Un viaggio nel Temporary Landscape di Eugenio Tibaldi. Al PAV di Torino

by Michela Ongaretti
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Un viaggio nel Temporary Landscape di Eugenio Tibaldi. Erbari, mappe, diari. Installation view 2, 2021. Ph. Agostino Osio. Courtesy PAV – Parco Arte Vivente, artscore.it

Un viaggio nell’opera grafica di Eugenio Tibaldi è quello che il visitatore porta nel cuore dopo la visita al Pav, uno spazio per l’ecologia, o per meglio dire “arte del vivente”. Temporary Landscape. Erbari, mappe, diari è il titolo della mostra personale dell’artista, a cura di Marco Scotini. Espone fino al 27 febbraio 2022 opere al confine tra rappresentazione estetica, fotografia, progettazione architettonica.

Disegno di Eugenio Tibaldi- artscore.it
Disegno di Eugenio Tibaldi. Courtesy Galleria Umberto Di Marino. Ph. Beppe Giardino

La riflessione teorica che ne scaturisce riflette un modello eterogeneo di conoscenza e di intervento ambientale, registrando su micro-scala le odierne trasformazioni ecologiche, al fine di suggerire un possibile rispecchiamento tra realtà parcellizzata e la sua rappresentazione temporanea. Sia il museo, a cui dedicherò un nuovo articolo, che la ricerca dell’artista piemontese, assecondano il mio recente interesse per l’ecologia, nato sulle pagine di ArteIn.

Un viaggio al PAV Temporary Landscape di Eugenio Tibaldi, 3- artscore.it
Temporary Landscape di Eugenio Tibaldi. Ph. Agostino Osio. Courtesy PAV
Temporary Landscape

Il titolo della mostra, realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT, della Regione Piemonte e della Città di Torino, è illuminante. La logica costitutiva del lavoro di Tibaldi vede il paesaggio come temporaneo. Sono quindi in evidenza i tempi dilatati della costruzione di edilizia commerciale e abusiva, con lo sguardo ravvicinato su strutture pensate per non durare a lungo, ma che poi diventano definitivamente parte di un territorio. Così le sue opere testimoniano dei “cantieri sotto sequestro, abusi in cemento mai terminati, testimoni immobili di una situazione anomala che proprio per la sua staticità diventa paesaggistica e ci porta a spostare i nostri confini estetici”. Non è una mia interpretazione, sono parole dello stesso artista.

Un viaggio nel Temporary Landscape di Eugenio Tibaldi. Erbari, mappe, diari. Installation view 5, 2021. Ph. Agostino Osio. Courtesy PAV – Parco Arte Vivente, artscore.it
Un viaggio nel Temporary Landscape di Eugenio Tibaldi. Ph. Agostino Osio. Courtesy PAV
Heidi

La ricerca di Eugenio Tibaldi si concentra sulle “dinamiche informali di appropriazione dello spazio e sull’attenzione ai territori marginali”. Heidi rappresenta però un viaggio esplorativo attorno a cui ruota tutta la produzione di Temporary Landscape. Si tratta di un diario grafico composto durante la pandemia, caratterizzato dal rifiuto categorico: verso la retorica di una natura incontaminata e verso il neoliberismo estrattivista, ossia la possibilità incauta di sfruttare le risorse del pianeta per profitto. La cura al problema non è la rievocazione di un’età dell’oro perduta ma quel concetto di porosità individuato da Walter Benjamin e Asja Lacis e la “filosofia del rotto” teorizzata negli anni ‘20 da Alfred Sohn-Rethel.

Un viaggio nel Temporary Landscape di Eugenio Tibaldi. Erbari, mappe, diari. Installation view 17, 2021. Ph. Agostino Osio. Courtesy PAV – Parco Arte Vivente, artscore.it
Un viaggio al PAV con Eugenio Tibaldi. Ph. Agostino Osio
Un viaggio tra le biodiversità

Anche per chi non conosceva Tibaldi prima di questa mostra, emerge nella sua ricerca l’attenzione alle aree periferiche; a ciò che l’artista definisce le loro “risultanze estetiche” e alla ricchezza delle loro biodiversità. Quell’ambiente umano, è metaforizzato da un insieme di soluzioni informali, ricomposte in maniera spontanea attraverso forme e oggetti che rappresentano una necessità per gli abitanti del territorio, afferente alla cultura occidentale. 

