Luce sulla Conoscenza. Nino Alfieri scultore fotosensibile, artista scientifico

by Michela Ongaretti
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Luce nell'Arte con Betoniera cosmica e mandala, opere di Nino Alfieri

Luce sulla Conoscenza. Nino Alfieri scultore fotosensibile, artista scientifico

Luce come materia d’arte. In occasione della mostra Identità Splendenti- Glowing Identities, promossa da Artscore.it, abbiamo visitato lo studio dell’artista Nino Alfieri. Un incontro all’insegna della luce e del metamerismo, con i pigmenti fotosensibili su diversi materiali creati dallo studio percettivo su forme e colori. Quando tecnologia e black light art mostrano l’uomo come media proporzionale nell’Universo.

 

Luce nell'Arte di Nino Alfieri, La scelta

Luce sulla Conoscenza. Nino Alfieri, La scelta, installazione luminosa e sonora. Ph. Sofia Obracaj

 

Per Nino Alfieri l’esplorazione del mondo con l’arte parte dall’osservazione morfologica e funzionale delle sue componenti fisiche. Il suo studio ha quindi un approccio empirico-scientifico che combina materiali diversi, tra cui quelli fotosensibili, a diversi ambiti sensoriali e disciplinari. Dalla pittura alla scultura all’apparizione luminosa dei pigmenti o delle fonti luminose, all’accompagnamento della musica nella rivelazione delle sue opere in mutamento sequenziale, è l’originario stimolo alla ricerca di conoscenza, intorno a sè, dentro di sè e oltre di sè, a dare il senso dell’identità umana.

 

Luce e buio nello studio di Nino Alfieri

Luce sulla Conoscenza. Lo studio di Nino Alfieri al buio, ph. Sofia Obracaj

 

La visione delle sue opere consiste sempre in una partecipazione attiva di una materia in trasformazione, nella pittura con l’impiego di pigmenti fluorescenti e fosforescenti e nella scultura, che talvolta vive accanto ad un dipinto rapportato ad esso facendo variare la sua percezione. Alfieri impiega frequenze luminose variabili e “accensioni” differenziate delle componenti: sia materiali fotosensibili che illuminazioni vere e proprie di led o neon. Alcune opere sono  integrate al suono di composizioni studiate da musicisti ispirandosi al movimento percettivo.

Si resta quasi ipnotizzati nell’evocazione di atmosfere senza tempo, arcaiche ed avveniristiche al contempo, mentre i soggetti osservati sono elementi organici o geologici, che fanno pensare ad un ritrovamento archeologico o allo stadio evolutivo di una creatura di un pianeta alieno.

 

Luce e scultura con Nino Alfieri

Luce sulla Conoscenza. Particolare di sculture in ceramica smaltata. Ph. Sofia Obracaj

 

L’infinitamente vicino o incredibilmente lontano, la sabbia e le stelle, la luce e il buio. Due opposti che si compenetrano nel simbolo dell’Uroboro in una delle sue ultime sculture: è la natura ciclica con le sue capacità rigeneratrici che trova continuità della ricerca scientifica, per Alfieri la forza del continuo progredire umano.

 

Luce con pigmenti retroriflettenti di Nino Alfieri

Luce sulla Conoscenza. L’uruboro realizzato in legno con pigmenti fotosensibili retroriflettenti, ph. Sofia Obracaj

 

La sperimentazione continua vive non solo nel modus operandi di Nino Alfieri, ma è concetto cardine della sua poetica. Attraverso la pratica tecnica o tecnologica l’uomo si collega all’ambiente, è quindi una ragione stessa dell’esistenza che non si accontenta di contemplare. L’artista si spinge oltre, amplifica le potenzialità della percezione inseguendo il fine di superare i propri limiti. Il coinvolgimento che stupisce di fronte ai suoi lavori implica un mutamento fisico ( ottico) che coinvolge l’aspetto psichico. La sua scienza è emozionale.

La tassonomia del naturale si nota entrando nel suo laboratorio milanese. Alle pareti c’è una collezione di sabbie da tutto il mondo, poi se ci si guarda attorno verso le opere raccolte il pensiero va alla sua passione per la geologia e per elementi che collegano anatomie fossili all’immaginario extraterrestre. Sulle superfici metalliche e nella creazione di pigmenti si sente tutta la passione per la chimica.

