L’eros disegnato di Giovanni Manzoni Piazzalunga
“Non lo vedrete mai in compagnia di uomini dopo le sei di sera”
L’uomo che amava le donne, F. Truffault 1977
Noi siamo carne sensibile. Animali razionali con un’intelligenza diversa per un gruppo ristretto della nostra specie: gli artisti. Tra questi c’è chi esprime con il disegno la propria personalità come un filtro sul mondo. Anche il corpo si comporta come una matita, lascia il segno.
L’eros non si ferma ad osservare, cerca l’incontro con l’altro e quando lo trova traccia un percorso fatto di gesti e inviti, il corpo si svela e si cela per avvicinarsi o fare avvicinare. Il desiderio si accende attraverso il linguaggio e per l’artista che ama le donne è una lingua fatta di segno morbido e di momenti infiniti.
I disegni erotici di Manzoni sono come realizzati dall’uomo e dalla sua musa: entrambi vivono una promessa di felicità dove la modella dichiara la propria esistenza immanente e l’artista tenta di fare propria quella bellezza estranea, di farla entrare nel proprio mondo dal tratto unico, dove resterà per sempre.
Quella magia non viene solo dal mondo per chi, come Manzoni, ha costruito la sua storia sull’arte ( in primis Michelangelo) e i suoi esempi, che non rispondono mai ai canoni femminili del nostro tempo. Gli esempi di erotismo della vita fuori dall’arte appaiono sempre banali e scoloriti rispetto alla potenza sensuale di una Valentina di Crepax, o di una schiena fastosa nella sua abbondanza carnale di Rubens. Nell’Arte il Senso diventa l’Assoluto, quando la personalità artistica emerge attraverso una perizia disciplinare unica.
Michela Ongaretti