Il Museo Civico Floriano Bodini è una stimolante possibilità per una gita fuori porta nei luoghi della cultura lombarda. L’ho scoperto in occasione della mostra per la presentazione del volume Real Art #5 – 2019, con la collettiva di quattordici artisti contemporanei impegnati nel progetto di charity, ed è stato naturale l’interesse verso la struttura ospite. La sua visita è consigliata per il buon esempio della volontà di conservare l’opera di un importante percorso di ricerca, cresciuto nel territorio, nutrito dagli incontri e scambi con altre visioni e produzioni d’arte coeve.

Il Museo Civico Floriano Bodini, Papa Giovanni e cardinali, bronzo, 1962, Ph. Sara Baroni
Contenuti e Obiettivi
Il principale obiettivo per il Museo Civico Floriano Bodini resta la conoscenza e l’approfondimento della figura e dell’opera dello scultore originario di Gemonio. Il rigore scientifico di questo studio non rinuncia però a contestualizzare la sua produzione, confrontandola con quella di altri artisti nella varietà delle discipline coinvolte, con un interesse specifico al periodo del Realismo Esistenziale. Un cospicuo numero di opere fanno parte della raccolta di Floriano Bodini (1933-2005), che donò al museo con circa cinquemila volumi, ora nella biblioteca del museo. Che siano sculture, dipinti o incisioni la collezione del Museo indaga inoltre un’ampia fetta del Novecento italiano, coniugando il legame con le radici storico-culturali e ambientali allo sguardo sul panorama internazionale.

Il Museo Civico Floriano Bodini, particolare del gesso del Monumento ai sette di Gottinga
Per il Museo Civico Floriano Bodini è forte il rapporto mutuale col territorio nelle attività di collaborazione con altre realtà locali, quali musei enti e associazioni. Ne sono un esempio le iniziative realizzate con il Museo Salvini, la Galleria Almiarte, la Chiesa di San Pietro, nella valorizzazione del patrimonio storico artistico della comunità di Gemonio.

Il Museo Civico Floriano Bodini, vista della gipsoteca dall’esterno
Il Museo Civico Floriano Bodini
L’idea di Bodini con altri sostenitori, affinché il sogno di un luogo dedicato alla collezione formata da sue opere e di artisti a lui cari diventasse realtà, avvenne nel 1998, quando l’amministrazione inaugurò la spazio che vediamo oggi. Fu possibile grazie alla collaborazione con la Provincia di Varese e la Comunità Montana della Valcuvia, con i finanziamenti della Regione Lombardia e della Fondazione Cariplo.

Il Museo Civico Floriano Bodini. Piero Leddi, Discussione degli intellettuali, 1961, olio su tela
Coerentemente ai suoi principi ispiratori il il Museo Civico Floriano Bodini continua a rappresentare un’istituzione dinamica votata alla promozione e alla ricerca artistica, con il programma annuale di laboratori, conferenze e dibattiti, concerti ed eventi teatrali. Un luogo aperto all’aggregazione culturale sul territorio ma anche a collaborazioni o prestiti con altri enti, sovente teatro di mostre di artisti italiani ed internazionali.

Il Museo Civico Floriano Bodini dall’ingresso verso la biblioteca. Nella corte si nota l’opera Lamento sull’Ucciso
La location storica
Il Museo prende corpo dalla riconversione della cascina rurale del secolo XVIII, nota a Gemonio come la “cà della Maria Gill”. Fu ristrutturata nel corso degli anni novanta dagli architetti Annig Sarian e Gianni Pozzi, sviluppando un percorso percorribile in due direzioni e su due piani, attorno alla tipica corte lombarda. Si cercò di mantenere più possibile la forma originaria, riducendo all’essenziale gli interventi e nel rispetto e nella valorizzazione dei materiali costitutivi, peculiari della tipologia architettonica.

Il Museo Civico Floriano Bodini. La gipsoteca tra materiali moderni e della storia dell’edificio. Ph. Sara Baroni
Ad esempio la scala che accompagna al loggiato e le colonne sottostanti sono in serizzo, una pietra lavorata nella tradizione locale dei picasass, come pure è conservata la struttura delle capriate in legno. Dal cortile la leggera pendenza e la prospettiva invertita, data dalla maggiore apertura del perimetro verso il fondo, stimola la percezione epifanica di accoglienza, quasi un invito alla rivelazione dei suoi contenuti. Qui è presente un albero di cachi, un richiamo alle origini contadine del luogo e alla memoria d’infanzia di Bodini, che insistette per preservare.

