Il festival tanto atteso è arrivato, nella burrasca delle notizie recenti, col desiderio di portare a compimento un progetto durato mesi, sia per l’organizzazione generale che per chi ha creato mostre condivise all’interno del proprio atelier. Il festival che cammina lungo la città meneghina non si è arreso. Soprattutto non si sono arresi molti dei 300 artisti e dei 40 curatori che con tutte le precauzioni sanitarie e di distanziamento sociale hanno deciso di aprire le porte, seppure per pochi visitatori alla volta.
Programma in libertà
L’incontro di Artscore.it con l’associazione che ha creato il format, nato dalle ceneri di Studi Festival, avviene durante l’esperienza di media partnership con due progetti espositivi realizzati per il festival, in corso fino al 24 ottobre. Volevamo far parlare dell’identità di Walk-in Studio direttamente i creatori della seconda edizione, così li abbiamo incontrati in una uggiosa serata autunnale, riscaldata dall’entusiasmo per un’avventura che si sta rivelando coraggiosa e ostinata. Non tutte le curiosità sono state colmate, visto che si tratta di un organismo vivo grazie a tanti piccoli organismi, con peculiarità individuabili solo con una visita concreta. Così voleva essere in senso programmatico: il festival fornisce delle semplici linee guida lasciando agli studi libertà tematica e disciplinare. Si è chiesto semplicemente di costruire mostre e eventi sotto il segno della collaborazione nell’ospitalità di altre ricerche, e della gratuità al pubblico.
Walk-in Studio
È una manifestazione culturale senza giudizi di valore sull’operato dei singoli studi, con un forte spirito collettivo per la città di Milano. Cinque giornate in cui gli atelier dislocati i diversi distretti della città si aprono al pubblico, creando così una mostra diffusa. Ad essere promosso è l’effetto generale di una grande rete di realtà dove l’arte viene immaginata e prodotta, dove ogni location contribuisce in maniera personale e autonoma ad amplificare la sua portata. Un progetto impegnativo dedicato alla città e a chi la abita, che coinvolge molteplici figure del settore culturale.
Il festival e la città
Contaminazione, scambio e gratuità fanno quindi parte delle keywords di Walk-in Studio, che offre sul proprio sito uno spazio individuale per ciascun attore, con la presentazione della mostra realizzata per il festival, più uno spazio comune con la mappa che segnala tutti i partecipanti. Sulla suddivisione in cinque giornate a seconda del distretto cittadino, che avrebbe suggerito cinque possibili tour, non ci sentiamo convinti. Puntare sulla suddivisione geografica può esser utile al visitatore per organizzare i suoi spostamenti, ma la segnalazione di un giorno “dedicato” a quella zona può far sembrare che negli altri non sia garantito l’accesso. E’ così: c’è chi ha scelto di aprire soltanto un giorno. Anche sull’orario e sulle date di apertura c’è quindi libertà massima. Per esser certi di trovarsi al posto giusto nel momento giusto bisogna contattare lo studio ai recapiti diligentemente segnalati.
In tempi di epidemia il risultato della seconda edizione dipenderà dalla capacità di resilienza dei suoi partecipanti.
Sono curiosa di sapere da chi lo ha inventato..cos’è Walk -In Studio?
Walk–in Studio nasce nel 2019 da un’idea dell’associazione no-profit Studi e Spazi Festival. L’iniziativa coinvolgente sorge per dar vita a questo momento complicato per la città di Milano e per ideare situazioni che valorizzino lo scambio – anche intergenerazionale – tra artisti e territorio, tra autori e pubblico. Tra gli stessi protagonisti che lavorano e studiano insieme dando vita a una cultura contemporanea sempre più condivisa.
L’associazione si è impegnata a restituire il noto Studi Festival alla città di Milano, dopo la sua chiusura nel 2017. Dalla loro collaborazione e dalle rispettive esperienze è nato quello che oggi si chiama Walk-in Studio.
Gli artisti sono i veri protagonisti della kermesse, i quali sono chiamati ad aprire i loro spazi con mostre ed eventi che coinvolgano altri creativi, dando vita ad un circuito di scambio e di stimoli comuni. L’idea è proprio quella di creare nuove sinergie e contaminazioni, apportando in qualche modo un valore aggiunto alla propria ricerca.
Come e quando si svolge Walk-in Studio?
