Anche per questo Fuorisalone 2017 non può mancare una visita all’Orto Botanico di Brera. Merita sempre, ma ora è il momento migliore, sia per le splendide fioriture che per la speciale esposizione di Interni. Materiale Immaterial che anima la città per due settimane da quella del Salone del Mobile. Il 2017 celebra i vent’anni del Fuorisalone come evento nato per iniziativa di Interni, la rivista internazionale dedicata al design che ha contribuito quattro anni fa alla ristrutturazione dell’Orto Botanico, per restituirlo alla città come oasi verde fruibile in ogni stagione, sede di attività didattiche e scientifiche.
Per visitare la mostra evento DESIGN ISLANDS all’Orto Botanico di Brera avete tempo fino al 15 aprile, dove potrete ammirare le sculture e installazioni realizzate dalle aziende partner , parte del grande progetto espositivo INTERNI MATERIAL IMMATERIAL diviso quest’anno in tre sedi cittadine: L’Università degli Studi di Milano ( Ex Cà Granda) nel cortile principale e nei suoi chiostri del XVI secolo, Audi City Lab nell’ex seminario arcivescovile del XVI secolo in Corso Venezia 11, e il recuperato Orto Botanico di Brera del XVIII secolo.
DESIGN ISLAND nel giardino di Brera è in effetti costituito da quattro interventi eterogenei, con l’intento di valorizzare la location e i prodotti di quattro aziende.
Venice. Prezioso Quotidiano di Fratelli Guzzini e costituito da: un allestimento curato da Marco Pareschi, sculture di Antonio Gramegna, Mariano Moroni, Ermenegildo Pannocchia e Caterina Tosoni.
MyIsle, the Outdoor Gym Sculpture progettato da Alfredo Tasca e Alberto Mattiello con Metalco Active,
The Garden of Senses del designer Marco Acerbis con Talenti,
Pigmenti Open-air di Marco Merendi e Diego Vencato con Gypsum.
Tutta l’illuminazione di Design Island è a cura di iGuzzini Illuminazione.
Gli interventi sono nati nati dall’intesa profonda tra progettisti, artisti e aziende partner che hanno compreso l’’idea creativa e hanno fornito gli strumenti adeguati per realizzarla. E’ l’esplorazione suggerita dal tema portante di tutta la manifestazione di Interni per il Fuorisalone 2017 Material Immaterial: la doppia anima del progetto costituito dall’essenza materiale e fisica che rende concreta la seconda componente, la necessaria dimensione immateriale dell’Idea, quella fatta di pensiero e cultura del designer e dell’architetto.
E’ soprattutto la componente immateriale della creazione che si avvale dell’utilizzo sempre in evoluzione delle tecnologie digitali, e che viene spesso condizionato dalle realtà virtuali, ma questa è un’altra storia, e verrà raccontata dai visitatori dei Chiostri dell’Università Statale. Qui all’Orto Botanico di Brera il lavoro sulle metodologie realizzative, e sull’utilizzo di materiali adeguati ad un effetto, e’ subordinato all’intento di mostrare come il design possa dare un aspetto di preziosità ai momenti vissuti nella quotidiana esistenza. Tutte le persone ogni giorno svolgono azioni nella convivialità, per il benessere personale, nelle relazioni e nel rapporto con la Natura. Soprattutto quest’ultimo risente dello spirito dell’epoca e le sue dinamiche per come si vedono e si possono analizzare: il nostro modo di vivere all’aria aperta e confrontarci con l’ambiente naturale non sono le stesse di cento, cinquanta, o anche solo vent’anni fa. La popolazione del pianeta ha iniziato a voler prendersi cura del suo ospite, dopo secoli di sfruttamento incontrollato delle sue risorse.
Il rapporto con un contesto storico e naturalistico eccezionale come l’Orto Botanico di Brera respira quindi insieme allo slancio estetico dei protagonisti al Fuorisalone 2017 di Interni, quello verso creazioni che rendano la vita non ordinaria ma preziosa nelle sue semplici azioni quotidiane.
Durante la conferenza stampa di presentazione di Design Island, alla presenza della direttrice della rivista Gilda Bojardi e del moderatore Philippe Daverio, abbiamo scoperto da vicino i cinque progetti allestitivi dalle parole di chi li ha resi possibili, progettisti e aziende. Artscore si concentra sulle osservazioni più illuminanti.
