Incisione sensibile e spirituale. La sperimentazione di Debora Antonello tra Yin e Yang

by Michela Ongaretti
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Incisione è sperimentazione tra sensibile e spirituale per Debora Antonello, la cui visione è incastonata nell’elemento naturale. I suoi soggetti, che esaltano un dettaglio figurale nella loro tensione verso un’astrazione formale ed emotiva, vivono e si trasformano in un’opera attraverso pittura e incisione in costante dialogo, seguendo una germinazione istintiva, tuttavia ben calibrata, alimentata dal sentimento del paesaggio. Come ben è stato osservato, è tangibile nella genesi esecutiva la costante aggiunta o rimozione di materia, direzionata al senso dell’epifania più che dell’insieme. Si evidenzia così l’attenzione al procedimento ponendosi quasi in termini metalinguistici. 

 

Incisione di Debora Antonello, Tempo

Incisione sensibile e spirituale. Debora Antonello, Tempo, 2018 collografia su cartone. Dettaglio

 

Come sono belli sui monti 

i piedi del messaggero di lieti annunzi

che annunzia la pace, 

messaggero di bene che annunzia la salvezza (…)

Isaia, 52, 7-10

 

Sensualità e spiritualità

Se consideriamo le tecniche sperimentali per l’ incisione, in esse respiriamo lo stesso temperamento pànico della sua pittura, da quest’ultima sempre contaminate, con la vocazione intima ad indugiare sul doppio binario di sensualità e spiritualità, attraverso la costante azione sulla mutabilità e la permanenza del gesto. Con la matrice l’artista afferma di lottare, quasi che un elemento simbolico tenti di appropriarsi di un metodo squisitamente materiale per farsi immagine concreta, e che di questa lotta resti testimonianza nel segno contrapposto al colore. Segno e Colore: forze autonome in grado di evocare fantasmi figurali nella danza discontinua, dove il tratto domina cambiando più volte andamento. Stemperato, spezzato o morbidamente lineare il segno genera un racconto, un’evoluzione sulla matrice che non segua confini progettuali stretti, accogliendo il caso nell’idea.

Debora Antonello osserva il mondo da dentro le fronde di un albero, ma si avvicina al nostro sguardo con coscienza, nella messa in pratica di un procedimento metodico, quasi scientifico, come suggerisce la successione  degli stati della realizzazione ad incisione.

 

Incisione sensibile. Work in progress, Antonello

Incisione sensuale e spirituale. Debora Antonello, Work in progress dellopera Scende il silenzio, 2018, tecnica mista su cartone


L’irrazionale necessario

Secondo il filosofo della Scienza Gaston Bachelard l’immaginazione quale espressione dell’istinto e dell’irrazionalità costituisce un ostacolo alla realizzazione piena della ragione. Il progresso ha carattere discontinuo perché pensiero razionale e immaginazione sono in rapporto dialettico: l’uno vive quasi in competizione dell’altro, ma sono componenti essenziali dell’uomo nella modernità. E’ dall’osservazione della Natura, dei suoi fenomeni che nasce la Scienza, ma a trasmetterci la sua forza vitale, a cantare la rispondenza di un sentimento profondo nella semplicità di una fioritura, sono più spesso gli artisti, essi ci aiutano ad “accedere a un mondo di primitiva bellezza”.  

Il ricongiungimento con la nostra essenza carnale e passeggera, con il nostro provenire dalla terra, non avviene nel riconoscimento delle leggi che governano il mondo, ma dall’intensità con cui ci sanno emozionare, nelle quali ci riconosciamo com-partecipi.

 

Incisione di Debora Antonello. Oggi al tempo del Corona Virus

Incisione sensibile e spirituale. Debora Antonello, Ti voglio guardare, 19 marzo 2020


Incisione, Natura e Scienza

Per l’artista la riconciliazione degli opposti, rappresentati dalla componente più materica e da quella più ariosa e fluida, si ritrova nella logica formale delle opere d’ incisione create per la galleria Saoh di Tokyo. I soggetti e lo stile sono figli di una sperimentazione tecnica sulla resa simbolica della forma nel suo rapporto spaziale, e sono pure sintomatici di un’affinità elettiva tra l’opera di Antonello e il Giappone. La cultura del paese è identificabile in una contrapposizione pacificata tra la tecnologia sfrenata e il legame a valori tradizionali, nel forte nesso con la Natura. Questa dialettica a ben vedere rappresenta il senso della sopravvivenza dell’incisione nella modernità, e forse, senza la pretesa di guardare con occhi oggettivi, l’essenza della ricerca di Debora Antonello.

