Agrigento a Milano con L’Eco del Classico. L’Archeologia incontra il Novecento di Francesco Messina.
Agrigento e la sua archeologia incontrano l’arte contemporanea e la scultura di Francesco Messina nel museo dedicato all’artista. Per l’estate 2018 uno straordinario corpus di oltre 150 reperti dalla Valle dei Templi è stato accolto a Milano per la mostra L’Eco del Classico, che continuerà fino al 21 ottobre.
Una mostra nata dalla cooperazione istituzionale
L’esposizione è realizzata dal Comune di Milano, Assessorato alla Cultura – Studio Museo Francesco Messina e dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi. In collaborazione con il Museo Archeologico Regionale “Pietro Griffo”, con la Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio, Varese. Ideata e curata dalla direttrice del museo Maria Fratelli, con Giuseppe Parello e Maria Serena Rizzo.
L’archeologia entra nel mondo di Francesco Messina
Il taglio scientifico e culturale distingue la mostra costituita dal prestito di reperti recentemente rinvenuti nella Valle dei Templi, frutto del riconoscimento e della catalogazione dell’equipe siciliana del sito. Ad essi sono accompagnati pezzi provenienti dal Museo Pietro Griffo di Agrigento e dalle raccolte della Soprintendenza ai beni Culturali di Agrigento.
Francesco Messina nel corso della sua carriera ha amato e collezionato l’arte antica che ha studiato e alla quale si è ispirato: rappresenta quindi un istruttivo confronto l’accostamento dei reperti da Agrigento a quelli della sua poco nota collezione conservata dalla Soprintendenza Archeologica di Milano.
L’Eco del Classico si configura come un triplice incontro, grazie al dialogo tra questi due nuclei e un terzo, costituito dalle opere da quelle “classiche” dello scultore di origine siciliana. I lavori plastici di Messina sono disseminati nello spazio della chiesa sconsacrata di San Sisto dimostrando quanto l’osservazione del passato possa portare nell’elaborazione di un artista ad esiti innovativi, innestandosi ad uno stile molto personale la cui maturità è frutto di studio e pratica disciplinare costante .
Agrigento a Milano
Se l’obiettivo è quindi quello di mostrare l’assimilazione e il perdurare della classicità nel Novecento, come un paradigma ideale e di forma costantemente ripreso nei secoli passati della nostra Storia dell’arte e ancora necessario alla contemporaneità, non si dimentica anche la visione di quanti non abbiano mai visitato la Valle dei Templi. Luogo che si arricchisce di anno in anno con nuove scoperte, grazie allo sforzo costante dei professionisti che vi operano.
Quella classicità i cui reperti costituiscono la materializzazione di un pensiero e ampio, che ha costituito le basi del pensiero e della storia in occidente, è la protagonista indiscussa nello stile di uno scultore che ha portato a Milano la luce e il respiro della Magna Grecia attraverso le sue opere.
Il percorso espositivo
E’ studiato per valorizzare quindi antico e moderno in uno spazio storico unico nel pieno centro della città più cosmopolita d’Italia. Due realtà che si richiamano con L’Eco dell’Antico, come hanno sottolineato le parole dell’Assessore alla Cultura del Comune Filippo Del Corno: “La centralità di Milano si manifesta in questa mostra che porta uno dei siti archeologici più noti del pianeta, la Valle dei Templi di Agrigento, dentro la chiesa sconsacrata di San Sisto nel centro della Milano romana”.
Nella navata dell’ex chiesa di San Sisto troviamo reperti archeologici datati dal VI secolo a.C. al XIV secolo d.C. fra cui statue di piccole dimensioni in terracotta, busti fittili, teste in marmo, porfido e creta, vasi in terracotta a figure nere e figure rosse, lucerne, frammenti di diversa natura in pasta vitrea, madreperla, osso, monete in bronzo, sigilli in ambra.
