Fantasma nel Tempo. Una storia umana di David Lowery

by Giada Destro
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A ghost story. Cover artscore.it

Fantasma. Semplicemente la sua storia. Il preludio del titolo, A Ghost Story, non lascia dubbi sul singolare e puntiglioso lavoro di David Lowery, regista e sceneggiatore del suo più intimo lungometraggio. 

C e M, interpretati da Casey Affleck e Rooney Mara, sono una coppia affiatata ma contaminata da difformità di aspettative e desideri. La morte improvvisa di C non spezzerà il forte legame. L’amore non si dissolve.

Fantasma d'amore. artscore.it
A Ghost Story. Presenza
Protagonista indiscusso del film è il Fantasma di C. Un uomo ricoperto da un lenzuolo.

Potrebbe sembrare ironico ma questa umanizzazione della morte, rende l’evento ultraterreno concreto e in stretto contatto con lo spettatore. Tutti possiamo immedesimarci sotto al lenzuolo. Oltre a richiamare immagini d’infanzia, il Fantasma lenzuolo è una delle iconografie universalmente riconosciute. Ed è proprio da questa simbologia che nascono le altre intuizioni di Lowery. 

Fantasma di C. artscore.it
Fantasma di C

Le scene iniziali dell’universo, degli astri che lo compongono, sono un rimando esplicito al concetto di totalità dell’esistenza, del tempo, dello sguardo e dell’agire. Fantasma, come l’antico simbolo dell’urobòro, è apparentemente immobile. Legato alla sua casa, trascende le epoche in un continuum che si esaurisce in se stesso (simboleggiato da un paradossale suicidio in una era futuristica) per rigenerarsi (fantasma torna in epoca coloniale, quando la sua casa non era altro che una landa di terra fertile) e ricominciando dall’inizio (la bambina coloniale canticchia la sua canzone), definendo così quell’eterno ritorno che permette all’anima di evolvere e rappacificarsi con le “cose terrene” e raggiungere la perfezione dell’Essere in piena armonia con il Tutto.

A Ghost Story, foto dal set con il regista
Una divertente foto di scena di A Ghost Story
Fantasma è l’incarnazione (in effetti sotto il lenzuolo intravediamo un corpo) della catarsi di Lowery che ripone in questo personaggio la visione pessimistica legata a un momento di grande crisi esistenziale.

Ritroviamo così tutte le paure del regista condensate in 92 minuti: abbandono, sfiducia nel futuro dell’umanità, il tempo che sfugge, la morte, prigionia in situazioni in cui soccombiamo e soprattutto i ricordi. Protagonista silenzioso, elegante e discreto di un racconto amaro intriso di tristezza e impossibilità. Fantasma gratta incessantemente lo stipite della porta nella speranza di estrarre il bigliettino lasciato da M prima di abbandonare la loro casa (M usava lasciare una traccia di sé per non essere dimentica e per non dimenticare le case da cui si trasferiva). Cosa spera di trovarci scritto? La domanda sorge spontanea eppure ci si chiede quanto sia importante il contenuto.

In due. A Ghost Story. artscore.it
A Ghost Story. C e M
La ricerca di certezze e di risposte alle nostre paure, la difficoltà di lasciare andare quello che “non è più”.

Fantasma non si rassegna di fronte all’invasione della sua abitazione, all’andare avanti di M frequentando un nuovo amante o traslocando. Nemmeno il Bob Cat che distrugge la sua casa lo ferma. Il cerchio deve chiudersi e quello che non è stato in grado di affrontare in vita dovrà farlo da morto. L’angoscia di essere dimenticato si manifesta in C con l’eccessivo radicamento in un luogo e con la scelta di vivere per la musica (C è un compositore).

Simbolico è il monologo del predicatore sulla fine del mondo e sulle sinfonie, in particolare la nona di Beethoven, che nonostante sia considerata immortale e capace di risvegliare l’animo più assopito, non sarà in grado di salvare l’umanità dall’imminente espandersi dell’universo che, stando al ragionamento di Oldham,  inghiottirà ogni particella di materia, prima o poi. 

Fantasma accanto all'amata. artscore.it
Seguire i suoi passi. Frame del film

La musica dunque è il mezzo più alto di comunicazione attraverso il tempo e lo spazio, il brano scritto da C è il portale catalizzatore del legame tra i due amanti nonché il collegamento con quel Tutto che lo riporta alle origini dei tempi facendogli rivivere la storia, la sua, fino a riuscire ad estrarre il bigliettino per poi scomparire in un batter d’occhio. 

La purificazione dello spirito, il significato sta nel processo e non nel contenuto stesso degli avvenimenti.

Fantasma si sdoppia ogni volta che rivive il ciclo della sua esistenza, lascia il testimone al fantasma più giovane così da poter evolvere e raggiungere in ogni vita ultraterrena un grado più alto di consapevolezza. C inizia a riconsiderare il suo posto nell’universo grazie all’esperienza della morte, tanto da inviare segnali al se stesso in vita per guidarlo in scelte diverse. 

Fantasma di C. nella casa abbandonata da M. artscore.it
Nella casa senza M

David Lowery racconta tutto questo con grazia, semplicità e compassione. La camera è pressoché fissa, la ratio 1.33.1 dagli angoli stondati ricorda le vecchie diapositive di famiglia, un ritaglio nel tempo filmico. Si può definire un frammento di un ricordo specifico, quello di Fantasma che osserva lo scorrere degli avvenimenti attraverso le fessure di occhi neri nel lenzuolo che indugiano su immagini sospese, raccontate da tempi narrativi lunghi (il tempo filmico spesso corrisponde a quello reale come possiamo notare nella scena in cui M mangia la torta). I rari dialoghi lasciano spazio al silenzio, agli sguardi, ai piccoli gesti della quotidianità, all’introspezione obbligata vissuta da Fantasma.

A Ghost Story. Il dolore di M. artscore.it
M lascia scorrere il dolore
Un film delicato che tocca con ferocia le corde più sensibili delle nostre esistenze.

Non si può rimanere indifferenti davanti alle scene poetiche di Fantasma che vaga nella solitudine del suo esistere. Immagini simboliche che scardinano le sovrastrutture umane, arrivando all’osso (anzi al lenzuolo) della natura umana. La paura della morte viene scavalcata dall’agonia della solitudine, dell’impossibilità di comunicare e di farsi capire. Fantasma trova pace quando comprende che può rassegnarsi, che quel che c’era da dire era già stato detto. O come direbbe il predicatore interpretato dal cantautore Will Oldham: quel che hai da dire non cambierà le sorti della Vita. 

Fantasma nelle praterie del Passato. artscore.it
Prima della vita, oltre la vita

Lowery da una parte getta lo spettatore in una pozza di pessimismo e di gelida considerazione delle condizioni e delle situazioni reali, concrete della vita, dall’altra, attraverso la sua poetica, lo coccola regalandogli immagini di tenerezza e compassione.

Giada Destro

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