 

Incisione di Debora Antonello, tecnica mista

Incisione sensibile e spirituale. Antonello, Piccola poesia


L’orizzonte giapponese

L’artista è stata chiamata diverse volte in Giappone,  ad esporre e tenere seminari a Tokyo e Matsudo. Una sua opera è al Metropolitan Museum della capitale. Delle ultime quattro mostre personali d’ incisione alla Saoh ricordo il titolo Guardo Il Cielo, vedo la Terra (2018), evocativo della sua poetica. Qui il segno supera la funzione di guida geometrica astratta per farsi segnale di un passaggio, della narrazione di un processo di illuminazione nell’accoglienza del paesaggio nel pensiero. Le linee si contaminano, si sovrappongono alle coagulazioni materiche che definiscono un elemento figurale, emergente dalla onnipresente linea dell’orizzonte. La presenza evocativa di aperture, disassamenti tra le linee, i corpi astratti e il fondo, non hanno funzione di rottura drammatica ma aprono letteralmente uno spiraglio al respiro del tutto, verso la dimensione più spirituale dell’esistenza.

 

Incisione di Debora Antonello. In un'isola

Incisione sensibile e spirituale. In un’isola, Debora Antonello

 

Tra terra e cielo

La posizione dell’artista, figurata e concreta tra due mondi, il cielo e la terra, l’apparizione di una coagulazione cromatica o geometrica anche nel suggerimento figurativo ad un elemento naturale, è quella mediana. E’ il punto di vista di chi si pone nell’attimo della ricongiunzione, di un processo simbolico che è atto di aspirazione all’etereo, una dialettica resa dal procedimento ad incisione originale e diretto. Noi assistiamo alla manifestazione ultima di una componente terrena. Quello che viene stampato è in effetti un passo successivo della sperimentazione tecnica che avviene tutta sulla matrice, della cui matericità resta testimonianza evanescente.

Avvertiamo sulla carta il rilievo che il gesso o lo stucco si agglomerava su un elemento solitario, ma la stampa manuale lo rivela bidimensionale mediante velature. La fisicità è già trasfigurata nel corpo a corpo con la matrice che provoca interventi di accumulazione o di erosione attraverso i gesti. Sull’opera rimane traccia di questa lotta per far emergere una realtà immaginata che mescola visioni diverse su alcuni dettagli come un tronco o una nuvola , che si diluiscono e cambiano aspetto nel procedere degli stati.

 

Incisione sperimentale di Debora Antonello, Sensi

Incisione sensibile e spirituale. Debora Antonello, Sensi, 2011


Sintesi mistica

La manifestazione spirituale della Natura porta l’artista ad un misticismo della realtà, verso una sintesi formale che non lascia definire il suo lavoro figurativo o astratto tout court. Certo questa ambiguità non appare così esclusiva nella pittura, che cresce senza la separazione dei due momenti, nellincisione vera e propria e in fase di stampa. Risulta quindi meno logica e più istintuale, più complessa per la sua costituzione in un solo atto di simbolismo delicato.

 

Incisione sensibile. Debora Antonello,Luce accolta

Incisione sensibile e spirituale. Luce Accolta, tecnica mista di Debora Antonello


Scavare una soglia

E’ vero che “I suoi segni sono essenzialmente degli scavi”, come afferma Chiara Frigo nel 2011 sul catalogo della mostra Dialoghi Incisi. Sono scavi interiori, squarci di spiritualità negli elementi o nella geometria sorda del mondo. Ad essi però dona sempre la compagnia di una controparte, la porta sensibile di una fisicità che nel trasfigurarsi si schiude. Per questo osservare diversi stati dell’ incisione è calarsi nel processo formale di pari passo con quello poetico, dove il cromatismo più differente corrisponde all’insistenza su un elemento che è anche concetto. Ed ecco l’accumulazione, ecco l’intensità segnica con la sua “impressione” materica. Pieni e vuoti sono funzionali alla rivelazione. 

 

Incisione sensibile di Debora Antonello, stati a confronto

Incisione sensibile e spirituale. Due opere di Debora Antonello, a confronto due stati.


Sperimentazioni sulla matrice

La matrice può essere in legno, plexiglas, o metallo, senza l’impiego di acidi. Ma è sul cartone che Debora Antonello sperimenta pienamente una doppia espansione di spazialità nella commistione di elementi in rilievo, carta, vernici, smalti , gesso o sabbie e in profondità con l’ausilio dell’ incisione a  puntasecca. Essa contraddice i rilievi, scarnifica la superficie per creare umbratili spaccature o graffiature che l’inchiostro concretizzerà imbibendo. La restituzione del mondo nella sua misteriosa temporalità amplificata, avviene proprio nella dichiarazione formale della duplicità di condensazioni e sfaldamenti: presente e passato, aspirazione e memoria non rivali ma in rapporto dialettico di “entrata e uscita”delle energie. Una trasmutazione suggerita tra Yin e Yang, non a caso apprezzata dall’orientale sensibilità Zen. 

Michela Ongaretti

 

Incisione sensibile e spirituale. Un primo stato del 2020

Incisione sensibile e spirituale. Un primo stato di Debora Antonello, 2020

Incisione nella genesi, Debora Antonello

Incisione sensibile e spirituale. Una matrice di Debora Antonello, 2020

 

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