Giuseppe Billoni (1953), è uno di quegli ormai rari artisti che ha portato avanti una imperitura ricerca conoscitiva di sé stesso e del mondo, riuscendo a manifestare col medium dell’arte la propria visione, affermando tenacemente “io dipingo quello che vedo”. Billoni infonde le sue prospettive creando un personalissimo linguaggio simbolico e artistico, che sul finire degli anni Novanta l’artista ha battezzato “Arte criptica”, di cui l’artista ha scritto anche un manifesto. Ha lavorato principalmente attraverso pittura ad olio ed incisione ad acquaforte, innestando liberamente le tecniche.

Giuseppe Billoni. Arte criptica. Ruota cosmica, Uragano. Dettaglio dell’opera del 1997
Giuseppe Billoni. Arte Criptica oltre le categorie
L’arte criptica, nella connotazione di Giuseppe Billoni, è il superamento delle categorie di formale e informale, di figurativo e astratto, andando oltre queste concezioni dualistiche. Attraverso il formale “apparente” si esprime l’informale cripticamente descritto. E’ un percorso iniziatico, che penetra stati di coscienza sottili abitati da energie pulsanti che possiamo descrivere solo intuitivamente. L’essere umano è riportato alla triade corpo-anima –spirito, alchemicamente sale-mercurio-zolfo. Elementi che simboleggiano rispettivamente lo stato di veglia, di sonno e di sonno profondo. Quest’ultimo è lo stato non manifesto, quello a cui è impossibile accedere, che nella teoria del sublime kantiano dava luogo all’angoscia derivante dall’inattuabile possibilità della penetrazione totale dell’essere.

Giuseppe Billoni. Arte criptica. Hieros Gamos, 1974
Citazionista dell’insolito
Già dagli anni Settanta-Ottanta Giuseppe Billoni manifesta la propria ricerca attraverso un linguaggio figurativo ricco di riferimenti e citazioni, dalla filosofia e i simboli del pensiero orientale, dai mandala tantrici ai cosmogrammi atzechi e miti cosmogonici. Dürer e Klee sono artisti la cui opera ha influenzato Billoni negli anni Settanta. Artisti distanti fra loro nel tempo e anche a livello figurativo, sono però accomunati dalla ricerca dell’insolito, di ciò che va oltre l’umano.

Giuseppe Billoni. Arte criptica. Lux, 1978
Queste citazioni poi vengono assorbite per sviluppare un idioma unico e irripetibile che, dai “Cieli stratificati” in poi, vede il passaggio ad un mondo che è meno figurativo di quello della tradizione. I soggetti sono meno vincolati da citazioni, cambia la figurazione ma cambia anche la sostanza. Volutamente figurative sono infatti le opere che coprono il periodo dagli anni Settanta fino al ciclo delle “Ruote cosmiche”. Queste sono stupefacenti mandala che sono testimonianza della finezza tecnica ecompositiva di Billoni, che concilia diverse concezioni cosmogoniche e di pensiero nelle sue eclettiche riflessioni e intuizioni figurative.

Giuseppe Billoni. Arte criptica. Ruota Cosmica. Uragano, 1997
Dipingere la pulsazione cosmica
Il soffio vitale insorge e si rivela nei due momenti del moto centripeto e centrifugo, di espansione e contrazione che si avvicendano nell’unica pulsazione cosmica che avvolge tutto. Una pittura “dilatata”, paradigma della vibrazione essenziale e del movimento che agita l’apparente staticità della materia, nel cui seno si disvela un universo brulicante di vita. Pittura “criptica” appunto, che rimanda a una cripta, a un luogo nascosto, che tiene celato ai più il suo fulcro significante, di cui possiamo solo avere un’intuizione.