Dal 20 al 24 ottobre 2020 gli artisti attivi nella città di Milano sono stati invitati ad aprire gli spazi di sperimentazione per organizzare mostre ed eventi insieme ad altre menti creative, attivando così un circuito di scambio ispirativo e nuove produzioni. Il grande numero di location coinvolte crea un evento sinergico e collettivo. Per cinque giornate consecutive gli spazi accolgono i visitatori, creando un percorso tematico all’interno dei relativi atelier, vere e proprie mostre d’arte sempre programmaticamente collettive.
Il festival è aperto al pubblico gratuitamente nell’arco di cinque giorni, per i quali è stabilito e diffuso un programma secondo un principio di prossimità geografica. La mappa è stata divisa in diverse zone e ad ognuna è stata attribuita una giornata in particolare, caratterizzata dalla visita di fotografi e curatori provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Brera e Naba. Nuove leve che offrono ai pubblici una lettura delle proposte degli artisti, mettendosi in gioco nella collaborazione con altre generazioni. Il lavoro da loro svolto sarà aggiornato quotidianamente sul sito web dedicato alla manifestazione.
Quali novità ha portato nel nostro territorio? Come si è reinventata quest’anno?
Nonostante il periodo storico che stiamo vivendo, abbiamo voluto realizzare la seconda edizione di Studi Festival, senza arginare un progetto estremamente innovativo sotto svariati punti. In primo luogo si è voluto valorizzare il territorio che abitiamo, portando alcuni eventi fuori dalle mura degli studi partecipanti. Per questo accanto a Walk-in , il festival si è arricchito del claim Walk-out.
Quest’anno più che mai siamo stati chiamati e riflettere sull’evoluzione degli eventi fisici e sul mutamento che potranno subire nel corso dei prossimi anni. Giardini, cortili, balconi e vetrine sono diventati protagonisti di alcuni progetti espositivi selezionati. Abbiamo voluto trasformare un periodo estremamente difficile in una bella opportunità, è stata una grande sfida. Attraverso questo macro evento siamo riusciti a valorizzare l’arte contemporanea del territorio e il territorio stesso.
Si reinventa anche lo spazio intorno allo studio…
Vivere i luoghi, i quartieri che ci appartengono. Si respira nell’aria la necessità di abitare la città e di avvicinarci l’un l’altro dopo l’emergenza sanitaria della Primavera. Rispetto al 2019 abbiamo invitato i partecipanti ad instaurare un dialogo tra gli spazi interni ed esterni dei singoli studi, portando così l’arte all’aperto a caratterizzare un evento davvero per tutti. Così eventi individuali che occupano anche spazi esterni, di passaggio, diventano di carattere collettivo. Walk-out è una lettura completamente innovativa rispetto all’idea di partenza. Il Festival assume così una duplice visione, andando oltre lo spazio di riferimento, alludendo anche all’andare oltre l’opera “concreta”.
Avete mai pensato di estendere Walk – In Studio in altre aree dello stivale?
Si, ci piacerebbe molto.Crediamo fortemente nel progetto, ma soprattutto crediamo sia estremamente importante sentirsi parte di qualcosa donando il proprio contributo.
Da tempo in realtà vorremmo ampliare la dimensione del festival e portarlo fuori dalle mura della milanesi, rendendola una manifestazione itinerante e nazionale. L’idea è proprio quella di generare un progetto nomade. Creare una grande rete tra le città italiane e rendere sempre più fruibile l’arte in tutte le sue più ampie sfaccettature. Dare la possibilità di una partecipazione sempre più attiva e numerosa.
E’ forte il legame con la città di Milano, che per certi versi è un inglobatore di tante culture straniere, che contribuiscono alla sua vita culturale e artistica. Passando dal nord d’Europa all’Asia centrale, al Sud America, il festival vuole raccogliere anche la dimensione internazionale della metropoli, che vorremmo conferire all’intero progetto in manifestazioni gemelle.
Avete un sito web della rassegna. Qual è la sua funzione?
Il nostro sito web è fondamentale; costituisce un archivio di tutte le edizioni precedenti e future.
Parallelamente agli eventi collaterali, si potrà consultare giornalmente, così da scoprire insieme a noi i 63 eventi che ci hanno accompagnato nel corso di questa avventura. Anche per questo motivo, il sito verrà integrato mediante una moltitudine di contenuti inerenti alle varie iniziative organizzate, e in questa occasione il materiale ci verrà fornito dai ragazzi provenienti dalle facoltà di Brera e Naba.
Intervista a cura di Alisia Viola e Michela Ongaretti