ADI Lombardia promuove “Il design che non c’è”. In Triennale le soluzioni al brutto in città

by Michela Ongaretti
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Il design che non c'è. Una mostra in triennale

Dal 16 febbraio fino al 7 marzo l’atrio della Triennale di Milano ospita la mostra “Il design che non c’è” a cura di ADI Lombardia sul tema del decoro urbano. Si analizza e si propone come il design può cambiare la vita, quella pubblica di chi vive le grandi città, in particolar modo di Milano.

Quando nelle vie, nei parchi, in metropolitana e nelle piazze esiste il brutto e il disagio l’occhio progettuale può osservare e intervenire con una successiva soluzione ad un problema, o cambiare alcune strutture presenti al momento in città senza grazia e bellezza.

 

La mostra Il design che non c'è presso la Triennale di Milano

Il design che non c’è. La mostra nell’atrio della Triennale di Milano

 

Durante la XXI Triennale di Milano ADI ha lanciato l’iniziativa divisa in due fasi. Prima i cittadini sono stati invitati a segnalare, tramite fotografie scattate con lo smartphone, le situazioni di disagio, malessere, bruttezza, cattiva funzionalità sperimentabili quotidianamente camminando per Milano. All’analisi e individuazione delle problematiche sono seguiti i progetti di designer e studenti, raccolti in questa mostra.

La risposta alla cattiva qualità della vita è quindi il design: quello di professionisti come  Makio Hasuike, Ugo La Pietra, Alberto Meda e Patrizia Pozzi (con Duilio Forte e Angelo Jelmini), e quello degli studenti del Politecnico di Milano e dello IED- Istituto Europeo di Design di Milano.

 

Il design che non c'è in Triennale. Spazi di autoespressione. Bosco in città secondo Patrizia Pozzi

Il design che non c’è. Progetto per spazi di autoespressione in città. Progetto di Patrizia Pozzi, in collaborazione con Duilio Forte e Angelo Jelmini

 

In base alle segnalazioni si sono raccolti i temi più urgenti in tre macro aree che riguardano la Segnaletica, le Microarchitetture e il “Vivere la città” ( Problematiche, Opportunità e Facilitazioni). 

Nell’area un tempo occupata dalla biglietteria un’installazione speciale presenta le tavole dei progetti dei designer, in risposta ai temi individuati. Propongono  soluzioni dedicate a  sedute ( Ugo la Pietra e Makio Hasuike), a spazi di autoespressione (Patrizia Pozzi con Duilio Forte e Angelo Jelmini), a recinzioni temporanee (Ugo La Pietra).

 

Il design che non c'è. Una proposta per sedute cittadine con il riutilizzo di new-jersey. In Triennale

Il soggiorno urbano di Ugo La Pietra per la mostra Il design che non c’è in Triennale a Milano. Riqualificazione con riuso di new-jersey

 

I progetti degli studenti occupano la parte centrale della sala su diversi pannelli espositivi. La scelta tra i problemi segnalati è ricaduta maggiormente sul terzo tema, con un ventaglio più ampio di soluzioni soluzioni per rendere più funzionale la città. Ad esempio è interessante che si tenti una risposta con il design, che non c’era per nulla, sul luogo dove spesso tutti i giorni mettiamo i piedi, i tombini e le loro grate.

 

Tombini antiscivolo progettati dagli studenti IED. In Triennale a Milano

Il design che non c’è. Progetto per tombini antiscivolo, in Triennale

 

Durante i mesi più freddi sono state motivo di scivoloni non solo dei cittadini più anziani e a questa problematica sono dedicati due progetti dello IED di Milano, coniugando alla funzionalità una linea gradevole, e aggiungendo nel secondo elaborato l’innovazione intesa anche esteticamente come una evoluzione dell’esistente, apprezzabile tentativo di design non depauperante dell’identità storica.

 

I tombini in cerca di un design. In mostra alla Triennale di Milano

I tombini di Milano, analisi del problema per la mostra Il design che non c’è.

 

Il design che c'è per i tombini di milano. In Triennale

Il problema dei tombini di Milano. Una soluzione per gli studenti IED in Triennale.