 

Luce di Wood sulla collezione di sabbie di Nino Alfieri

Luce sulla Conoscenza. Collezione di sabbie dal mondo nello studio di Nino Alfieri. Ph. Sofia Obracaj

 

Negli anni settanta il suo originario interessamento alla light art richiese una sperimentazione “brutale” direzionata all’effetto in primis, “bisogna ben comprendere il comportamento dei pigmenti in base alla luce per poter intraprendere un percorso”. Più tardi un insegnante dell’Accademia lo apostrofò dicendo “così rischi di passare per l’artista della luce”, convincendolo che proprio quella fosse una strada da intraprendere.

La ricerca con la luce non è stata ben capita fino al nuovo secolo, “non è stato facile far comprendere la profondità del pensiero e della ricerca che interiorizza anche il concetto stesso di tecnologia, per cui “non si intende un effetto mai fine a se stesso ma funzionale alla definizione di uno spazio-tempo unico, sospeso all’interno del momento dell’osservazione. E’ un’arte che richiede un minimo di contemplazione per comprendere le variazioni percettive, ti devi fermare per lasciarti coinvolgere”.

 

Luce nell'arte di Nino Alfieri

Luce sulla Conoscenza. Nino Alfieri di fronte al dipinto L’esploratore non si accorge dei folletti, ph. Sofia Obracaj

 

A metà degli anni novanta le forme creavano effetti luministici e materici anche attraverso la lavorazione chimica sui metalli “mi piaceva cercare la relazione tra il fare apparire una forma o delle forme e la materia stessa”. Nonostante l’artista non si senta particolarmente religioso si riallaccia ad un concetto medievale secondo cui   “Dio ci ha dato la materia e noi la rendiamo opera d’arte spiritualizzandola”: mentre si mette in atto una sua mutazione fisica si assiste a quello che è “un procedimento mentale, quando pare intervenire qualcosa di soprannaturale e rivelatore di un livello superiore di conoscenza meditativa, come avveniva nel processo alchemico”.

 

Luce attraverso i metalli lavorati, Nino Alfieri

Luce sulla Conoscenza. Nino Alfieri mostra una delle prime opere con la riflessione sui metalli, ph. Sofia Obracaj

 

In tutto questo la Luce ha ruolo guida sia simbolico che formale, oggi materia formativa dell’opera prima di ogni altro elemento, non ancora del tutto consapevole del suo richiamo simbolico nel periodo “dei metalli”: i primi si chiamavano semplicemente good reflections, le loro lastre furono utilizzate come scenografia per una mostra di archeologia africana, lavorate per essere più riflettenti illuminavano i reperti donando un alone veramente magico perchè rame ottone e argento danno tonalità di riflesso peculiari. il passo successivo sarà usare la luce non soltanto per l’effetto, “poteva diventare concettuale cercare un riflesso”.

Forma , Luce, colore tutto questo concorre ora parallelamente nell’opera di Alfieri, ma le componenti sono entrate a bilanciarsi nella sua produzione per step successivi.

 

Luce sui riflessi metallici per Nino Alfieri

Luce sulla Conoscenza. Lavorazione dei metalli resi riflettenti. Ph. Sofia Obracaj

 

Con la prima sperimentazione a livello di pigmenti applicati a superfici è stato necessario costruire delle forme, per vedere e controllare l’azione della trasformazione materica su elementi circoscritti. I cambiamenti di stato visivo sulle dimensione erano già interessanti, ma si sarebbe riuscito ad associarlo ad un cambiamento delle forme significativo, scegliendo soggetti più indicati ad esaltare quella stessa trasformazione in corso. Entrano in gioco delle forme primordiali, poi sequenziali, come quelle che vediamo  in ceramica, quasi totemiche. Le stesse che hanno in seguito giocato nella duplice presenza tra il loro positivo e negativo cromatico, con il bianco che diventa nero nel buio e il nero che diventa luminoso.

 

Opera di Nino Alfieri alla luce di wood

Luce sulla Conoscenza. Nino Alfieri. Opera presentata alla Pinacoteca di Como, luce di wood. Ph. Sofia Obracaj

 

Opere di Nino Alfieri alla luce naturale

Luce sulla Conoscenza. Nino Alfieri. Opera presentata alla Pinacoteca di Como, luce naturale. Ph. Sofia Obracaj

 

Ed ecco affacciarsi il Metamerismo, un altro concetto scientifico cardine per la comprensione del mondo artistico di Alfieri, secondo cui uno stesso oggetto visto con frequenze diverse muta, secondo la nostra percezione.

