Namize. Il mondo di Saba Masoumian da Villa Contemporanea

by Michela Ongaretti
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Namize è la mostra personale di Saba Masoumian da Villa Contemporanea, in chiusura il 21 dicembre. Dopo la partecipazione ad ArtVerona 2019 con l’installazione Lotus, Artscore esplora l’opera dell’artista iraniana, cercando di avvicinarsi alla sua poetica e invitando a seguirla nel suo sviluppo futuro. Con l’augurio di una nuova esposizione nel 2020

 

Namize. Nel mondo di Saba Masoumian

Namize, Saba Masoumian in mostra da Villa Contemporanea, Box, 2019. Courtesy Villa Contemporanea

 

Namize

Quando qualcuno mi domanda se l’artista è uomo o donna, generalmente rispondo che non m’importa, che non è essenziale saperlo. L’opera parla da sé, e per quanto l’arte rappresenti per me quella mediazione tra il fenomenico e l’infinita possibilità di piani interpretativi, l’indagine ha sempre un valore universale nel suo suggerimento introspettivo. Non stavolta, non di fronte alle installazioni scultoree di Saba Masoumian, in mostra fino al 21 dicembre. 

Namize è la seconda personale concepita e presentata da Villa Contemporanea nell’elegante e borghese via Bergamo di Monza. In antitesi con l’atmosfera della strada, lo scenario nella galleria è uno squarcio nell’anima di ciascun individuo osservante, ma è anche una finestra delicatamente socchiusa con piccole mani da orefice, attraverso la grazia di una storia al femminile.

 

Namize. Mostra di Saba Masoumian

Namize, Saba Masoumian in mostra da Villa Contemporanea, Box con citazione di Mello da Gubbio, 2019. Courtesy Villa Contemporanea

 

Tempus tantum nostrum est

Con Namize non serve musica per seguire il ritmo della costruzione, nel dialogo tra gli elementi interni alle singole installazioni e nel loro presentarsi come unità di percorso. Il racconto funziona nell’insieme e nel flusso di una serie, da completare tutto d’un fiato.

Ciascuna di queste opere racchiude la poetica del tempo che consuma, e al contempo costruisce un nuovo senso nella contemplazione della rigenerazione che avviene organicamente, necessariamente, incessantemente. In questo sfibrarsi e ricomporsi della materia la memoria è libera di aggrapparsi al passato, quello delle origini personali o quello suggerito dalla Storia ( dell’Arte), di una tradizione che ormai è sfumata o rimescolata, tra Iran e Italia, tra quella riconoscibile per tutti eppure così carica di personali reminiscenze e incontri.

 

Namize. Opera di Saba Masoumian

Namize. Il mondo di Saba Masoumian, 2019. Courtesy Villa Contemporanea

 

Casa di Bambola

La luce è chiara nello spazio della galleria e nello spazio della scultura. Namize è candore soprannaturale sporcato dall’identità terrena, trasformato in passaggio con alcuni elementi che firmano, connotano l’identità culturale integrata e riassorbita nel sogno, o semplicemente nella lontananza. E’ proprio nel presentarsi come miniature di ambienti domestici  che queste scatole all’apparenza in muratura ci riconducono al passato della vita, all’infanzia, che come ogni casa di bambola che si rispetti, cesella il presente e suggerisce il destino, di una bambina. 

 

Namize. Mostra di Saba Masoumian, particolare con specchio

Namize, Saba Masoumian in mostra. L’artista riflessa nello specchio.

 

Disciplina per il Simbolo

La parvenza candida, la precisione e la minutezza dei dettagli sono però rivolte a particolari decadenti, all’interno meno borghese, quello del bagno con le sue tubature e i meno poetici sanitari. Sono stanze che siamo portati a credere siano in porcellana preziosa, ma che lo spirito e la tecnica costruttivi e decostruttivi dell’artista realizzano in un materiale povero come il poliuretano espanso, irriconoscibile dalla perizia di una colorazione e di una smaltatura sapiente. 