Giuseppe Billoni. Arte criptica. All’Unico, acquaforte del 1995
Trilogie alchemiche
Giuseppe Billoni asserisce che il concettuale in sé non è sufficiente perchè perderebbe il suo nutrimento figurativo, ritenendo di essere una “terza via” che va oltre le categorie di figurativo e di informale. Sono tutte categorie e schemi che vengono meno di fronte all’esistenza. Se si sonda la dimensione sottile, dove emergono i bagliori dello spirito, tutte queste teorie diventano “maniglie mentali”. Meglio vedere la farfalla che spiegarla. Sarà infatti dal ciclo de i “Cieli stratificati”, nelle loro trilogie costitutive di anima-corpo-spirito, alchemicamente sale-mercurio-zolfo, che Giuseppe Billoni rende più evidenti i concettualismi legati alla personale concezione filosofica di macrocosmo e microcosmo.

Giuseppe Billoni. Arte criptica. Semina, 2001
Cieli Stratificati
I “Cieli stratificati” nascono dalle “Nuvole cave”: nell’opera “Semina” (2001) il cielo si sfoglia, si apre e aprendosi lascia che, da forma di bacello, si schiuda e lasci cadere i suoi frutti ovvero occhi che precipitano in una cavità, metafora del terzo stato dell’essere, spirito o zolfo se parliamo di alchimia.

Giuseppe Billoni. Arte criptica. Dopo la Tempesta, 1999
L’opera che sancisce il passaggio ai “Cieli stratificati” è “Dopo la Tempesta”, dove il primo strato di cielo si apre in solchi che rivelano un livello sottostante. Il primo strato è assimilabile al processo conoscitivo dello stato di veglia che va in profondità ma non arriva al secondo strato, sprofondando invece indefinitamente in se stesso. E’ solo con l’intento instancabile, del ricercatore o dello sciamano, che improvvisamente avvengono sulla superficie del primo strato le aperture al secondo strato, lo stato di sogno e di un insondabile psichismo assoluto da cui derivano le energie che creano quella che chiamiamo realtà. E’ qui che compaiono e emergono da un “buio luminoso”: le “Figure di luce”. Il terzo strato è metafisico, uno stato informale non soggetto a condizioni formali.

Giuseppe Billoni. Arte criptica. La Prima estasi, dipinto del 2009
Figure di luce in un ambiente nero
Le “Figure di luce” emergono da questo stato, in un’ ambiente nero, che per Billoni è il colore contenente tutti i colori, chiamato “nero lucido” perchè dal nero si emana anche la luce e, viceversa, la luce si emana il buio. Da una dimensione psichica si creano queste “forme” che emergono in virtù di questo particolare dualismo. Il colore nero è quello che più esprime la pienezza delle possibilità archetipe, è il regno del sé nella sua indivisa unità. Scrive Giuseppe Billoni “Il gioco attraverso il quale le figure di luce si producono incessantemente equivale all’ Essere che cerca simbolicamente di conoscersi attraverso l’emanazione dell’Universo manifestato.”

Giuseppe Billoni. Arte criptica. L’artista nel suo studio, al lavoro sull’opera All’ora fissata
Prosegue: “Quando dipingo queste fasce, emanazioni luminose e formazioni magmatiche disseminate di bolle (che sono in realtà occhi) cerco di mostrare la incessante autocoscienza che permea tutta la Manifestazione Universale, a qualsiasi livello si ponga. Alla fine tutto si riconduce all’energia che la fa circolare, indifferente alle convenzioni predominanti nello stato di veglia. Il corpo sottile di ogni essere è ricondotto a una specie di ovulo brillante.” Nell’opera “Crepuscolo” vediamo la materia che continuamente si modifica, andando oltre vecchie categorie che andavano bene per il Novecento.

Giuseppe Billoni. Arte criptica. Crepuscolo, 2020
Tecnica per la rivelazione
Nelle opere di Giuseppe Billoni troviamo un compendio di diverse culture, simboli e miti che vanno da Oriente a Occidente, esplorati con una varietà di tecniche sorprendente, dalle acqueforti alla pittura ad olio, acquerello o tempera e altre ancora, funzionali alla manifestazione espressiva della propria visione. Visione attraverso la quale prosegue la propria speculazione, nel disvelare i diversi stati dell’essere, le dimensioni abitate da energie vibranti a cui tendere aprendosi alla rivelazione, come un’epifania.
R. D.

Giuseppe Billoni. Arte criptica. Sospeso, 2004