Il Mercato dell’Arte nel report di Deloitte per il 2018

by Michela Ongaretti
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Il Mercato dell'Arte. report di Deloitte. Bansky

Il Mercato dell’Arte e dei Beni da Collezione recita la copertina del report di Deloitte per il 2018, volume da tempo sulla mia scrivania. Dato che agosto è da sempre tempo di bilanci, il momento giusto per una riflessione annuale, mi piacerebbe condividere qualche considerazione su come sono andate le cose nel favoloso, e non troppo famigliare, mondo del mercato dell’arte mondiale.

Senza entrare in dettagli di materia economica, che travalicano la mia formazione storico-artistica, cercherò di vedere l’arte in quanto bene d’investimento. Si tratta di un punto di vista complementare a quello critico, che considera il valore intrinseco del suo soggetto, ma si concentra sui meccanismi e gli attori che concorrono a portare un’opera d’arte nella casa di un collezionista.

 

Il Mercato dell'Arte e dei Beni da Collezione di Deloitte.Pietro Ripa

Il Mercato dell’Arte e dei Beni da Collezione. Report  di Deloitte. Intervento di Pietro Ripa

 

Deloitte e il suo report

Deloitte si occupa da più dieci anni di monitorare le necessità di chi investe in beni da collezione, e la risposta adeguata dei servizi di Art Wealth Management. Da questo studio emerge come sia in crescita, accanto alla passione estetica, l’attenzione per il valore finanziario dell’acquisto con conseguente coinvolgimento degli strumenti di gestione patrimoniale.

Partendo dal dato saliente di come l’arte sia bene di investimento sempre più richiesto, cercherò di presentare in sintesi le tendenze registrate dal report condotto con ArtTactic. Mi limiterò ai più generali cambiamenti in atto, soffermandomi su chi siano e su cosa facciano le figure professionali che coinvolge il Mercato dell’Arte, escludendo altri Beni da Collezione. 

 

Il Mercato dell'Arte. Report di Deloitte. Sotheby con J. Saville

Il Mercato dell’Arte nel report di Deloitte sul 2018. L’asta di Sotheby con Propped di Jenny Saville

 

Il Mercato dell’Arte in tre figure chiave

Per chiarezza definiamo subito i tre principali gruppi di interlocutori dell’analisi: i collezionisti, gli operatori di settore quali mercanti d’arte, case d’aste, galleristi, compagnie di logistica,  e le cosiddette ArtTech, infine i professionisti finanziari come Private Bank e Family Office.

Perchè investire

Ben due collezionisti su tre e nove operatori del settore su dieci dichiarano che nella spinta all’acquisto conti il piacere per la bellezza dell’oggetto, ma che si tenga in considerazione il suo valore in termini di investimento, per diversificare il il portafoglio e come riserva

L’85% degli operatori e il 63% dei galleristi rende noto che i propri clienti però considerino l’acquisto di opere d’arte e oggetti da collezione come simbolo di un certo stile di vita. Ci sono opere che risultano quindi più adatte all’esibizione di un status, e da ciò ne deriva che l’influenza di chi consiglia possa essere determinante nel destino di una ricerca artistica più che di un’altra. Insomma se aumenta la domanda aumentano i servizi professionali in campo, non solo per consigliare sul valore investito, ma anche nella gestione e nella protezione.

 

Il Mercato dell'Arte nel report di Deloitte

Il Mercato dell’Arte nel report di Deloitte per il 2018. Intervento di Barbara Tagliaferri presso l’headquarter di via Tortona

 

I servizi

L’arte è dunque considerata asset class ( peculiare classe di investimento finanziario) da parte di coloro che offrono un ventaglio sempre più ampio di servizi, che rafforzano i rapporti tra i clienti e operatori finanziari come Wealth Manager, Family Officer o Private Banker.

Si va dalla valutazione delle opere d’arte, all’ art advisory, alla gestione delle collezioni, fino alla consulenza sugli aspetti regolamentari ed ereditari. Sono per così dire specializzazioni ad hoc per il mercato dell’arte, in crescita visto che il 44% di quegli operatori è intenzionato nei prossimi dodici mesi a focalizzarsi con sempre più risorse sulla gestione patrimoniale dei beni artistici.