Ciò che è interessante è questo arco di possibilità ampliato rispetto al punto di vista naturale. “Noi godiamo dei colori che già ci bastano per una bella passeggiata contemplativa nella natura, ma se riusciamo anche a valicare il nostro range visivo ed entrare in quello di altre creature come per gli insetti allora entriamo in un mondo quasi alieno..”.

 

Sculture smaltate, Nino Alfieri

Luce sulla Conoscenza. Forme archetipiche per Nino Alfieri, ph. Sofia Obracaj

 

E’ un mondo possibile grazie alla tecnologia e per questo pensabile solo oggi, ma che non si riferisce alla contemporaneità perché le forme rappresentate sono archetipiche, senza tempo. Partendo da ciò che esiste in natura spingersi verso l’ultra naturale, all’eccezionale esperibile. Varcare una porta percettiva per  l’estensione delle possibilità psicologiche sia diurne che notturne, mettendo in campo l’ambito onirico e della veglia, o di un certo tipo di meditazione. Spiega Alfieri: “già di per sé tutti i colori dell’arcobaleno accompagnano diversi nostri stati d’animo, ma superando gli estremi ottici l’ultravioletto ti fa scoprire sensazioni addirittura inconsce.”

La diversa percezione a seconda della frequenza, nonostante sia frutto di una scoperta fisica, aggancia gli stati emotivi, amplificando quelli che normalmente fanno scaturire i colori, a seconda anche delle diverse culture.

 

Luce di wood sull'opera Eclipse

Luce sulla Conoscenza. Eclipse di Nino Alfieri. ph. Sofia Obracaj

 

Oggi esistono delle lampade wood usate dall’artista che comprendono in successione frequenze differenti, con quella più lunga l’alone azzurro accompagna emotivamente in una sorta di calma onirica, invece nella frequenza più corta siamo nel buio totale e vediamo illuminate solo le superfici fotosensibili quasi come se fossero oggetti retroilluminati, gli stessi che normalmente al buio non si vedono affatto.

Dicevamo che la  genesi delle forme evidenziate dalla luce vengono sempre dall’osservazione della Natura, possono essere armi antiche, ossa, punte di aratro, forme organiche, forme unicellulari o di microorganismi. Il richiamo al primitivo è forte perché per l’artista rappresenta “una forma di necessità nella conoscenza, riguardo alla natura sostanziale dell’uomo, possibile grazie alla conoscenza del fuoco e della lavorazione del ferro.  Aggiunge “forse il periodo preciso a cui mi riferisco è il Neolitico perchè nasce la pietra nuova che viene levigata e curata, non solo l’arma è la sopravvivenza nella ricerca del cibo ma ha anche un valore estetico, e magico, come magico è l’ancoraggio cognitivo attraverso gli  elementi naturali, che fungono da guida. E’ un passaggio fondamentale per la storia dell’uomo, quello dal preistorico al neolitico, mentre ci si affida ancora alla Natura/divinità si sta iniziando a deporre una cultura e un sapere tecnico”.

 

Sculture in legno nelle prime fasi di lavorazione

Luce sulla Conoscenza. Lavorazione del legno per sculture retroriflettenti di Nino Alfieri, ph. Sofia Obracaj

 

Sono le basi dell’homo faber rinascimentale che mette al centro dell’attenzione se stesso, mentre si affina la  conoscenza degli elementi naturali per migliorare le condizioni di vita, la farmacia nasce anche dalla magia. Quello che conta è il punto di vista dell’uomo inteso “media proporzionale tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande”.

Fin da bambino Alfieri ha sempre avuto il desiderio di poter viaggiare nel cosmo o nell’inconscio, opportunità sfruttata da adulto nella sperimentazione artistica con la luce. L’esperienza è possibile se si considera l’uomo a metà tra due opposti,  perché lo spazio introspettivo si spinge fino al limite dell’estremo di vicinanza e di distanza, meglio visibile con giusta scelta dei soggetti o forme in trasformazione . Sotto una frequenza e ad una certa luminosità quello che appare un fossile può a distanza assumere le sembianze di una costellazione. In mezzo ci siamo noi osservatori “chiamati a partecipare in una direzione o nell’altra”.

 

Luce su forme archetipiche

Luce sulla Conoscenza. Nino Alfieri, la Scelta, particolare, ph. Sofia Obracaj

 

Procedimento evidente nell’opera La Scelta del 2016: qui con l’effetto amplificato dei led e dei suoni del compositore Massimiliano Viel, ciò che al buio e a distanza paiono stelle di una galassia rifulgente, si rivelano alla luce più simili dei microrganismi ritrovati nella sabbia e visti al microscopio.

