TOG E OPENDOT. IL DESIGN OPEN SOURCE PER LE DIVERSITA’. Incontro al Fab Lab di via Tertulliano
Open Source Design per le diversità: Opendot e TOG Together To Go.
Il design può essere sostenibile non solo per l’ambiente, ma anche per le persone, e la diversità tra le persone. Questa è la missione de “ L’oggetto che non c’è”, presentazione di un percorso ed esposizione dei progetti realizzati da Opendot, TOG e gli studenti delle università coinvolte nell’iniziativa, che si terrà lunedì 22 febbraio presso il Fab Lab di Opendot in via Tertulliano.

Il software per il re-design di Opendot
L’oggetto che ora c’è nasce grazie all’unione tra fabbricazione digitale, co-progettazione e autoproduzione, competenze di Opendot, come strumenti di supporto alla riabilitazione e per la disabilità.Per questa grande missione sociale è indispensabile la partecipazione di TOG, con tutta la sua esperienza e le conoscenze cinesiologiche e neuromotorie nell’ambito della riabilitazione neurologica infantile.
La sede di via Tertulliano è FabLab e centro di ricerca unico in Milano, dove la tecnologia digitale, l’artigianato e il design lavorano di pari passo e dove Opendot ha pensato e iniziato a sviluppare il progetto più vasto The Other Design, che ha l’ambizione di poter mostrare un cambiamento nel modo di fare design. Perchè è davvero possibile fare un altro design.

Opendot-Un esempio di co-progettazione, un giocattolo per la riabilitazione
Può essere un sistema “inclusivo”, quello di rilasciare in opensource i progetti per facilitare la loro diffusione e quindi amplificare il loro impatto sociale, sarebbe quindi accessibile a tutti coloro che localmente vogliano realizzare un prodotto.
Secondo questo pensiero piuttosto che produrre solo per una funzione, si realizzano oggetti unici, modulabili sulle necessità degli utenti.
Inoltre la personalizzazione e l’accessibilità sono reali incentivando la collaborazione tra progettisti e utenti, insieme possono creare direttamente all’interno dei FabLab, utilizzando tecnologie di fabbricazione digitale.

Operatori TOG al lavoro su un piccolo paziente
TOG, Together To Go, onlus che ha creato nel 2011 un centro di eccellenza per la riabilitazione di bambini colpiti da patologie neurologiche complesse, incontra Opendot con “L’oggetto che non c’è” per studiare e fornire nuovi strumenti utili per l’attività riabilitativa della Fondazione agli operatori, al personale clinico e alle famiglie dei bambini malati
Ma come si sviluppa il percorso di collaborazione?
In tre fasi principali:
La progettazione di un software che permetta agli operatori TOG la scansione dei tutori in gesso per creare un modello formata dalla stampa 3d, più leggero personalizzabile e lavabile . Le nuove tecnologie digitali sono qui utili e indispensabili ai progetti di innovazione ortopedica.
La seconda fase è dedicata al re-design di ausili, sistemi cognitivi e giochi, per la riabilitazione. Parliamo di progettazione allargata di ausili sanitari in cooperazione con operatori famiglie e maker: la ricerca si pone al servizio dell’integrazione sociale dato che i piccoli pazienti con deficit comportamentali, motori o cognitivi, sono aiutati nell’apprendimento di gesti e movimenti specifici per dare loro maggiore autonomia e favorire quindi le attività quotidiane.
Infine si è attuato un piano di co-progettazione con alcune università per affrontare il tema della disabilità, utilizzando l’approccio maker. Hanno partecipato NABA e Domus Academy – in collaborazione con IKEA – attraverso corsi di co-progettazione allargata con genitori e figli che presentano le loro necessità necessità reali di funzione degli oggetti della vita quotidiana. Ha contribuito anche Niel Liesmons dell’Università di Gent con la sua tesi di Master “Custom Seating”, sulla semplificazione, ed economicità degli strumenti, di progetto e produzione di oggetti su misura.
TOG-TOGETHER TO GO (TOG) Onlus è un’organizzazione di utilità sociale. Nella sede di Viale Famagosta 75 a Milano c’è un Centro di Eccellenza per la riabilitazione di bambini colpiti da patologie neurologiche complesse, Unica struttura in città che gestisce la riabilitazione complessa che deve essere tempestiva e adeguata quantitativamente e qualitativamente, alla poliedricità dei diversi problemi. TOG svolge una intensa attività di raccolta fondi perché non ha alcuna sovvenzione pubblica o istituzionale e le terapie sono per i pazienti totalmente gratuite.

Vista del FabLab Opendot in via Tertulliano
OPENDOT– Prima c’era dotdotdot, dal 2004 a Milano uno studio di progettazione e interaction design. Si è sentita poi l’esigenza di creare laboratorio per la fabbricazione digitale, la prototipazione rapida e la sperimentazione un dei progetti realizzati. E’ a tutti gli effetti un FabLab per progettare e produrre unendo tecnologie digitali e artigianato, a disposizione di tutti, giovani, imprese creative, scuole. La conoscenza che va condivisa secondo la filosofia maker della collaborazione
Lunedì 22 febbraio dalle ore 19, Fab Lab di Opendot, via Tertulliano 70
Michela Ongaretti