Anni ottanta ad arte in una mostra attesissima. A giugno hanno riaperto anche le Gallerie d’Italia con una mostra tematica che affronta per emblemi e casi la pittura italiana di un decennio iconico.
Pittura alla ribalta
Painting is back. Anni Ottanta, la pittura in Italia, ideata e curata da Luca Massimo Barbero, presenta una selezione di opere emblematiche di Enzo Cucchi, Gino De Dominicis, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Mario Schifano, Salvo, Franco Angeli, Aldo Mondino, Studio Azzurro, Mario Merz, Carol Rama, Sandro Chia, Mimmo Germanà, Ernesto Tatafiore. Nicola De Maria, Francesco Clemente, Aldo Spoldi, Emilio Tadini, Mimmo Rotella, Valerio Adami ed Enrico Baj.
La distanza di quarant’anni permette di fare luce, con l’obiettività della distanza storica, sugli aspetti di novità e vitalità di una disciplina che in quella stagione torna alla ribalta internazionale, con una fama straordinaria per i suoi protagonisti. Di nuovo conosciuta dal grande pubblico, amata e collezionata, anche se la pittura in Italia non è mai tramontata, quella di Painting is back è un’arte che viene presentata in maniera trasversale attraverso episodi rivelatori e che si rivolge soprattutto al pubblico delle nuove generazioni.
Anni ottanta. Il nuovo sistema dell’arte
Polimorfi, provocatori, carichi di propositività e nuovi slanci furono gli anni ottanta nell’arte come il segno che lascia questa mostra con il meglio della produzione pittura dell’epoca. Senza escludere una vissuta trasversalità, rappresentata dall’elemento video-installativo de Il Nuotatore di Studio Azzurro, del 1984.
Fu un periodo di rilancio economico e culturale, che spinse ad un’energia internazionale di scambio tra artisti e di esposizioni ricche di protagonisti mondiali, dove gli italiani fanno riconoscere la loro personalità dirompente nel “sistema dell’arte” che inizia a configurarsi come globale. Le più importanti gallerie di New York, Colonia, Zurigo coesistono da quel periodo in un mercato integrato con quelle di Modena, Napoli, Milano o Torino. L’Italia negli anni Ottanta intesse un tessuto vitale e vibrante, osservato dal resto del mondo.
Il panorama di Painting is Back è sfaccettato da quelle personalità artistiche che parteciparono ad eventi espositivi internazionali come la Biennale di Venezia e Documenta di Kassel, o le grandi mostre epocali come Europa79 a Stoccarda (1979), A New Spirit in Painting alla Royal Academy di Londra (1981) e Zeitgeist a Berlino (1982). In quest’ultima occasione il New York Times osservò: “Gli Italiani […] sono dappertutto”.
Avanguardia e tradizione transgenerazionale
Alcuni dipinti in mostra sono di proprietà di Intesa Sanpaolo mentre altri provengono da prestiti di collezioni private.
Gli anni Ottanta sono letti come un fermento generazionale che tocca sia gli aderenti alla Transavanguardia teorizzata da Achille Bonito Oliva su Flash Art nel 1979, che chi lavora più in continuità con le generazioni precedenti. Tra questi Mario Schifano, in mostra con tele inedite, singolari per l’intensità dei colori, Salvo, con paesaggi palpitanti di rovine e malinconia sognante.
Franco Angeli che superò l’etichetta “pop” verso un’analisi critica ed esistenziale della società, intrisi di memorie personali e collettive, qui con l’omaggio metafisico e geometrico alle atmosfere sospese della sua città nella grande tela Notturno romano. Aldo Mondino, eclettico sperimentatore alla ricerca di visioni multietniche nell’inclusione delle esperienze di viaggio in Medioriente, che rendono la sua pittura una figurazione identitaria, anche tattile.
Premonizioni
La mostra affonda nelle radici della creatività del decennio, partendo da opere tra il 1977 e il 1980 considerate germinali, come quelle di Gino De Dominicis. Autore mai allineato a nessuna tendenza o avanguardia, senza confini disciplinari, anche in mostra è presente con lavori diversificati per soggetti e tecnica realizzativa. Unico denominatore in questa pittura lineare e di sintesi cromatica è il topos dell’immortalità: solo l’energia dell’arte può arrestare il tempo.
Luigi Ontani è un personaggio chiave dell’estetica degli anni Settanta e Ottanta, con sviluppi molto personali, in nuce fin dai lavori meno recenti. Uso non a caso il termine personaggio perché in scena è spesso la sua immagine. La metamorfosi non è solo esplorata attraverso l’autoritratto ma è una costante legata all’ambiguità ludica di matrice letteraria e mitologica, integrata alla conoscenza delle simbologie orientali sin dal primo viaggio in India nel 1974. Le opere di Mimmo Paladino, considerato un maestro della pittura italiana mostrano qui l’ironia, il piacere della libertà della pittura dopo la ricerca concettuale dei primi anni ’70.