Per Venice. Prezioso quotidiano si utilizza un prodotto come se fosse un materiale, la nuova linea di Guzzini Venice. Ad essere interpretato è proprio l’effetto del materiale sintetico che oggi può eguagliare in bellezza e trasparenza il cristallo, perciò le quattro sculture e l’installazione all’ingresso del giardino trasformano in oggetti preziosi emanatori di luce e riflessi gli oggetti di uso quotidiano della produzione di Guzzini, tazze, tazzine, vassoi e coppette. Ma non finisce qui: l’esperienza, questo progetto per il Fuorisalone 2017 è solo il primo di un programma pluriennale di ricerca portato avanti dai Fratelli Guzzini, Art To be Used.
Venice. Prezioso quotidiano è l’intervento più sperimentale e di contaminazione tra creatività artistica e progettazione, per questo più interessante per Artscore.
Antonio Gramegna afferma di aver cercato la relazione tra il pubblico e il luogo lavorando sulla percezione visiva. La scultura ANOTHER SPRING vuole infatti portare il visitatore sul confine di reale e immaginario, crea un luogo di inclusione ed esclusione nel verde e permette di entrare fisicamente al suo interno, dove tazze e piattini in policarbonato, con le decorazioni della loro superficie diventano oblò: sono un filtro deformante che “genera meraviglia nell’osservare i luoghi da un punto di vista nascosto”, insieme ad una sensazione ovattata anche dal punto di vista sonoro.
Marco Pareschi non è un designer ma un comunicatore per la strategia delle imprese. Trova che il suo punto comune a questo consesso di artisti sia quello di lavorare tutti con le metafore, e giocando con le antinomie di Material Immaterial le parole più centrate a spiegare il concetto sono state per lui progetto e oggetto, che colloca in un ideale confronto sia semantico che spaziale con SOTTOSOPRA: l’immateriale ed etereo rappresentato dalla linea Venice e sospesa sopra ad una tavola imbandita che rappresenta l’oggetto, presenti vari elementi che si riferiscono a diverse culture di cui Venice è il filo conduttore. L’installazione andrebbe vista di sera quando la luce è direzionata per far ricadere l’immateriale sul materiale attraverso la sua sagoma creata dall’ombra.
Ermenegildo Pannocchia realizza all’Orto Botanico LA FINESTRA. Considerando la scultura come azione diretta sulla materia è stato ancor più divertente per l’artista giocare con qualcosa che non esisteva prima che lo ha spinto ad andare oltre alle sue tematiche peculiari per dare un senso immateriale e ideale a Venice. Il cristallo, ora policarbonato è la luce di Venezia vista dalle sue finestre. Per questo attraverso le fusione delle componenti ben riconoscibili di Venice Pannocchia crea una finestra che si interpone tra l’occhio e l’orizzonte all’orto botanico.
Mariano Moroni reinterpreta da sempre oggetti della produzione industriale, come qui con LIQUID TOWER. Per Venice il riferimento è una certa vetreria veneziana anni 30-40 anche se le bolle decorative sono oggi solo grafiche e questo acrilico regala qualcosa in più nei riflessi platino, ed è meno opaco. Tutto questo si manifesta nei bicchieri che hanno una decorazione su una forma fluida, suggeriscono l’idea immateriale di liquido e sono fatti per contenere fisicamente un liquido. Ecco la Torre Liquida, piccola architettura che nasce dall’accumulo di elementi essi stessi liquidi con una speciale trasparenza.
Caterina Tosoni ha eseguito interamente INTRECCI DI LUCE nella fabbrica dei Fratelli Guzzini di Macerata. La scultrice normalmente utilizza oggetti piccoli di plastica colorato: stavolta si deve confrontare con materiale trasparente. La materialità di Venice è trasferita alla scultura per la sua robustezza al contempo eterea, che dona alla forma l’irregolarità del diamante grezzo, mentre immaterialità appare avvicinandoci alla scultura per scoprire la regolarità dei fori, le superfici quasi a specchio della luminosità scientifica e spettacolare della trasparenza.
Anche il benessere personale, quello consapevole della cura di corpo sano in una mente sana, può essere favorito da un buon design e immerso nella natura per potenziarne i benefici.