Il Museo Civico Floriano Bodini, vista delle pareti in pietra dalla collezione di ritratti in bronzo
Il percorso di visita
Si arriva al portone d’ingresso del museo percorrendo le caratteristiche vie del centro storico di Gemonio. Subito a sinistra si accede alla biglietteria e bookshop, alle due sale delle mostre temporanee. Al piano superiore troviamo a destra la sala video e a sinistra quella dedicata alla pittura del Realismo Esistenziale, proseguendo raggiungiamo la sala conferenze.
Dal primo piano di quest’area, un tempo occupata dalla parte residenziale della struttura, si può attraversare un ballatoio con alcune opere realizzate tra gli anni cinquanta e settanta, per raggiungere il fulcro della collezione Bodini con le teste in bronzo del loggiato e la gipsoteca, scendendo infine le scale. La corte si chiude con la biblioteca.

Il Museo Civico Floriano Bodini. Lo scultore al lavoro sul gesso dell’Ucciso, ph. Pepi Merisio
Verso questo ambiente si può accedere anche attraversando in linea retta il cortile, questo è il percorso proposto nelle visite guidate, richiamati dall’opera in bronzo del 1961 il Lamento sull’Ucciso. La scultura fu esposta nel 1962 alla XXXI Biennale di Venezia. Essa incontra lo sguardo del visitatore da ogni punto del museo, come un’ideale meridiana del percorso circolare, tappa fondamentale per orientarsi nell’universo di Floriano Bodini.
Alle spalle del bronzo le grandi vetrate incorniciano la vista su biblioteca e gipsoteca. Qui è in evidenza il complesso dei gessi preparatori al Monumento ai sette di Gottinga del 1998, grande lavoro tutt’oggi situato nella Piazza del Parlamento di Hannover in Germania.

Il Museo Civico Floriano Bodini. L’incantevole vista sulle montagne dal Giardino delle Sculture
Il giardino delle sculture
Se torniamo ad osservare la ricca biblioteca, varcata una soglia usciamo dalla corte per entrare in un hortus conclusus con vista sul paese, sul lago e le limitrofe montagne. E’ il “Giardino delle sculture”, dove Bodini amava molto soffermarsi: accompagnati dalle fioriture che scandiscono le stagioni troviamo anche alcune opere degli anni Cinquanta.

Il Museo Civico Floriano Bodini, Busto di Giulia di Giacomo Manzù, bronzo, 1976
La biblioteca
Varrebbe il viaggio a Gemonio anche solo la consultazione del patrimonio librario, dal quale sono già stati digitalizzati e messi in rete dei primi 1.000 volumi. I suoi testi di scultura, pittura, arti artigiane, fotografia, architettura sono a disposizione al prestito a studiosi ed appassionati, con un’ampia sezione di opere e documenti dedicata al Realismo Esistenziale.
Per chi è più interessato alle opere d’arte accedendo al secondo piano è osservabile una pregiata collezione di bronzetti di Julio L. Hernandez, Medardo Rosso, Joachim Schmettau, Paolo Troubetzkoy, Leonardo Bistolfi, Giuseppe Grandi, Andrea Appiani,Francesco Messina, Aligi Sassu e Angelo Casati. Di Bodini è presente il bozzetto bronzeo e un disegno relativi al Paolo VI in marmo del Duomo di Milano, opera del 1989.

Il Museo Civico Floriano Bodini. Una colomba degli anni Settanta, Ph. Luciano Carugo
Nella gipsoteca
Il Monumento ai sette di Gottinga fu realizzato dall’artista italiano che vinse il concorso indetto dalla città tedesca. Si riferisce ad un evento storico fondamentale per la cultura tedesca, la protesta del 1837 di sette professori dell’università di Gottinga, che non prestarono giuramento al sovrano Ernesto Augusto dopo l’alterazione della costituzione del Regno di Hannover. L’originalità del lavoro sta anche nella decisione di ritrarre alcuni personaggi attraverso le sembianze di amici, uomini del suo tempo. Due dei fratelli Grimm sono l’artista stesso e il fratello Arturo, mentre lo studente, inteso come simbolo della memoria storica, ha le sembianze del giovane Renato Galbusera, allora ex-studente e per anni professore di Brera.
Altro gesso di rilievo è quello per il Monumento ai caduti sul lavoro, opera del 1995, osservabile ai piedi delle cave di Carrara, richiesta dall’Associazione Invalidi del sito per celebrare il loro eroismo professionale. L’opera testimonia il legame con la città toscana presso cui Bodini lavorò a lungo anche in veste di Presidente all’Accademia di Belle Arti, e dalla quale fu nominato cittadino onorario.