 

Il Mercato dell'Arte. Presentazione da Deloitte a Milano

Il Mercato dell’Arte nel report di Deloitte per il 2018. Intervento di Barbara Tagliaferri sulla necessaria innovazione tecnologica

 

Le minacce e le sfide dell’innovazione tecnologica

Tre quarti dei collezionisti, operatori di settore e gestori patrimoniali intervistati concordano sulle minacce per la reputazione e il funzionamento del settore dell’Arte e Finanza. I problemi possono verificarsi circa l’autenticazione e la provenienza delle opere, la manipolazione dei prezzi, i conflitti di interesse e la mancanza di trasparenza. Secondo il 73% dei wealth manager, il 74% dei professionisti del settore e il 64% dei collezionisti è necessario un radicale ammodernamento per il Mercato dell’Arte.

Si ritiene che l’evoluzione passi attraverso la tecnologia, come afferma Barbara Tagliaferri, coordinatrice Art&Finance di Deloitte per l’Italia. Non solo in ambito e-commerce, verso cui sono cresciute negli ultimi anni molte startup ArtTech, l’innovazione (che comprende anche la ricerca nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale), si sta sviluppando per risolvere le criticità sovracitate. Un approccio puramente analitico può non essere efficace nella singolarità del settore artistico, ma si esita meno che in passato nel combinare opinioni di esperti e algoritmi in grado di catturare dati storici e previsionali, nella valutazione più trasparente e credibile di questo asset specifico. La tecnologia per il Mercato dell’Arte “facilità dell’accesso alle informazioni e non ultimo a favore di una crescente esigenza di democratizzazione del mercato”. 

 

Il Mercato dell'Arte. report di Deloitte. Bansky

Il Mercato dell’Arte nel report di Deloitte sul 2018. Immagine tratta da The Man Who Stole Banksy di Marco Proserpio.

 

I motivi di un 2018 in crescita

Prima di parlare dei principali trend è utile comprendere quali siano stati i fattori di un 2018 in crescita per il Mercato dell’Arte.

E’ vero che le professionalità sviluppate nell’ambito sono in aumento, ma è altrettanto vero che accanto agli investitori maggiore è stato il coinvolgimento del grande pubblico. Complici le informazioni di stampa, tradizionale online e televisiva, incrociate dal cinema e dalle aste intese come eventi mediatici. Eclatante il caso di Banksy, con l’opera distrutta durante l’evening sale di Sotheby’s, che ha innescato una mole notevole di notizie e riflessioni su diversi mass media. Ricordo che il bel film L’uomo che rubò Banksy è uscito nelle sale a dicembre, poco meno di due mesi dopo la celebre serata londinese.

A proposito di aste. Un secondo fattore è dato dall’allargamento della clientela che vi partecipa. La sua internazionalizzazione poi ha espanso la tipologia di opere proposte, con correnti artistiche sinora inedite. Nello specifico: i collezionisti occidentali hanno ricercato maggiormente il lotto esclusivo, quelli asiatici si sono sempre più avvicinati alla pittura.

 

Il Mercato dell'Arte. report di Deloitte. Blueberry di J. Mitchell

Il Mercato dell’Arte nel report di Deloitte sul 2018. L’opera Blueberry ( 1969) di J. Mitchell, battuta da Christie’s

 

Il Mercato dell’Arte. I trend del 2018 nel report di Deloitte
Donne d’Arte e Finanza

Nel sistema dell’arte globale un elemento di distinzione è la presenza più rilevante delle donne. A livello di mercato internazionale con la forte crescita delle quotazioni di diverse artiste, a livello istituzionale con le esposizioni di grande successo a loro dedicate. Sono 15 i record registrati lo scorso anno a New York con Christie’s: al primo posto il dipinto di Joan Mitchell Blueberry (1969). Il lavoro della signora dell’espressionismo astratto ha venduto per 16,6 Mld di dollari.