A volte l’opposizione è tra i poli maschile e femminile, o vegetale ed animale. Convivono nella stessa forma archetipica  come nelle opere presentate alla Pinacoteca di Como nel 2017 per la mostra Black Light Art.

L’artista mi fa notare che sempre si tende alla trasformazione, “in natura noi siamo tutti in evoluzione, anche la nostra stessa spina dorsale non è evoluta del tutto”. La spina vertebrale è un soggetto caro nelle sculture, fortemente identitario dell’uomo in relazione alla catena evolutiva, è un criterio morfologico per capire dove ci troviamo all’interno del processo naturale e temporale, ma la Storia è per Alfieri è intesa in secoli e non millenni, e noi siamo solo uno dei tanti cicli. La spina dorsale rappresentata, può egualmente essere quella di vite precedenti o future alla nostra specie.

 

Luce e scultura. Betoniera Cosmica di Nino Alfieri

Luce sulla Conoscenza. La Betoniera Cosmica con neon, luce wood, elettronica e suoni di Nino Alfieri, ph. Sofia Obracaj

L'installazione luminosa Betoniera Cosmica spenta,

Luce sulla Conoscenza. Betoniera Cosmica di Nino Alfieri alla luce naturale, ph. Sofia Obracaj

 

Ha fatto sperimentazione “chimica” sui pigmenti e sul loro risultato ottico dipendente da alcune frequenze, poi con i neon e altri materiali. Con i led si è attivata la collaborazione con Marco Brianza, artista della luce e creatore di diverse basi elettroniche, come nel suggestivo ed ipnotico Seeds ora in mostra alla Rocca di Spoleto. “Alla fine del secolo scorso non era possibile dimmerare la luce wood, non esistevano  i led ma solo le lampade fluorescenti fisse”, così per la realizzazione di Betoniera Cosmica (2000)  crea delle  lanterne magiche che girando su se stesse descrivono aloni, pennellate di luce nell’ambiente.

L’opera è un concentrato della tecnologia allora concepibile per accordare il cambio di frequenza ottica con quella sonora, e nell’interazione con altre opere. Alfieri recupera quindi nell’aspetto sonoro il gioco delle frequenze dell’aspetto visivo, con tamburi al massimo della frequenza bassa e dei flauti al massimo di quella alta.

 

Luce su Mandala attraverso l'accensione di Betoniera Cosmica

Luce sulla Conoscenza. Nino Alfieri con Betoniera Cosmica e Mandala, ph. Sofia Obracaj

Luce di wood su Mandala

Luce sulla Conoscenza. Mandala visto nei mutamenti percettivi di colore, ph. Sofia Obracaj

 

Il meccanismo ottico si compone di una parte scultorea in acciaio inossidabile con una parte di ceramica al platino, dietro c’è un paravento di legno con i pigmenti fluorescenti e dietro ad essi il parco luci, poi rame acciaio e ferro a chiudere il cervello elettronico. La Betoniera proietta luce filtrata dai diversi elementi sul muro colpendo un dipinto che ricama un mandala. Su di esso le forme nere diventano blu perché interviene la luce non ancora totalmente ultravioletta, che avendo ancora una gamma di blu, va a influenzare il rosso creando in noi dissociazioni percettive. La forma sembra espandersi, per via della frequenza mi dice l’artista, che ammette di essere all’epoca inconsapevole dell’effetto preciso. E’ sperimentando a lungo, che nascono nuove suggestioni.

Michela Ongaretti

 

Oggetti nello studio di nino Alfieri

Luce sulla Conoscenza. Oggetti nello studio di Nino Alfieri, ph. Sofia Obracaj

Luci neon nello studio dell'artista Alfieri

Luce sulla Conoscenza. Opere con neon di Nino Alfieri, ph. Sofia Obracaj

Studio visit da Nino Alfieri

Luce sulla Conoscenza. Visita allo studio di Nino Alfieri, ph. Sofia Obracaj

Betoniera Cosmica ed Eclipse

Luce sulla Conoscenza. Betoniera Cosmica ed Eclipse di Nino Alfieri, ph. Sofia Obracaj

Particolari dell'opera Betoniera Cosmica

Luce sulla Conoscenza. Betoniera Cosmica di Nino Alfieri, particolare. Ph. Sofia Obracaj

Luce ed elettroncia nel nucleo di Betoniera Cosmica

Luce sulla Conoscenza. Particolari dell’interno di Betoniera Cosmica, ph. Sofia Obracaj

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