Accanto ad alcuni reperti collezionati da Francesco Messina nel corso della vita si possono anche osservare, sul fondo della sala, frammenti preziosissimi della straordinaria scoperta del teatro e del santuario dell’antica polis Akragas, l’odierna Agrigento, negli ultimi anni emersi grazie alle campagne di scavo della Valle dei Templi, coordinate dal direttore Giuseppe Parello e dalle archeologhe del Parco Valentina Caminneci, Maria Concetta Parello e Maria Serena Rizzo. Tra gli evidenti riferimenti formali di Messina all’archeologia della sua terra d’origine vediamo ad esempio esempio l’Efebo del 1959 che dialoga con gli archetipi antichi e il calco in gesso del Guerriero di Agrigento.
A Mediolanum la quotidianità di Akragas
Visibile dal centro della sala, la restituzione di una porzione di scavo archeologico nel piano interrato. La vita quotidiana nell’antica città di Akragas è suggerita dall affioramento della parte inferiore di un forno del periodo tardo antico, nell’ambiente di una casa destinata alla preparazione del pane. Si tratta di un rifacimento nel cuore del Museo, orientato in base agli assi principali dell’urbanistica romana in corrispondenza dell’incrocio tra il cardo e il decumano di Mediolanum. Così la posizione dello scavo conferma ancora una volta l’ideale paragone tra le due città di Milano e Agrigento, accomunate da una formidabile stratificazione storica e culturale.
Come afferma Maria Fratelli: “Di quanto importanti siano le città antiche, nel senso più ampio della civitas, tratta questa mostra che accoglie nel cuore della città romana di Mediolanum le vestigia dell’antica Akragas“.
Il progetto di allestimento
Progettato da Maddalena D’Alfonso e realizzato da Easy Holidays, offre una scenografia verticale grazie alla struttura delle vetrine a tutela dei reperti nella navata centrale, affiancate da una dettagliata catalogazione e da alcuni pannelli di approfondimento. Un tavolo è inoltre dedicato ai documenti che raccontano i ritrovamenti dello spettacolare teatro ellenistico, e del santuario.
Tutto contribuisce a ricreare l’atmosfera dei musei archeologici che corredano l’area della Valle dei Templi.
Sguardi contemporanei
Un’ulteriore suggestione del collegamento tra passato e presente è proposta mediante tre interventi contemporanei. L’esposizione di una selezione di acquerelli del pittore greco Pavlos Habidis, parte del progetto “Spring in the Valley”, residenza presso il Parco Archeologico di Agrigento. Ancora il grande olio “I Dioscuri” dell’artista Giuseppe Colombo, e gli scatti di Annalisa Marchionna che raccontano infine la vita della Valle attraverso le storie dei suoi abitanti.
Visite guidate di fine estate
Artscore.it ha visitato la mostra durante la caligola agostana, che in quel momento pareva ancor più unificare Milano ad Agrigento. Non è stato però faticoso seguire il percorso elaborato, come già accennato, grazie all’appoggio e alla collaborazione di importanti istituzioni scientifiche.
Sarà ancora più valorizzante essere seguiti durante la visita da guide professionali, e sarà ancora possibile farlo gratis alle ore 16 di martedì 18 settembre, mercoledì 3 ottobre e martedì 9 ottobre.
Passato per il Futuro
Prima della chiusura sarà presentato un catalogo con le immagini dell’allestimento e testi, coprodotto dal Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento e Comune di Milano – Studio Museo Francesco Messina.
Un volume per lasciare testimonianza viva agli studiosi di quanto l’archeologia possa essere attuale per l’arte di oggi, come spiega il direttore del parco Archeologico della valle dei Templi Giuseppe Parello: “I capolavori del passato, in dialogo con le opere di Francesco Messina, riescono a instaurare dinamiche comunicative attuali e a rivelare come la lettura del mondo classico, nel suo pieno potenziale, sia generatrice di nuove espressioni artistiche“.
Michela Ongaretti
L’ECO DEL CLASSICO. La Valle dei Templi di Agrigento allo Studio Museo Francesco Messina di Milano
via San Sisto 4/A – Milano
Fino al 21 ottobre 2018. Da martedì a domenica, ore 10-18. Lunedì chiuso
Ingresso libero