Ancora più degna di nota è l’aggiudicazione di Sotheby per 9,5 Mln di sterline a Propped, l’auto-ritratto di Jenny Saville. L’opera relativamente recente (1992), ribelle ai canoni di bellezza femminile, fa della Saville l’artista donna vivente più costosa al mondo. 

 

Il Mercato dell'Arte nel report sul 2018

Il Mercato dell’Arte e dei Beni da Collezione. Intervento di Pietro Ripa

 

Mercati esotici

Il Mercato dell’Arte è sempre più globale. Lo dimostra l’incremento di acquisizioni di arte contemporanea africana e l’aumento dei collezionisti africani attivi a livello internazionale. Linfa di nuovi capitali che corrisponde all’apertura di nuovi canali di compravendita. Specifica Pietro Ripa, Private Banker Fideuram, quanto stiano crescendo in Niger produzione e acquirenti, a cui si aggiunge l’attenzione verso il Sud America. Anche la Cina è un mercato in crescita: i suoi collezionisti stanno comprando arte occidentale, mentre ad ovest alcuni nomi stanno interessandosi all’Oriente in maniera sistematica.

Foto e Design

Cresce l’interesse verso anche altri settori dei beni da collezione come Design e Fotografia. Quest’ultima, dal punto di vista dell’analisi che mostro, è separata dalla pittura e inserita tra le “arti minori”. E’ ritenuta utile per monitorare clienti che si muovono e muoveranno verso lotti maggiori, e nel loro prezzo medio di aggiudicazione.

Segmenti Epocali

Lo studio indica come per il 2018 il comparto Contemporary Art abbia risentito di una minore disponibilità di opere di grande qualità rispetto all’anno precedente. Sono comunque lieta di segnalare un nuovo record per il vivente David Hockney, osannato negli ultimi anni da due mostre importanti dal punto di vista critico e di prestigio internazionale, nel 2012 e nel 2016 alla Royal Academy of Arts.

 

David Hockney ritratto a Los Angeles da Pierre Gonçalves de Lima

David Hockney dalla Royal Academy al cinema, Ritratto dell’artista a Los Angeles, 2016, ph. Jean-Pierre Gonçalves de Lima

 

Al contrario il segmento Pre War ha registrato una forte crescita. Il Mercato dell’Arte suggerisce un nome italiano: anche le opere di Amedeo Modigliani si collocano in posizione crescente grazie all’importante attività museale.

Il Pre War è un periodo favorito perché la qualità dell’opera non ha più motivo di dibattito, come dire non si discute della grandezza di un artista che fa tanto parlare di sé da ottant’anni, ma anche perché riesce ad incontrare la voglia di novità segnalata come trend da Ripa, attraverso nuove strepitose collezioni private in asta. Rockefeller vi dice qualcosa?

Nuovi collezionisti

L’allargamento a nuovi mercati geografici corrisponde a nuove opportunità demografiche e nuovi Top Spenders. L’estrazione dei collezionisti è oggi sempre più eterogenea, ed è considerata un barometro dei megatrend del 2018. In particolare sale l’interesse verso il Mercato dell’Arte da parte degli Ultra-High-Net-Worth-Individuals (individui dotati di un patrimonio di almeno 30 Mln di dollari) che sono aumentati del 12,9% nel corso del 2017.

Il canale online

Se uno dei fattori critici è il timore su autenticità e trasparenza, sui prezzi delle contrattazioni e la gestione del rischio, il canale online ne ha risentito negli ultimi anni. Utilizzato dalle case d’asta, passa dal +15% del 2016 al +12% nel 2017. Durante la presentazione del report si aggiunge però che il mercato dell’arte sul web sta rispondendo agli interrogativi con gli strumenti sempre più diffusi di criptovalute e blockchain.

La buona notizia per tutti coloro che commerciano in arte è che Instagram può e potrà rivelarsi strategico per raggiungere i collezionisti. Tra i diversi social networks è il preferito dal 63% degli operatori intervistati.

Michela Ongaretti

 

 

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