MILAN DESIGN WEEK 2016. L’obelisco contemporaneo di Maria Cristina Carlini all’ingresso del Super Design Show
L’Obelisco è stato realizzato alla fine dello scorso anno ed è impossibile non notarlo fin dall’ingresso, con il potente slancio verticale di oltre quattro metri, come se dalla terra lambisse il cielo. Una scultura monumentale che darà veste scenografica all’evento creativo più celebre e popolare dell’anno come la Design Week al 27 di via Tortona.
Si compone di un involucro in acciaio corten a proteggere l’anima in legno di recupero forato in alcuni punti: questi elementi testimoniano la ricerca accurata dei e sui materiali di tutto il percorso artistico della scultrice. Qui il legno è stato scelto in rappresentanza di un’idea del passato, materiale principe di manufatti antichissimi reperibile da sempre in natura senza grandi lavorazioni per renderlo utilizzabile, mentre l’acciaio corten si inserisce nel tempo presente proprio in virtù della necessità di una tecnologia che lo renda adattabile ad esigenze industriali o costruttive, e nella sua recente rivalutazione estetica oltre che igienica.
Ci si potrà avvicinare alla solida base, con la sua forma esagonale ancora la scultura al terreno ed evidenzia la tensione verso l’alto, come un albero dalle radici sicure che cresce con i suoi rami per diventare sempre più grande in futuro. Ha un valore quindi propiziatorio e fiducioso di un’evoluzione positiva della società.
Obelisco rappresenta inoltre i due aspetti principali del fare arte di Maria Cristina Carlini: lo stile essenziale e l’idea del movimento nelle forme in armonico equilibrio, e l’ispirazione sia artistica che morale alla Natura, fonte inesauribile di modelli.
Dalla Natura dipende infatti l’equilibrio della vita sul nostro pianeta, e dal nostro comportamento dipende la sua sopravvivenza. Nelle opere dell’artista irimandi agli elementi naturali sono numerosi, ed essi dialogano tra loro, all’interno di uno stesso lavoro, e con l’ambiente espositivo che li accoglie.
Per Obelisco esempio morale è infatti l’albero, nel suo crescere se adattato al terreno circostante ed ad esso fa riferimento la struttura verticale della scultura.
L’attività della scultrice inizia a Palo Alto in California dove inizia a lavorare il grès, per poi allargare la pratica artistica a diversi materiali come il ferro, l’acciaio corten, il legno e la resina.
A parte le mostre personali e collettive in diverse sedi pubbliche e private, nazionali e internazionali, le sue sculture monumentali si trovano in collezioni permanenti in Europa, America e Asia. Tra le più recenti citiamo La nuova città che sale per Expo 2015 presentata da Philippe Daverio.
In Italia abbiamo avuto numerose pubblicazioni sull’artista, per cui ricordiamo lecase editrici Mudima e Skira, e influenti critici hanno scritto di lei: Luciano Caramel, Claudio Cerritelli, Martina Corgnati, Gillo Dorfles, Carlo Franza, Flaminio Gualdoni, Yakouba Konaté, Elena Pontiggia.
Michela Ongaretti