Il racconto della luce di Davide Groppi. Illuminare ed emozionare con sintesi

by Michela Ongaretti
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Il racconto della luce di Groppi. Tetatet, lampada da tavolo con base magnetica

Il racconto della luce è la missione per il designer Davide Groppi.

La luce è ragione di vita, non si può fermare, perché è ciò che mette in moto ogni attività umana. E’ dal principio il lavoro di Groppi, rappresentato prima dalla sua fascinazione narrativa che dal prodotto stesso.

Il progetto nasce e cresce sul concetto di luce che trova espressione in un oggetto-lampada. Questo bisogno profondo di comprendere la sospensione selettiva del buio in una dimensione dinamica e costruttiva dell’ambiente, di lavorare sull’impatto connotante della luce, assecondato e inglobato nella progettazione di una cornice materiale, è tra le qualità riconosciute nelle assegnazioni del Compasso d’Oro nel 2014.

 

Il racconto della luce di Davide Groppi. La lampada Tetatet Flûte

Il racconto della luce di Davide Groppi. La lampada Tetatet Flûte al Ristorante Ciccio Sultano di Ragusa. Ph. Fausto Mazza

 

Progetto e poetica 

Nella progettualità di Groppi e del suo team la luce guida, direziona un percorso emozionale verso un’azione, a seconda del tipo di ambiente nella quale si colloca. La costruzione della lampada “serve” la concezione che si ha della luce in relazione allo spazio domestico o pubblico. E’ una protagonista silente e al contempo appariscente che valorizza angoli dimenticati o suggerisce soluzioni inedite, impreviste per i contesti di riferimento. Una passione inguaribile per il designer che considera alla base di ogni concept come la luce non sia “mai neutra”: influenza il corso dei nostri pensieri e delle nostre azioni. “Necessaria per illuminare, ma anche per emozionare, sedurre, dare un senso di mistero, suggerire metafore e immaginare scenari mobili”. E’ poetica sottesa ad ogni creazione; il racconto della luce per Groppi è ciò che può far cambiare la percezione dell’architettura stessa rendendola cangiante, “sottrae, crea pieni e vuoti,  sottolinea gesti ed espressioni”. 

 

Il racconto della luce di Davide Groppi. Casa a Montalcino

Il racconto della luce di Davide Groppi. La lampada Moon nel progetto di una casa privata a Montalcino.

 

La luce guida un percorso del modo di sentirsi nella situazione domestica o sociale, “ci porta dove vuole e dove se ne ha bisogno”. Le lampade sono materia rivelatrice di un’idea, di un senso della luce nell’emozione che suscita, il progetto è come un’installazione rivelatrice di un concetto esperienziale. Il racconto della luce si snoda mediante la diffusione e la forma dell’oggetto, porta ad emozionare e sedurre attraverso l’ispirazione all’arte, al ready made, nello scherzo illusionistico di una magia giocosa.

 

Il racconto della luce di Davide Groppi. Infinito e Nulla

Il racconto della luce di Davide Groppi. Interno con le lampade Infinito e Nulla. Ph. Fausto Mazza

 

Una storia di luce 

L’azienda ha alle spalle una storia di dedizione esclusiva al racconto della luce. Nel 1988 Davide Groppi inizia a progettare e produrre lampade nel suo piccolo laboratorio nel centro di Piacenza, sono oggetti nella cui forma e funzionalità si esprime la sua personale visione. La notorietà arriva nel 1994 con la conoscenza di Maddalena de Padova che acquista ed espone quaranta pezzi del modello Baloo nello showroom di Corso Venezia. 

Una consacrazione in occasione del Salone del Mobile a cui sono seguite altre collaborazioni per progetti e allestimenti con aziende che contribuiscono a rendere internazionale la notorietà del marchio, nella sua forte riconoscibilità. Da Boffi, Mutina, Paola Lenti, Agatha Ruiz De La Prada alla più recente con Christofle.

