Inferno, la retrospettiva di rilievo internazionale curata da Jean Clair e Laura Bossi continua fino al 23 gennaio 2022 presso le Scuderie del Quirinale. L’obiettivo è quello di rendere omaggio a Dante Alighieri in occasione del settimo centenario della morte, riunendo 232 preziose opere, prestiti di prestigiosi musei da tutto il mondo.
Dal Medioevo ai nostri giorni
La grande esposizione indaga l’universo infernale dantesco, i suoi paesaggi e suoi abitanti, gli incontri commoventi o mostruosi, secondo l’interpretazione degli artisti che dal Medioevo alla Contemporaneità sono stati affascinati da quel percorso conoscitivo e simbolico. «Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita». Nella Divina Commedia tutto inizia dalla suggestione di un ambiente notturno, ben presto sotterraneo, la cui inquietudine rivive a Roma, nei capolavori di pittura e scultura.
Inferno è la più importante esposizione d’arte dedicata a questo tema. Racconta la persistenza dell’iconografia fino ai nostri giorni attraverso opere d’arte concesse in prestito da oltre ottanta musei, raccolte pubbliche e prestigiose collezioni private, provenienti dall’Italia e dal Vaticano, Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Portogallo, Belgio, Svizzera, Lussemburgo, Bulgaria.
Soggetti dagli inferi
Il percorso espositivo si fonda sulla visione di Dante del mondo ultraterreno, volta ad interrogarsi sull’evoluzione del concetto di male e della sua condanna, sia nella prima cantica della Divina Commedia che secondo un’evoluzione storica. La mostra affronta soggetti distinti, secondo una cronologia trasversale. La prima parte è dedicata all’inferno come fu descritto dal Sommo poeta; le opere esposte trattano la sua origine come regno di Lucifero, il Giudizio che condanna i dannati in eterno dopo la morte, la topografia del cono infernale, la natura multiforme del Diavolo e le tentazioni con cui cerca di attrarci.
In seguito si suggerisce la visione di un inferno concreto, tangibile nella quotidianità, attraverso le opere dedicate interamente all’orrore vissuto e creato dall’uomo sulla Terra. Come sostiene l’ideatore e curatore della mostra Jean Clair, la rassegna non vuole focalizzare l’attenzione sull’Apocalisse. Al contrario, l’obiettivo è proprio quello di descrivere la traslitterazione terrena dell’inferno nelle devastazioni reali causate dalla guerra, dall’angoscia della reclusione, dal lavoro alienante e tossico, dal buio della follia e dall’incubo del genocidio.
Una metafora della sofferenza
L’ inferno viene esplorato come luogo di penitenza eterna, metafora della sofferenza e dell’alienazione umana, affrontando tutto ciò che si riferisce al male: la morte, la crudeltà dell’uomo, la guerra, la prigionia, ma anche come percorso spirituale che può portare ad una rinascita e alla salvezza individuale e collettiva.
La mostra ripercorre il significato di inferno nel corso dei secoli sino ai nostri giorni, concretizzando un concetto che da sempre ha acceso la nostra immaginazione. A partire da quello dantesco, luogo della miseria morale in cui versa l’umanità decaduta, privata ormai della grazia divina capace di illuminare le azioni degli uomini, all’universo orrifico dell’arte della miniatura medievale, sino alle bellissime visioni del Rinascimento. Alle Scuderie del Quirinale osserviamo anche dipinti dell’Ottocento romantico e interpretazioni psicoanalitiche del secolo scorso. Clair crea un viaggio cronologico di visioni aventi un unico denominatore comune: la soggettiva interpretazione del mondo degli inferi che Dante definì una mirabile visione.
Espiazione e salvezza
L’effetto d’ insieme è eterogeneo per epoche e stili, proponendo un racconto per immagini della potenza visiva e creativa dell’opera letteraria che ha segnato la storia della lingua italiana. L’esposizione si conclude con una riflessione sul Paradiso, luogo della poesia e della rinascita spirituale ed estetica. La visione catastrofica dantesca offre la possibilità di verificare la persistenza nella nostra coscienza collettiva dei concetti di peccato e castigo, di dannazione ed espiazione, ma anche di redenzione e salvezza.
La grande rassegna è un chiaro invito a riflettere sulla condizione di inferno terreno, ma non perdendo mai la speranza, nei momenti di sconforto e di disperazione, di rinascere e superare gli ostacoli che incombono sull’uomo lungo il suo cammino esistenziale.
Una Storia della dannazione nell’Arte
Introduce l’esposizione La caduta degli angeli ribelli, la fastosa scultura di Francesco Bertos, una vertiginosa piramide di sessanta figure scolpite da un unico blocco di marmo, composta da un vorticoso groviglio di corpi avvinghiati che precipitano nell’abisso. A seguire notiamo la pala d’altare del Beato Angelico, Il Giudizio Finale, dipinto nel 1431. Rappresenta il tema del Giudizio universale: sulla destra è osservabile il mondo degli inferi, dove i diavoli cacciano con forza i dannati, prima di essere smistati nei nove gironi. Dalle opere pittoriche medievali e rinascimentali si passa al modello in gesso in scala 1:1 della monumentale Porta dell’Inferno di Auguste Rodin e il Demonio in legno policromo di Valladolid.
Romanticismo e tentazioni
Tra le opere più amate della mostra vi è sicuramente Dante e Virgilio di William Adolphe Bouguereau. I personaggi, esiliati nella semi oscurità dell’Ottavo Cerchio riservato ai Falsari, osservano inorriditi la selvaggia lotta tra i dannati dalla muscolatura scultorea Capocchio e Gianni Schicchi, mentre un demone in volo sogghigna soddisfatto. Segue una selezione di dipinti di epoca romantica dedicata agli amanti Paolo e Francesca, travolti dalla bufera, metafora della loro passione terrena.
Una sezione è dedicata anche alla Tentazione di Sant’Antonio. Tra le più celebri troviamo quella di Antonio Morelli, tra tardo Romanticismo e Realismo, dove il Santo è rappresentato nel tentativo di combattere la seduzione della carne. Le stesse lusinghe sono presenti nel Teatrino napoletano animato da pupi catanesi e palermitani, e nell’inquietante opera di Salvator Rosa, dove domina un orripilante mostro.
Inferno e Paradiso
Altri capolavori del passato fanno parte del percorso. Dalla Voragine infernale di Sandro Botticelli, eccezionale dipinto su pergamena eseguito dal pittore fiorentino per illustrare la Divina Commedia, alla grande e celeberrima tela di Gustave Doré dove Dante e la sua guida Virgilio vedono il lago ghiacciato Cocito, luogo in cui i peccatori colpevoli di tradimento sono continuamente tormentati.
Tra le innumerevoli opere iconiche spicca l’imponente olio del Lucifero dipinto nel 1890 da Franz von Stuck: qui il sovrano del male viene rappresentato come figura pensosa mentre fissa lo spettatore in modo insistente e inquietante, con occhi gialli e magnetici. Come accennato, l’esplorazione artistica attraversa il mondo degli inferi per condurre lo spettatore verso l’evocazione dell’idea di redenzione e di salvezza. Arriviamo quindi alle agognate stelle di Dante in una serie di opere dedicate alle indagini celesti. Dalla Via Lattea alla Costellazione di Orione, dalle riprese effettuate dalla Nasa alle “Stelle Cadenti” di Anselm Kiefer, fino a “La costellazione” dipinta da Gerhard Richter.
Alisia Viola