Temporary Landscape di Eugenio Tibaldi,  Erbari, mappe, diari. Installation view 11- artscore.it
Un viaggio al PAV con Eugenio Tibaldi. Ph. Agostino Osio

Possono essere elementi frammentari, resi obsoleti dalla velocità con cui la modernità trasforma gli strumenti vitali e di comunicazione. Ecco la componente di un computer antiquato, oppure le gambe di un mobilio neoclassico la cui bellezza è ormai superata ai nostri giorni e per questo diventa altro da sé, depauperata della sua connotazione alta per rendersi strumento di appoggio di ciò che resta in vita nella sua funzione biologica originaria, le piante. Il verde emerge e resiste in questo Antropocene, mentre tutto il resto è, come direbbe Ungaretti, “un’estesa monotonia di assenze”.

Temporary Landscape di Eugenio Tibaldi, Erbari, mappe, diari. Installation view 4- artscore.it
Un viaggio al PAV con Eugenio Tibaldi. Ph. Agostino Osio. Courtesy PAV
Ambiente di relazioni

Tibaldi campiona e analizza, nella sua pratica artistica, tante presenze ormai vuote, stratificando elementi di un’inventario funzionale, autoriferite alla descrizione del proprio ambiente come mappe e topografie antichizzanti. Ciò che emerge sono i complessi rapporti tra legalità, economia, società ed estetica, rappresentate in un viaggio che studia ora le macro dinamiche, ora i dettagli. Se l’ecosistema è qui inteso, come scrive Scotini “come piano delle relazioni in cui le esistenze e l’ambiente si modificano dinamicamente e si inventano reciprocamente”, per Tibaldi è la creazione dello spazio ciò che può coglierne l’essenza.

Un viaggio nel Temporary Landscape di Eugenio Tibaldi. Erbari, mappe, diari. Installation view 12. Ph. Agostino Osio. Courtesy PAV – Parco Arte Vivente, artscore.it
Un viaggio al PAV con Eugenio Tibaldi. Ph. Agostino Osio

Ritornando alla visione delle aree periferiche l’artista dichiara che i loro ‘non confini’ possono entrare in relazione con quelle presenze vuote che, attraverso dinamiche “altre” da quelle sostanziali per il presente, costituiscono il materiale umano. Sempre Scotini chiama ecologie del margine tutte “le soluzioni adattative e di convivenza tra le parti spesso impreviste”. Attivando la logica del bricoleur, nell’apparente casualità degli elementi che formano l’opera,  Tibaldi configura lo spazio con l’intento di riappropriarsi dei poteri autonomi della Natura, sottratti all’uomo dal momento storico in cui possiamo parlare di Capitalismo e Antropocene. 

Un viaggio nel Temporary Landscape di Eugenio Tibaldi. Erbari, mappe, diari. Installation view 2, 2021. Ph. Agostino Osio. Courtesy PAV – Parco Arte Vivente, artscore.it
Temporary Landscape di Eugenio Tibaldi. Installation view. Ph. Agostino Osio. Courtesy PAV
A Napoli e nel mondo

Se proseguiamo un viaggio ideale lungo la carriera di Eugenio Tibaldi scopriremo diverse tappe in tutto il mondo, dedicate a progetti partecipativi incentrati su dinamiche sociali del territorio: dal recente Anthropogenic Connection ad Addis Abeba a Transit a Salonicco o Play Bucharest a Bucarest. Sul ponte di Galata ad Istanbul ha realizzato My personal bridge, mentre ricordo la sua partecipazione a Manifesta 7 a Bolzano con l’opera Tabula Rasa.

Un viaggio nel Temporary Landscape di Eugenio Tibaldi. Erbari, mappe, diari. Installation view 9, 2021. Ph. Agostino Osio. Courtesy PAV – Parco Arte Vivente, artscore.it
Un viaggio al PAV con Eugenio Tibaldi. Ph. Agostino Osio

Nella sua pratica d’arte riveste un ruolo importante il territorio dell’hinterland napoletano. Vi ha soggiornato a lungo trovando in esso un modello di esperienza entrato nella riflessione poetica ed estetica. In seguito ha applicato a contesti differenti ed eterogenei un metodo di lavoro che riunisce quello sguardo “laterale” ai “moti centrifughi”, intercettando la loro difficoltosa normalizzazione come valore nel progetto artistico.

Un viaggio al PAV Temporary Landscape di Eugenio Tibaldi, 15- artscore.it
Un viaggio al PAV con Eugenio Tibaldi. Ph. Agostino Osio
Il mondo di PAV

Il primo pezzo di Artscore sulla tematica ambientale non poteva non dare attenzione al PAV, centro sperimentale d’arte contemporanea, concepito dall’artista Piero Gilardi. Suo campo di indagine è l’Arte del vivente, espressione che riunisce tendenze contemporanee come la Bioarte, la Biotech art, l’Arte transgenica e l’Arte cosiddetta ecologica. 

Michela Ongaretti

PAV – Parco Arte Vivente si trova in via Giordano Bruno 31, a Torino www.parcoartevivente.it

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