 Sono dunque questi mondi scatole dei ricordi, che non sono formati da cimeli tipici come foto e oggetti, ma dal linguaggio allegorico e teatrale: sono situazioni dove il passaggio dell’uomo, o il suo abbandono, pulsa di energia e di nostalgia. E’ interessante osservare come le presenze figurali e simboliche siano frutto di uno sviluppo recente nella ricerca di Saba Masoumian. In passato le stanze risultavano spoglie o senza riferimenti ad iconografie desunte da un repertorio storico, come mi mostra la gallerista Monica Villa in un lavoro di due anni prima, più tragico e meno lirico con un maiale squartato il cui sangue grondante può alludere a quello mestruale. 

 

Namize, Saba Masoumian. particolare con citazione di affresco pompeiano

Namize, mostra personale di Saba Masoumian da Villa Contemporanea. Box con citazione di un affresco pompeiano, 2019.

 

Natura Storia e Identità

In Namize invece se sono ancora in scena rimembranze, incubi, il dolore, la sessualità e l’inevitabile decadimento mortifero, ma nello spaesamento del non luogo, nell’ambiente domestico e  metafisico si materializzano presenze che riaccendono una possibilità di rinascita. Siamo tutti sopravvissuti alla vita. Qui il linguaggio dettagliato utilizza la leggiadria dell’uccello, per farsi metonimia dell’invincibilità della Natura sulla struttura architettonica, il riferimento al resto di un affresco pompeiano o di una Madonna per alludere alla continuità nella Storia, la descrizione di piccoli oggetti da bagno per custodire l’Identità. 

A proposito in una delle 7 installazioni in mostra, l’unica del 2018 che introduce lo sviluppo nel 2019 delle altre, è fuori di metafora un cameo della figura dell’artista la figura di spalle, riconoscibile se si guarda nello stesso suo specchio da cui si rimira.

 

Namize. particolare di un lavoro di Saba Masoumian

Namize. L’opera d’ingresso alla mostra di Saba Masoumian, 2019, particolare. Courtesy Villa Contemporanea

 

Mitologia è ambiguità

In alcuni lavori di Namize la Natura si intreccia alla Storia nelle decorazioni parietali, mentre nel lavoro dimensionalmente più rilevante abbiamo una eco del ricongiungimento iconografico alla cultura persiana di Lotus, alla sua mitologia. Situato in entrata della galleria, presenta dei veri e propri ibridi mitologici, conciliazione ed esplicitazione della cultura occidentale e iraniana, nell’ambiguità sessuale e culturale degli angeli demoniaci, sono creature con ali e zoccoli, con seni che allattano teste di umani senza contenuto e uccelli dalle fattezze umane, forse personificazioni del Presente e del Passato. Angeli dal corpo leggero in sospensione di volo contro una parete di decorazione da Lupanare. Tridimensionalità contro bidimensionalità di una spiritualità che non intende abbandonare il corpo.

 

Namize. Particolare di un lavoro nella prima sala.

Namize, Saba Masoumian in mostra da Villa Contemporanea. Particolare di un lavoro nella prima sala.

 

Lotus

Di Lotus in galleria resta nell’ultima settimana un video realizzato in occasione di ArtVerona 2019 su concessione del collezionista dellopera, che mostra bene anche i passaggi tecnici della realizzazione scultorea. Qui il linguaggio integrato della tradizione iconografica italiana e mediorientale lascia il posto al nostalgico riferimento alle sale di Apadana, il palazzo imperiale di Persepoli distrutto da un incendio. L’ulteriore sviluppo di concezione architettonica e di semantica degli elementi è data dalla tripartizione degli ambienti comunque contigui, in un fregio che rivendica la memoria della cultura d’origine, non stravolgendo la condizione identitaria del presente ma accogliendo il futuro con buona pace e accettazione del passato più lontano, nella tradizione esplicitata dalla decorazione ambientale e nella memoria più personale. Il garbo delle figure femminili achemenidi apre quel varco.

Michela Ongaretti

 

VILLA CONTEMPORANEA
Via Bergamo, 20
20900 Monza (MB)

http://www.villacontemporanea.it/

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