Alfredo Tasca parla del progetto suo e Alberto Mattiello per l’isola per il fitness MyIsle come un componente di una famiglia di progetti, per aiutare le persone a fare esercizio all’aria aperta, ideale per giardini e parchi privati, all’inizio di un cammino di sviluppo per Metalco. Nel 2016 sempre all’orto botanico è stata presentato in anteprima l’albero per il fitness MyEquilibrium con Interni Open Borders
Oggi passiamo molto tempo al chiuso ma cerchiamo sempre più i vantaggi della vita a contatto con la natura, l’obiettivo è quello di portare diverse attività dallo spazio chiuso a quello aperto, a partire da quella sportiva.
Le strutture in cemento e metallo all’Orto Botanico si basano sui concetti di connessione con l’ambiente esterno ma anche di riconnessione con gli altri perché nel perimetro, per arrivare alla riconnessione con se stessi, fulcro dello sviluppo del tema Materia-Immaterial, con il corrispettivo materiale del peso corporeo che ci fa allenare, il body weight training su cui si basano gli esercizi da fare con le macchine.
L’outdoor è sempre un must del Fuorisalone milanese, che mostra il design di arredi per un soggiorno confortevole en-plein air come quello che forma The garden of Senses con sedie, dondoli, lampade e tavolini disegnati da Marco Acerbis.
Cercare di rilassarsi in un parco è una situazione fisica ma che ti permette di liberare la mente per liberare il pensiero, rilassarsi è un’azione mentale, immateriale. E’ interessante sapere che il progettista si sia reso conto di come l’allestimento degli arredi, a cui è aggiunto un tappeto che attutisce i rumori del camminamento del parco donando ancora più relax alle sedute, in un certo senso cambi il senso di una visita all’Orto Botanico. Quello che è nato come luogo di studio, di osservazione delle specie di piante presenti, per una settimana diventa altro grazie al lavoro per Talenti: si nutre un contrasto tra il luogo ospite e i divani facendo si che le persone cambino il loro punto di vista da in piedi e in movimento a sedute mentre vedono tutto quello che accade intorno, sono testimoni ma osservati da altri visitatori che osservano il design che li contiene.
Gypsum ha prodotto cementi colorati che per Pigmenti open Air si sono trasformati in oggetti d’arredo, grazie a Marco Merendi e Diego Vencato che hanno lavorato sul materiale rivelatore di inedite e impensabili qualità estetiche e tattili.
Pare adattarsi al grande potere rigenerante della Natura la scelta di una composizione quasi smaterializzata, che recupera una sintonia dell’uomo con il verde mimetizzandosi tra le fronde, favorendo un ulteriore rallentamento o una sosta.
Per Merendi era importante entrare “in punta di piedi” in un luogo magico che allontana dal caos milanese, Non un’installazione ma una piccola architettura che cerca di mantenere l’essenza del luogo che fa stare come “sottovuoto” rispetto all’ambiente circostante. Con Diego vencato si è quindi pensato al materiale nella maniera opposta ai lavori con Guzzini, un materiale da impasto chiesto a Gypsum per costruire un oggetto che doveva sembrare fosse lì da sempre. Per “parlare sottovoce e dare comunque grandi emozioni”.
Diego Vencato parla della convinzione che fare progetti di un certo livello sia lavorare sulle tecnologie e sui materiali, anche in termini di impatto ambientale sia per chi produce che per chi li utilizza con il loro eventuale smaltimento. Quindi prendere le tecnologie e materiali ad alte prestazioni sapendone fare buon uso stando però attenti non farle passare davanti alla memoria della nostra tradizione, un pò come da bambini si vede il legno del pavimento della propria cameretta e da adulti lo si rivediamo in tante situazioni perchè fa parte della propria cultura. la stessa modalità si vede in questa installazione: è stato un modo di attualizzare il cemento (Material), che fa parte della nostra cultura moderna e della nostra memoria (Immaterial), all’interno di un contesto che è esso stesso memoria nella Natura.
Negli ultimi cinque giorni L’orto Botanico resterà aperto al pubblico con gli allestimenti di Interni Design Islands fino al 14 aprile dalle ore1 0 alle 22, mentre il 15 aprile fino alle ore 18,00
Da vedere perchè è uno dei luoghi più belli di Milano, dove il design e la splendida fioritura si valorizzano reciprocamente.
Michela Ongaretti