 

Il racconto della luce di Groppi, da De Padova

Il racconto della luce di Davide Groppi. Evento nello store De Padova a Milano

 

La progettualità di Groppi esprime in nuce già dalle origini le caratteristiche salienti: essenzialità della forma, leggerezza di struttura, coinvolgimento sensoriale ed emozionale, senso di un’emozione o persino stupore tramite il racconto della luce in uno spazio condiviso. In particolare la storia del brand registrato tappe importanti nel settore dell’ospitalità, con l’integrazione tra il racconto della luce e l’esperienza conviviale e gustativa. Parlo di grandi realtà della ristorazione stellata come quelle di Massimo Bottura, Massimiliano Alajmo, Moreno Cedroni, Giancarlo Perbellini.

 

Il racconto della luce di Davide Groppi. Nulla e Sampei

Il racconto della luce di Davide Groppi- Compasso d’Oro ADI per il design di Nulla e Sampei

 

I premi

Al riconoscimento internazionale del brand ha concorso negli anni l’assegnazione di diversi premi. Il racconto della luce di Davide Groppi è stato individuato nei suoi prodotti quale logica peculiare nell’originalità del design già nel 2011, quando vince il premio Edida per la lampada Sampei. Anno d’oro fu il 2014 per l’ottenimento del  Premio Design Plus per la lampada Neuro, e del doppio XXIII ADI Compasso d’Oro per le lampade Nulla e Sampei. Quest’ultima creazione arreda dal 2019 lo lo Studio alla Vetrata del Presidente della Repubblica nell’ambito del progetto “Quirinale Contemporaneo”. 

Risale all 2016 la Menzione d’Onore Compasso d’Oro ADI per  Tetatet, la lampada minimale nata dalla concezione della luce “sartoriale” e portatile,  intesa come uno degli elementi dell’esperienza del luogo, quella della cucina e dell’intimità tra due commensali. Recentemente l’azienda Davide Groppi è stata riconosciuta come Best Independent Lighting Designer – Italy dall’Home and Garden Awards 2020 promosso e organizzato da BUILD Magazine.

 

Il racconto della luce di Davide Groppi. Palazzo Ducale

Il racconto della luce di Davide Groppi. Allestimento con Tetatet a Palazzo Ducale, Mantova

 

Artscore ha già parlato a più riprese dell’autorevole premio, che si pone l’obiettivo di valorizzare la qualità di  progetto, prodotto e ricerca del design Made in Italy. Al brand di Groppi è stata riconosciuta l’originalità nell’innovazione funzionale e tipologica, senza dimenticare il valore del rispetto per l’ambiente nel risparmio energetico e dell’usabilità, caratteristiche fondanti della selezione ADI. NULLA (Designer: Davide Groppi) vede l’assegnazione per aver progettato la luce e non una lampada. Per SAMPEI (Designer: Davide Groppi e Enzo Calabrese) il Compasso d’Oro è motivato dalla capacità di essere una lampada sia a sospensione che da terra. 

 

Il racconto della luce di Davide Groppi. Simbiosi

Il racconto della luce di Davide Groppi. La lampada a sospensione Simbiosi, 2015

 

Il racconto della luce in tre progetti iconici
Simbiosi, 2015 

Simbiosi è stata la prima lampada di Groppi da me osservata in un contesto domestico. “Installata” sullo spazio da illuminare, dato che la sua sospensione è modulabile secondo diverse configurazioni degli elementi componibili. E’ tangibile lo sviluppo dell’idea di luce dall’impatto drammatico sugli oggetti che può colpire, di un sentimento di riconoscimento dell’identità di un angolo abitativo nella dimensione intima e personalizzata. 

Se l’obiettivo di Groppi non è esattamente il minimalismo ma il perseguimento di un design semplice ed essenziale nel principio di non proliferazione delle forme, Simbiosi dona nella moltiplicazione del cilindro di alcune cannule che accompagnano il led e il suo effetto, il piacere di un piccolo gioco di prestigio. 