 

Sempre pensando al suolo interessato ogni giorno da passaggio di molte e diverse persone, abbiamo trovato innovativa l’idea di rendere le strisce pedonali luminose, e autonome dal punto di vista dell’energia con fibre ottiche e asfalto fotovoltaico, in grado di alimentare i semafori per l’attraversamento.

 

Strisce pedonali fotovoltaiche, Mostra Il design che non c'è in Triennale a Milano

Il design che non c’è. In Triennale il progetto strisce pedonali con cemento fotovoltaico

 

E’ meno originale, e meno urgente secondo noi,  il discorso sulla luce urbana con l’utilizzo di lampioni e sedute illuminate nei parchi, mentre una risposta migliorativa di un design che in realtà c’è riguarda i cestini per l’immondizia, troppo spesso senza raccolta differenziata.

 

Progetto degli studenti IED per i cestini della spazzatura a Milano. In mostra in Triennale

Il design che non c’è. In Triennale nuove idee per la spazzatura differenziata

 

Un problema molto sentito e visibile in città, è quello del parcheggio per le biciclette. Segnaliamo la soluzione proposta dagli studenti dello IED Bike Here, con la specifica di trasformare alcune microstrutture urbane rendendole adatte all’appoggio delle biciclette e all’inserimento dei loro lucchetti. Sempre con l’obiettivo di coniugare l’esistente ad una nuova funzione, osserviamo il progetto Stand by MI, che prevede l’aggiunta di un supporto standardizzato posizionato ai pali della segnaletica verticale, ispirato ai corrimano progettati da Franco Albini per la prima linea rossa della metropolitana. Grazie alla possibilità di parcheggiare parallelamente al marciapiede si evitano intralci e una struttura appositamente creata per quella funzione riduce il rischio di caduta delle biciclette ( incredibile che non si sia studiata ancora una soluzione a questa problematica).

 

Progetti degli studenti IED per la mostra Il design che non c'è in Triennale

Il design che non c’è. In Triennale la risposta di alcuni studenti IED al problema del parcheggio cittadino delle biciclette

 

Progetto Stand by MI, in Triennale per la mostra Il design che non c'è

Il design che non c’è in Triennale. Progetto Stand by MI, IED Milano

 

ZigZag è un’idea che coniuga invece due funzioni, quella della seduta urbane e quella del parcheggio delle bici, forse per noi poco convincente per la panchina poco ergonomica e la ruota della bici un pò troppo vicina al corpo della persona seduta.

 

Mostra Il design che non c'è in Triennale. Progetto ZigZag

Il design che non c’è. In Triennale il progetto ZigZag degli studenti IED

 

Forse meno sentito  dai cittadini è il bisogno di creare microstrutture per la socialità in aree con edifici storici come la Loggia dei Mercanti: le ragioni per l’autoespressione mancante pare più logico trovarle in un parco o in una piazza prive d’identità e non certo in un luogo dove si respira la Storia di Milano, fruibile nel suo insieme senza bisogno di essere riformulato con separazioni di ambienti per incontrare “i comportamenti contemporanei”.

 

Progetto per spazi di autoespressione, il design di città presso la Triennale di Milano

Il design che non c’è, in mostra presso la Triennale un progetto degli studenti del Politecnico per la Loggia dei Mercanti

 

Il presidente di ADI Luciano Galimberti commenta l’iniziativa dichiarando l’importanza di mettersi in prima linea a difesa dello spazio urbano, e del cattivo o assente design che troppo spesso lo caratterizza.  Noi ci auguriamo che lo sforzo dimostrato da parte di alcune “eccellenze italiane del design”, quello di “coniugare un’analisi spietata dell’assenza di design negli spazi pubblici con la concretezza e il pragmatismo di una progettualità generosamente offerta al dibattito pubblico” possa portare al concretizzarsi di alcune delle soluzioni proposte, ben consapevoli che la strada è ancora molta da percorrere per rendere le nostre vie, piazze, parchi e mezzi pubblici dei luoghi senza disagi per tutti coloro che li attraversino o vi sostino, anche per chi sostare o attraversare una via, un parco, una piazza rappresenta una difficoltà concreta.

Michela Ongaretti

 

 

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