Da Tel Aviv al Mudec passando dalla Triennale di Milano. Il talento della designer Hagit Pincovici

by Michela Ongaretti
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Da Tel Aviv al Mudec passando dalla Triennale di Milano

DI MICHELA ONGARETTI

Ho notato i suoi lavori durante la Milano Design Week 2016 nel Brera Design District. Dopo una giornata di molti colori e molte forme ricordo bene quelle della giovane designer israeliana Hagit Pincovici, con le collezioni Metaphysics ed Eclipse allo Spazio Pontaccio e Clan Pontaccio.

Un ritratto della designer Hagit Pincovici

Un ritratto della designer Hagit Pincovici

 

Uno dei punti focali di Pincovici è il suo rapporto con l’artigianalità del prodotto a mano: queste collezioni di arredi sono infatti realizzate in edizione limitata nel distretto del mobile in Brianza, combinando le esigenze estetiche del progetto alla qualità dei materiali selezionati e alla precisione tecnica di costruzione, nella struttura generale fin nel più piccolo dettaglio.

Non mi meraviglia quindi che mi venga segnalata la designer da Francesca Astori De Ponti che segue l’ufficio stampa di Hands on Design, entrambi dedicano infatti la loro ricerca e allo sviluppo di prodotti che abbiano come componente fondante la realizzazione artigianale di alte e tradizionali maestranze.

Il tavolo From Above, versione BlackandStone, design Hagit Pincovici

Il tavolo From Above, versione BlackandStone, design Hagit Pincovici

 

Il risultato del connubio tra disegno e precisione realizzativa si nota anche perchè esaltato dall’estetica che evidenzia le sue diverse componenti. La struttura stessa è isolata e resa visibile, poi in fase costruttiva integrata senza esser nascosta: viene quindi trattata come un elemento espressivo del progetto nel quale l’aspetto funzionale ed estetico si rafforzano dichiarando la loro presenza congiunta.

Collezione Eclypse, tavolo From Above Marble, design Hagit Pincovici

Collezione Eclipse, tavolo From Above Marble, design Hagit Pincovici

 

Hagit Pincovici ha nel sangue la pratica artigianale, la sua famiglia di Tel Aviv, dove è nata nel 1978, si occupa dagli anni sessanta di sperimentazione artigianale di diversi materiali, specializzandosi nel plexiglass. Hagit è nella terza generazione famigliare per questa attività, ma evolve la sua ricerca sul design e in maniera del tutto personale, sia negli anni della sua formazione presso la Bezalel Academy of Art and Design di Gerusalemme che in quelli dei primi progetti in patria.

Collezione Metaphysics, tavolino Lifestyle, design Hagit Pincovici

Collezione Metaphysics, tavolino Lifestyle, design Hagit Pincovici

 

In seguito si specializza alla Domus Academy di Milano, e si avvicina quindi al contesto italiano sia nell’ambito del design che in quello dell’artigianato: continua quindi ad indagare e sperimentare possibili soluzioni basate sull’associazione di materiali, tecnologica costruttiva ed estetica accattivante.

Collezione Eclipse, X. design Hagit Pincovici

Collezione Eclipse, X. design Hagit Pincovici

 

La Triennale di Milano reputa d’interesse il suo lavoro nel panorama del progetto per l’arredamento e la invita quindi a partecipare ad una collettiva nella sua prestigiosa sede in occasione del Salone del Mobile 2009. Aziende italiane come Colé Italian Design Label e Miniforms hanno scelto il suo design e molte riviste di settore internazionali hanno segnalato le sue produzioni. Ora il suo talento è in Italia, vive e crea in proprio per alcune aziende tra Milano e Roma, ed insegna alla NABA. Le sue opere non sono però distribuite solo dalla città della Madonnina, le si possono trovare anche negli Stati Uniti, a New York e S. Francisco.

Galena, design di Hagit Pincovici

Galena, design di Hagit Pincovici

 

L’ultimo e più importante riconoscimento viene dal MUDEC che espone la cassettiera Galena disegnata per Miniforms nel 2013 per la mostra mostra  “Sempering, allestita in occasione della XXI Triennale di Milano fino al 12 settembre 2016. Galena è inserita tra gli esempi più rappresentativi e originali del design contemporaneo. Sono certa, ne sentiremo parlare sempre più.

Michela Ongaretti

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