Kouroi, Dei ed Agoni alla ricerca di perfezione. La coincidenza degli opposti di Leonardo Greco
Agonismo, dal greco ἀγωνισμός «lotta», indica il particolare impegno di un atleta o di una squadra durante lo svolgimento di una gara; spirito combattivo, di emulazione.
Prendo in prestito la definizione dell’Enciclopedia Treccani per esplicitare il tema su cui ha fatto leva il Festival della Filosofia di Modena apertosi il 16 settembre. Nello stesso giorno e sullo stesso concetto cardine ha inaugurato la mostra Kouroi, Dei ed Agoni. La coincidenza degli opposti di Leonardo Greco, scoperta passeggiando per le centralissime vie della cittadina emiliana.

Kouroi, Dei ed Agoni. Particolare di un dipinto
Ci sono ancora alcuni giorni per poter visitare la mostra, curata e prodotta dallo spazio artistico Artekyp Open Studio Modena nei locali di via Torre 65. Fino al 6 ottobre per osservare il lavoro di Leonardo Greco che decide di esplorare il tema dell’agonismo dando ad esso una dimensione più intimista, una visione offerta attraverso il suo personale linguaggio gestuale e pittorico, sconfinando nell’installazione con l’utilizzo della scultura nel suo riferimento storico-artistico alla civiltà greca, fonte reale dell’origine del termine.

L’ingresso della mostra presso Artekyp
L’agonismo, lo spirito combattivo e propulsivo dato dalla dinamicità di diverse soggettività, viene qui compreso all’interno dell’interiorità di un soggetto, ovvero quelle diverse componenti sono qui le pulsioni opposte che trovano perfezione nel loro bilanciamento, “nel momento in cui bellezza, forza e vitalità sono all’apice e vengono a coincidere”.

Un particolare del lavoro di Greco sul tema dell’Agonismo in occasione del Festival Filosofia di Modena
Per il pittore, di formazione accademica umanistica quindi ben conscio del potere simbolico dei manufatti nella tradizione del pensiero, rimane senz’altro la necessità di riallacciarsi ad un’immagine vivida e concreta, potente ed esemplificativa di perfezione e sintesi estetica e delle pulsioni, come quella del Kouros greco arcaico. Sono tutte opere su carta a grafite e pastello con installazioni scultoree a bassorilievo dall’impasto materico bianco o colorato, accompagnate da un testo poetico dello stesso artista.

Pittura e scultura a confronto nel lavoro di Leonardo Greco
Quello che si configura come un modello etico ed estetico incontra la contemporaneità nel suo declinarsi in serie, nella moltiplicazione delle piccole sculture sulle opere pittoriche. Sono molte le sfaccettature, sono diversi gli esiti della lotta interiore per ciascun uomo e per la collettività costruita di tasselli di coscienze e di culture: da qui il discorso si fa corale nella miniatura, nella piccolezza del singolo rispetto all’impatto della massa fatta di differenze, ma coesa nella ricerca di un proprio personale equilibrio, una dichiarazione di pace in un sorriso arcaico.

Kouroi femminili ad Artekyp
Per tutti alla spalle, anche nei pezzi che presentano una versione femminile delle realizzazioni plastiche , c’è la pittura gestuale di Greco nella traccia che spesso insegue profili di alberi intricati ed evanescenti, a mio avviso visti nella fugacità di una visione in movimento. E’ il buio della notte prima dell’alba, è il mistero della natura ancestrale o ferina, dalla quale tutti emergiamo come argilla plasmata dalla civiltà. Non che abbia un valore negativo, di opposizione valoriale alla consapevolezza interiore, non è un pozzo senza fondo ma un limbo d’incubazione per azione e pensiero. Magma originario dal quale ci si immerge per riflettere e comprendere, una zona di ombra concentrativa e preziosa che si può osservare in tutta la serie “Take me to the stars” iniziata alcuni anni fa, e della quale questi lavori fanno parte.

Opera della serie “Take me to the stars” di Leonardo Greco in mostra a Modena
Il materiale impiegato potrebbe di per sé avere implicazioni simboliche coerenti. Le sculture sono in ceramica dentale, qualcosa di costruito appositamente dall’uomo per l’uomo, una perfezione artigianale tutta contemporanea per un bisogno altrettanto odierno che viene in diversi punti “sporcata” dalla pittura che non si limita, non si contiene nel suo ruolo di fondo, ma ambisce ad entrare in scena in primo piano. Il desiderio di raffigurare un ideale con il kouros e il suo inamovibile sorriso potrebbe allora dimostrare e far apparire ancora un pò lontano quello stesso ideale, nella possibilità di riconciliazione, ancor più che coincidenza compiuta degli opposti, rappresentati dall’apollinea e statica bellezza della scultura e del suo modello, a stretto contatto con la pittura dal movimento dionisiaco e istintuale.
Kouros e non più kouros, perfezione alla ricerca di una nuova perfezione.

I kouroi di Leonardo Greco
La pittura di Leonardo Greco vale sicuramente una visita ad Artekyp, spazio espositivo attivo da anni anche come luogo di produzione e di confronto per gli artisti. Incastonato tra gli edifici della parte storica più antica di Modena, è un interessante fucina di talenti secondo la nuova figuratività che sta prendendo piede nell’arte italiana, dalla quale spicca il nome di Mauro Barbieri. Artekyp apre spesso le porte al pubblico per coinvolgerlo nella didattica con corsi ed incontri. Si è di recente costituito come associazione culturale, per favorire lo scambio condiviso al fine di favorire i processi creativi dei partecipanti. Arnaldo Vignali è l’anima di questo gruppo e di queste mura insieme ad Angelo Ubertiello, disegnatore immaginifico.

L’artista accanto ad un suo lavoro
Leonardo Greco vive e lavora a Piumazzo (MO). Nel 2004 è tra i finalisti al Premio Italian Factory al SuperstudioPiù di Milano e partecipa alla Biennale Arti Nuove a San Benedetto del Tronto. Nel 2006 realizza un progetto personale alla Galleria Civica di Modena. Dello stesso anno è la partecipazione ad eventi collettivi come Allarmi 2 presso la Caserma de Cristoforis di Como e il Premio Razzano al Museo del Sannio di Benevento. Nel 2008 il suo lavoro viene inserito all’interno del volume Laboratorio Italia a cura di Ivan Quaroni. Nel 2013 viene selezionato per un programma di residenza di tre mesi al Glogauair Studio di Berlino.
Michela Ongaretti

Artekyp e Festival Filosofia, settembre 2016
1 comment
Peccato non poter vederla, mi piace molto il concetto dell’artista. Belle le foto, brava Michi!
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