Lori Nix presso Paci Contemporary nella nuova sede bresciana. E’possibile deliziarsi con l’ultima mostra della nota artista fino al 30 settembre 2020.
Una personale intensa che ripercorre alcune tappe della carriera di questa artista, oltre alla nuova serie “The City”. Americana, classe 1969, originaria del Kansas, cresciuta in un piccolo centro rurale, fin da piccola è stata affascinata dalle calamità che spesso colpiscono quella zona. Afferma infatti “Mi affascina riprodurre disastri e calamità, ma sempre con un tocco di humour.
Sono nata e cresciuta in una zona rurale degli Stati Uniti, in una piccola città nella zona ovest del Kansas, famosa soprattutto per la frequenza con cui avvengono disastri, più che per qualsiasi altra cosa. Ogni cambio di stagione portava il suo dramma, tormente di neve d’inverno, inondazioni e tornado in primavera, invasioni d’insetti e siccità in estate. A differenza della maggior parte degli adulti che viveva con angoscia queste devastazioni stagionali, per i bambini era un momento di grande euforia”.
Sublime e artigianale staged photography
Il lavoro di Lori Nix, realizzato con l’aiuto della compagna Kathleen Gerber, si colloca nel campo della staged photography e ne è ormai una delle rappresentanti più autorevoli. Attraverso la costruzione di diorami straordinariamente complessi, realizzati artigianalmente con cura certosina di particolari e illuminazione, l’artista poi fotografa il modello con una macchina di grande formato. Ci regala così paesaggi dall’intenso potere evocativo, avvicinandosi a quella soverchiante sensazione propria del sublime, percepito come sentimento di rapimento e turbamento di fronte alla maestà e all’imponenza della natura.
Influenze
Afferma l’artista “Sono fortemente influenzata dalla pittura del paesaggio, da artisti come Thomas Cole, Asher Brown Durand, e dal pittore romantico Casper David Friedrich. Ognuno di questi pittori possedeva caratteristiche del romanticismo e del Sublime e la sua la capacità di creare uno stato mentale ed esprimere emozioni vibranti attraverso la bellezza o l’orrore…”. Sempre parlando delle sue influenze, Lori Nix dice : “Sono cresciuta guardando film anni 70 noti come disaster movie. Ricordo di aver visto “Inferno”, “Terremoto”, “Il pianeta delle scimmie” e di essere rimasta a bocca aperta”.
L’artista stempera però questa sensazione soverchiante e drammatica con un tocco di sottile umorismo , offrendo una speranza nei toni morbidi e delicati che fanno da sfondo alla vitalità della Natura. Essa torna a rinascere nei luoghi ormai abbandonati dall’umanità, di cui non v’è più traccia. Spazzata via da catastrofi di non precisata specie, forse causati dallo stesso essere umano che ha stremato la Terra finchè questa non si è ribellata e si è ripresa i propri spazi, cancellando l’umanità. Durante tutto il proprio lavoro, Lori Nix presenta visioni quasi romantiche del paesaggio post-umano, anche mediante il sapiente uso delle luci, di toni lievi che insinuano una dolce nostalgia per un passato perduto, per quei posti a cui eravamo teneramente affezionati.
Lori Nix. Fantasie apocalittiche
Nel disastroso scenario che racconta della disfatta dell’uomo vi è la celebrazione della sola forma vivente che cresce sulle macerie, la Natura. Intesa come natura naturans, in altri termini il celebre Deus sive natura proclamato da Spinoza.
Già dai primi lavori, come la serie Accidentally Kansas, Lori Nix si cala proprio nel paesaggio che più le è familiare, dove è cresciuta e dove sono avvenuti i disastri che tanto la hanno affascinata da piccola.
Plane(1998) ferma l’istante in cui sta rovinosamente precipitando un aereo che si andrà a schiantare su una casa, oppure Snow Storm(1998) mostra un cervo, unico essere vivente presente in scena, osserva da lontano una camion che trasporta corn flakes e una macchina bloccati da una tormenta di neve, non vi è traccia umana.
La serie “The city”
La serie The city prende come spunto la città dove risiede l’artista, New York, una grande metropoli in rovina, dove gli ambienti sono stati stravolti da un cataclisma di non specificata origine.
In Laundomat (2008)una lavanderia a gettoni , ormai in rovina è del tutto abbandonata se non fosse per la luce delle lampade ancora accese.
Così in Beauty Shop (2010) ci troviamo davanti a un salone di bellezza totalmente in disfacimento, nel caos, tuttavia il colore rosa definisce ancora questo spazio con una sorta di luce, per quanto la polvere si sia depositata ovunque.
In Library (2007) folti e alti alberi sorgono nel mezzo di una biblioteca, si stagliano verso il cielo attraverso uno squarcio nel soffitto che irradia con la sua luce questo affascinante, seppur disastrato, scenario.
Addirittura in Botanic garden (2008) piante e fiori sono cresciuti a dismisura assumento dimensioni gigantesche.
Azzurro intenso come colore principale di Aquarium, dove è raffigurato un acquario invaso ormai dalla vegetazione dove la luce affiora dall’interno di una struttura ancora piena d’acqua a metà, e la flora è lussureggiante al suo interno.
Control room presenta una centrale in disfacimento, ormai anche l’acqua ha invaso il pavimento. Pare quasi un richiamo a Chernobyl, al pericolo del nucleare.
La temperie del post-umano
Lori Nix rientra a buon titolo nella corrente del Post-umano, che ha fatto la sua comparsa negli anni Ottanta e poi negli anni Novanta questa ideologia percorre in modo trasversale ogni aspetto della cultura.
Post-umane sono i presentimenti e le denuncie nel pronosticare, con toni visionari, altre dimensioni esistenziali che differiscono totalmente da quelle tradizionali, ovvero da quei connotati universali e antropocentrici che hanno la loro origine nel retaggio umanistico.
Distacco dunque da quell’antropocentrismo con cui il movimento post-umano segna senza dubbio una cesura.
Lori Nix racconta la condizione post-umana attraverso immagini metaforiche di un futuro futuribile, facendo affiorare la condizione di transitorietà e precarietà dell’umano.
“Il XX Secolo ha interrotto la ritmica e la linearità del tempo storico, da cui la sensazione di brevità, d’incongruenza diacronica, di meriggio prolungato e sonnolento e parimenti di velocità, di retrogusto sfuggevole, di rincorrersi di situazioni”(cit. Roberto Marchesini).
La temperie post-umana è apparsa come un’onda nuova, che ha portato un clima culturale alimentato dal problema ecologico, ambientale e tecnologico.
La temperie post-umana nasce dalla consapevolezza che l’essere umano non può essere considerato un’entità pura, un universale che possa pretendere di colonizzare e omologare prospettive, viene meno il modello antropoplastico e si rimette in discussione la prospettiva antropocentrica.
Nei paesaggi di Lori Nix l’umanità è sparita, l’ unica presenza è, in particolare nel ciclo “The City”, la vegetazione che rigogliosa cresce tra le macerie, la natura che torna a riappropriarsi di spazi che le erano stati tolti proprio da quell’umanità che avrebbe dovuto tutelare la Madre Terra.
R. D.
Fino al 30 settembre presso
PACI CONTEMPORARY Via Borgo Pietro Wuhrer 53, 25123, Brescia, Italia
www.pacicontemporary.com