sono registrati interventi degli artisti, coloro che prima del sedicesimo secolo non erano affatto separati dai primi artigiani, suddivisi non in ordine di valore ma di disciplina come potevano essere i vetrai e gli scalpellini. Poi la prima modernità, quella del rinascimento maturo, ha voluto definire artista chi trasformava in immagine un’idea separando nettamente i ruoli, ed eccoci nel Novecento dove finalmente la cultura del progetto ha riavvicinato gli ambiti, permettendo all’idea di entrare nel mondo dell’artigianato, di comandare una forma nata da un impulso creativo personale e unico. Però il designer decide cosa e come costruire soprattutto attraverso gli strumenti dell’industria, fino a quando le menti più sensibili e attente hanno iniziato ad introdurre programmaticamente la produzione artigianale, il know how millenario inizia a definire estetica e unicità. E’ questa la tendenza degli ultimi anni, quella del recupero di una antenata tradizione.
Di questa antichità hanno respirato i vasi cinesi in mostra a Milano, ben prima del design e persino prima della definizione tecnica di un artigianato consapevole, ma elemento principe della trasformazione descritta. Da sempre l’uomo ha avuto bisogno di cose per riporre altre cose, e la storia del design del Vaso ci può raccontare lo sviluppo nel gusto e per la necessità. Non solo i progettisti ma anche gli artisti lo hanno esplorato nel suo concetto formale, e la scultrice Oki Izumi rappresenta un prestigioso esempio di chi si nutre di struttura materica ed eleganza per un discorso estetico, operando nel panorama artistico italiano ed internazionale e residente a Milano da moltissimi anni.
La semplicità della forma del vaso neolitico, qui una serie proveniente dalla Cina Occidentale, riflette il suo utilizzo pratico ma sconfina nella ricerca, nella tensione al bello degli ignoti artigiani mediante la dipintura della terracotta, con un ampio repertorio decorativo astratto e ornamentale. Oggi con Ōki Izumi è la materia costitutiva stessa del vaso a determinare un’estetica: attraverso una tecnica artigianale, usando esclusivamente lastre di vetro industriale, opera una sintesi di grande eleganza formale che esprime l’essenza del fare arte contemporanea, erede della cultura di origine giapponese ma anche frutto del senso della preziosità nel bello dell’oggetto italiano.
Le roncole sono un pò meno antiche ma rendono la quintessenza di Venezia, città che da millenni si identifica con i suoi canali. Città dove la decorazione delle facciate e la storicità dei palazzi convivono quotidianamente con la necessità funzionale di restare letteralmente a galla, utilizzando al meglio gli strumenti della modernità senza potersi emancipare facilmente dal preesistente. Non è un desiderio, Venezia trae la sua forza e la sua bellezza dalla sua fragilità, e ne è consapevole. La sua architettura continua a costruire le sue fondamenta sull’acqua, talvolta pericolo talvolta salvezza, quel che è certo è che l’acqua è la protagonista del bisogno sociale di spostarsi. In quella città l’acqua è la strada, e le imbarcazioni le sue auto. Per questo motivo nella sede veneta di Valentini e Maccacaro sono presenti i dieci esemplari di Forcole e Gianni Berengo Gardin, fotografo che ha fatto la storia della fotografia italiana e il cui obiettivo da sempre ha avuto una relazione fortissima con Venezia.
Parliamo di oggetti davvero unici con il loro design inconfondibile, che esistono solo grazie alla perizia di maestranze artigiane, i maestri remeri costituitisi in laboratori, testimoni di saperi millenari. E’ lo strumento che si identifica col suo proprietario perché raramente un gondoliere se ne separa o la mette in vendita. Una ricerca appassionante lunga anni ha permesso la presentazione veronese di questo strumento, frutto unicamente esistente grazie agli artigiani lagunari per la funzionalità della vita sull’acqua lagunare, la stessa che ritrae Berengo Gardin con la poesia di chi si ferma davanti alla vibrazione della bellezza, con l’intensità di chi capisce il retroscena sentimentale di quel grande teatro appoggiato sul Mare e sulla Storia.
La Design Week di aprile deve iniziare a trasformarsi, se non vuole diventare un ripetitivo concentrato di esemplari, deve andare oltre il design come siamo abituato a vederlo. Per questo vi invitiamo alla mostra 4×10: presso le due sedi della galleria Valentini e Maccacaro il milanese Fuorisalone 2017 suopera due confini, quello geografico e quello del disegno industriale.
Michela Ongaretti
Galleria Valentini e Maccacaro
MILANO
10 vasi neolitici cinesi – 10 opere di Ōki Izumi
Dal 4 aprile al 29 aprile
Corso Magenta 52
VERONA
10 FORCOLE – 10 foto di Berengo Gardin
Dall’ 8 aprile al 29 aprile
Corso Santa Anastasia 25