 

Il racconto della luce di Davide Groppi. Simbiosi a Lisbona

Il racconto della luce di Davide Groppi. Simbiosi nellhotel Santa Clara 1728 a Lisbona

 

Nel collegamento dei diodi in serie a cavi sottili, quasi invisibili, nel filo rosso che unisce i corpi luminosi è racchiusa inoltre la metafora della mutualità delle componenti di un organismo. Ogni elemento funziona solo se vive nel tutto, anche se un organismo simile ad altri funziona secondo modalità e bisogni diversi: per questo la  diffusione luminosa può declinarsi a seconda della configurazione data dalla sensibilità del cliente.

 

Il racconto della luce di Groppi. Tetatet, lampada da tavolo con base magnetica

Il racconto della luce di Davide Groppi. Tetatet nel Ristorante Hotel Cinzia a Vercelli. Ph. Fausto Mazza

 

Tetatet, 2013

Su Tetatet ci sarebbe moltissimo da dire, è forse il progetto più versatile e di successo duraturo. Mi limiterò a considerare la sua nascita come scoperta di una tecnologia vincente al servizio di un concetto di luce conviviale, che permette di “aprire il sipario” su un tavolo: rivelare con decisione ciò che si trova sotto il suo cono, regalando un’atmosfera soffusa ai commensali. Nel 2013 Tetatet porta attenzione al centro dei tavoli di Moreno Cedroni, la mobilità della tecnologia a batteria, con carica ad induzione, unita al led e all’uso di magneti. Tetatet nasce per la ristorazione, molti gli chef stellati che l’hanno adottata per i loro locali, ma è indicata anche per la casa. Il focus progettuale è la creazione di una luce per l’incontro. 

 

Il racconto della luce di Davide Groppi. Tetatet Flûte e Toast

Il racconto della luce di Davide Groppi. L’evoluzione di Tetatet in Tetatet Flûte, con stelo trasparente in metacrilato. Alla parete Toast, design di Davide Groppi e Alberto Zattin, 2001

 

E’ per la ritualità dei gesti. In un ambiente in penombra sottolinea ciò che conta: i visi, le mani, la tovaglia con il suo contenuto che a sua volta riflette luce. Sono presenti tre anime della poetica luministica di Groppi: quella diretta, la diffusa del paralume, quella indiretta nell’ambiente. Nell’atmosfera avvolgente e intima l’ospite abbassa la voce poiché si sente l’unico, con il proprio compagno. “Secondo la mia visione, il ristorante è teatro”, così con Tetatet il racconto della luce si snoda attraverso diversi palchi, nel buio. 

 

Il racconto della luce di Davide Groppi. Chaindelier

Il racconto della luce di Davide Groppi. La lampada a sospensione Chaindelier, 2019. Ph. Fausto Mazza

 

Chaindelier, 2019 

La lampada a sospensione riecheggia un gusto classico che richiama la catena di un gioiello e la diffusione luminosa di un candeliere. Il peso disegna una parabola modulabile in lunghezza, e conduce elettricità fino alla maglia inserita nel punto più basso, che può proiettare la luce verso l’alto o verso il basso. Anche questa creazione riflette l’animo sintetico del designer, frutto di cultura tecnica e umanistica: riporta al cerimoniale di una reggia nella visione di semplicità moderna e nello studio dei materiali evocativi e funzionali. 

L’oro è significante e significato. Il metallo con più alta conducibilità riveste la modularità degli anelli attraverso un procedimento galvanico, ed è metafora di preziosità ed energia. Come per altre lampade del brand gli elementi funzionano all’unisono, solo se tutte le maglie si toccano. L’effetto non è programmabile, dipende dalla scelta del cliente per la monumentalità variabile della parabola che disegna. Il progetto è stato premiato nel 2019 da ADA Awards e German Design Awards nel 2020. 