Il Museo Civico Floriano Bodini. Ritratto del padre in bronzo, 1965
Ritratti in bronzo
Collegata alla gipsoteca dalla scala in serizzo, si giunge alla collezione di bronzetti di artisti dell’Ottocento e del Novecento, e alla cosiddetta “galleria delle teste” costituita da nove ritratti, dall’esterno della balconata all’interno dell’edificio. Gli autori sono Joachim Schmettau, Arturo Martini, Giacomo Manzù, Bruno Calvani, Francesco Messina,Giuseppe Scalvini, Giovanni Paganin, Augusto Perez con il “Ritratto di Gianfranco Ferroni”, rilevante autore del Realismo Esistenziale come Giuseppe Guerreschi, padre del ragazzo raffigurato da Bodini.
Dopo aver incontrato il bronzo del Crocifisso di Bodini del 1957 entriamo nella sala dei ritratti di famiglia di Floriano Bodini, serie affascinante come documento storico attraverso la scultura, in terracotta e bronzo.

Il Museo Civico Floriano Bodini, tra esterno ed interno
Un percorso tra esterno e interno
La progettazione dello spazio conferma la continuità tra esterno ed interno come avveniva nella destinazione d’uso originaria, anche grazie ai materiali nuovi o di recupero: le originali travi in castagno inserite nei muri di pietra a vista nell’area dedicata a bronzi e gessi accompagnano la continuazione della visita con altre sculture sul ballatoio rivestito in abete. Si torna all’interno più moderno con le opere pittoriche del Realismo Esistenziale di Mino Ceretti, Gianfranco Ferroni, Giuseppe Bancheri, Tino Vaglieri.

Il Museo Civico Floriano Bodini. Testa in bronzo di Arturo Martini, 1928, ph.Sara Baroni
La collezione del museo
Gli ospiti illustri del museo sono opere scultoree, pittoriche e grafiche di artisti collezionati dallo stesso Bodini, il cui numero è aumentato grazie a donazioni di privati ed istituzioni. Tra i celebri scultori citiamo Leonardo Bistolfi, Medardo Rosso, Arturo Martini, Giacomo Manzù, Giuseppe Grandi, Lucio Fontana, Francesco Messina ed Augusto Perez.
Tra i dipinti, oltre agli esponenti del realismo esistenziale, sono presenti opere di Alberto Sughi, Franco Francese, Giuliano Vangi, Giuseppe Zigaina, Piero Leddi e molti altri, a cui si aggiungono le più recenti donazioni di Franco Molteni, Giordano Morganti, Claudio Bonomi, Jean Rustin e Nicola Villa. Altri nomi rilevanti come Fernand Léger, Henry Moore, Georges Rouault e Graham Sutherland, sono presenti nella sezione della grafica d’arte per oltre 500 fogli.

Il Museo Civico Floriano Bodini, alcune donazioni in mostra
Impressioni di visita
Precisi parametri museografici concordati tra gli architetti e l’artista ordinano questa collezione permanente, ma ci sono opere esposte periodicamente a rotazione o per eventi specifici. In occasione della mia visita la sala con i dipinti della collezione permanente era allestita con le ultime donazioni, tra le quali ho apprezzato le incisioni di Renato Galbusera e Sara Montani. Sulla scalinata ho comunque potuto osservare il dipinto di Banchieri “Bambina Uccisa” del 1958, un assaggio del linguaggio crudo e materico del Realismo Esistenziale, che mi ha lasciato il proposito di tornare a Gemonio per il Museo Civico Floriano Bodini.

Il Museo Civico Floriano Bodini, il dipinto ad olio di Giuseppe Banchieri Bambina uccisa, 1958
Non ho citato volutamente tutte le opere presenti per lasciare alcune sorprese a chi vorrà avventurarsi tra le sue sale. aggiungo soltanto che l’importanza di Bodini è testimoniata dall’onore dell’iscrizione nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano.
Michela Ongaretti
Museo Civico Floriano Bodini
Via Marsala 11
21036 Gemonio (Va)
(+39) 0332 604276