Questi autori con la massima libertà interpretano la tradizione visiva italiana anche attraverso il disegno e il supporto fotografico quali strumenti per l’indagine pittorica.
Un universo di individualità
Non si intende il periodo con una coerenza di intenti ma come un coacervo di individualità autoriali forti e diversificate.
Carol Rama, outsider tra gli outsiders, con la sua pittura visionaria e soggettiva, carica di erotismo e sensualità tragiche. Protagonista del Novecento, dagli acquerelli scandalosi degli anni 30 alla direzione astratta, nell’utilizzo di materiali extra pittorici, fino al 1980, consacrata nella mostra L’altra metà dell’avanguardia a cura di Lea Vergine. E’ l’inizio di un decennio che rinnova la sua figurazione surreale.
Accanto coeve opere di Mario Merz che dopo l’esperienza dell’arte povera riscopre a fine anni 70 il linguaggio pittorico per indagare i miti dell’umanità, come la progressione numerica di Fibonacci, studiata dalla fine degli anni Sessanta, qui visualizzata nella modalità di crescita a spirale d’una chiocciola. I dipinti di Mimmo Germanà insieme ad Ernesto Tatafiore sono in dialogo aperto con Il Pittore di Sandro Chia. Le giocose e poetiche composizioni di Aldo Spoldi si confrontano con la sperimentazione della pittura murale di Nicola De Maria, mentre dalla collezione della banca si rende pubblico l’opera di Francesco Clemente Senza titolo del 1980.
Ultimo solo per questa mia sezione, ma primo in ordine di apparizione, il dipinto Le stimmate (1980) dal percorso di Enzo Cucchi, esempio dell’energia simbolica e cromatica dell’epoca. Colore che non è mai separato dalla materia, attraverso una sperimentazione che ingloba oggetti fino a raggiungere una dimensione scultorea. La figura dell’artista, o del poeta nel suggestivo dipinto dedicato a Rimbaud, è per Cucchi errante, al centro di un viaggio emozionale tra luce e buio dell’esistenza.
Dal mileu di sperimentazione milanese
La trasversalità dell’esposizione tocca anche personalità complesse come Emilio Tadini che fu un intellettuale completo, traduttore, critico, drammaturgo e giornalista. Pittore dalla fine degli anni Cinquanta, subisce l’influsso della pop art inglese e partecipa al vivace clima milanese della Nuova Figurazione. ll ciclo Oltremare può esser letto come rappresentazione stessa del fare pittorico, come affiorare della memoria ad un luogo che “non è reale ma fantasmatico”, secondo le parole di Quintavalle.
La mostra accosta gli esempi della sperimentazione pop con gli strappi di Mimmo Rotella, stabilitosi a Milano dopo l’esperienza parigina, al il racconto attraverso una figurazione lineare di Valerio Adami. Sempre dal milieu milanese ma con una stanza tutta per sè è Enrico Baj rappresentato da quattro dipinti rari della collezione di Intesa Sanpaolo: sono datati tra gli anni Cinquanta e Sessanta, utili a mostrare la maturazione del linguaggio che fiorisce nell’enorme dipinto a spray del 1983 Il mondo delle idee. Diciannove metri attualissimi nell’affinità con i graffiti ancora poco diffusi nell’Italia degli anni Ottanta, anche se secondo il mio parere l’esperimento, e il valore di documento storico, non sia accostabile alle scelte curatoriali e ai capolavori della mostra.
La suggestione di Salvo
“Perché negarsi il piacere del colore?” Salvo è tra i precursori del “ ritorno alla pittura” fin dagli anni Settanta. Indimenticabile il mondo immaginifico evocato dal grande dipinto in mostra. Per la sua concezione di colore che conduce un ritmo, una narrazione che trasporta verso la “ descrizione di una cosa vera che alla fine diventa un sogno”.
Il soggetto delle rovine incorpora diverse matrici culturali, la classicità come costante di tanta pittura italiana e il Romanticismo che Salvo legge secondo lo spirito sperimentale, in una versione su cartoni di recupero, come aveva utilizzato la fotografia nella rilettura di artisti del Quattrocento, con una sintesi che si carica di lirismo e di echi metafisici.
Due edizioni per Painting is back
Articoli, interviste e documenti dedicati all’Italian wave degli anni ottanta in mostra si potranno leggere su un numero speciale di Flash Art, la rivista che contribuì a diffondere la cultura artistica italiana internazionale. ll catalogo edito da Gallerie d’Italia | Skira completa l’approfondimento sulla temperie culturale di quegli anni, non solo relativo alle arti visive, rivolgendosi come l’esposizione alle nuove generazioni. Raccoglie saggi e interventi di Luca Massimo Barbero, con gli interventi di Cristina Beltrami, Michele Bonuomo, Maria Luisa Frisa, Chiara Mari, Luca Scarlini e di Studio Azzurro.
Michela Ongaretti
Painting is back. Anni Ottanta, la pittura in Italia. Fino al 3 ottobre 2021 presso Gallerie d’Italia ,Piazza della Scala 6, Milano.