 

Chaindelier, lampada a sospensione a led

Il racconto della luce di Davide Groppi. Ispirazione regale per Chaindelier. Ph. Fausto Mazza

 

Il mecenatismo con Guggenheim 

Groppi aderisce a Guggenheim Intrapresæ, il primo il primo progetto italiano di corporate membership nato nel 1992, in collaborazione con la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.  Il designer ricorda con orgoglio quanto la sua azienda si sia dedicata alla luce in relazione all’arte. Entrare in questo piano di mecenatismo  verso una  collezione così straordinaria per la qualità e il valore storico delle opere, significa anche comprendere l’importanza delle influenze culturali, non solo sui creativi. 

Palazzo Venier sul Canal Grande, già residenza di Peggy Guggenheim, è sede della più importante raccolta per l’arte europea e americana della  prima metà del XX secolo in Italia.  ll respiro del progetto valica i confini nazionali dato il global network dei  musei della Fondazione Solomon R. Guggenheim, ora presenti a New York e a Bilbao, nel prossimo futuro  anche ad Abu Dhabi.

 

Il racconto della luce. Groppi mecenate per Guggenheim_Intrapresae

Il racconto della luce di Davide Groppi. Palazzo Venier, sede della Collezione Peggy Guggenheim

 

Arte illuminata sul Guercino a Piacenza 

Il brand è stato anche chiamato a coniugare il racconto della luce con quello dell’arte di beni storico-artistici straordinari. Piacenza nel 2017 celebrava il Guercino, articolando una mostra diffusa tra la Cupola del Duomo e Palazzo Farnese. Sul versante della pittura sacra il visitatore poteva raggiungere la cupola e osservare da vicino gli affreschi del ‘600. La Cappella Ducale era invece allestita con diversi capolavori da cavalletto della committenza civile. L’illuminazione doveva essere in grado di rendere più leggibile il patrimonio e di costruire un percorso  esaltando la tecnica, rilevando i particolari nel cuore della loro simbologia e della loro gamma cromatica. 

 

Il racconto della luce di Davide Groppi. l guercino a Piacenza

Il racconto della luce di Davide Groppi. Illuminazione sulla cupola del Duomo di Piacenza, affrescata dal Guercino

 

Lo ha fatto interrogandosi sulla liceità dell’illuminazione moderna sulle opere antiche, ammettendo di poter interpellare una scienza esatta, avvicinandosi alla superficie del dipinto con la delicatezza di una pennellata. L’operazione di lettura tesa ad evidenziare percorsi generali e sui dettagli, corrisponde a quella odierna ma intende avvicinarsi all’originaria, all’epoca in cui sono state create le opere. Non esisteva luce artificiale, è stato quindi necessario un approccio rispettoso e conservativo di quella dinamica visiva. 

Il futuro nei progetti, oltre la crisi del Coronavirus

Con quale strategia  l’azienda di Davide Groppi prosegue nel processo creativo e produttivo nonostante la crisi sanitaria mondiale? Sul destino dei progetti che aspettavano l’esposizione durante la Design Week milanese, la risposta sarà nella riprogrammazione attraverso un evento online. Consapevole della necessità di riformulare una promozione ad hoc, di investire da ora sempre più nel potenziamento del digitale con una personalizzazione e una spinta ad un approccio informativo nuovo sul prodotto, anche dal punto di vista iconografico. 

 

Il racconto della luce di Davide Groppi. German Design Award 2020

Il racconto della luce di Davide Groppi. Il designer premiato da German Design Award

 

La luce non si ferma, ma riflette con lungimiranza sugli strumenti nuovi da adottare, continuando a considerare il cliente un fruitore da entusiasmare, in una visione di usabilità maggiore. Il desiderio di rinascita comune a tutto il mondo creativo è per Groppi senza soluzione di continuità col passato, cercando di “fare meno e meglio, con più puntualità”.

Michela Ongaretti

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