Alcova rappresenta una delle esposizioni più ampie e articolate del FuoriSalone 2023. Per la quinta volta nel contesto della Design Week, nel 2023 anima una nuova, suggestiva location. La visita è particolarmente gradita pensando di tornare a vedere la città invasa dalle installazioni e le mostre ad Aprile, e ancor più entusiasta per l’attenzione data ai luoghi nascosti o dimenticati.

Sono moltissime le proposte italiane ed internazionali che occupano lo spazio di 20mila metri: tra queste la scelta ricade su due territori, progettuali e culturali. Sono due esposizioni di identità europee che sviluppano una peculiare visione del design contemporaneo, rapportandosi al loro patrimonio: This is Denmark e Budapest Select.
Un ex macello diventa Alcova 2023
Il complesso architettonico dell’ex Macello di Porta Vittoria è diventato una monumentale area espositiva. Collettore di diverse realtà internazionali nell’ambito del progetto in un luogo che pare resistere al tempo senza nascondere le sue cicatrici. Nell’osmosi tra gli interni recuperati e l’immenso cortile, come la navata di una cattedrale, gli oggetti di nuova concezione fanno capolino, assumono le sembianze di una scoperta nel contesto industriale.

E’ il valore del passato resistente, imprigionato negli intonaci, ad esaltare ciò che brilla di modernità, anche se ci saremmo aspettati una minima sistemazione degli ingressi alle mostre, pensando che tra i visitatori esistono persone anziane o con ridotta mobilità. Soprattutto pensando alla convenzione per gli usi temporanei del Comune di Milano.
Questa edizione di Alcova al Fuorisalone sarà anche l’ultima occasione per visitare l’ex mattatoio in vista del suo abbattimento. Porte, anzi cancelli aperti al design internazionale dunque, dalla Danimarca e dall’Ungheria prodotti e allestimenti che incontrano, nel fascino di una decadenza a tratti avanzata, un genius loci forte.

This is Denmark. A design playlist
Sul solco di quella che è già tradizione, con uno stile riconoscibile che parla attraverso i valori fondanti di semplicità, qualità e artigianalità si inserisce la mostra This is Denmark.
Immagine di una modernità che continua a relazionarsi con le proprie risorse naturali, l’essenza del design danese è evocata da un’esperienza immersiva, nello spettacolare allestimento di Matteo Ragni Studio.
Nell’esposizione presso Alcova curata da Laura Traldi e Elena Cattaneo ci sono 15 protagonisti, 15 oggetti come personaggi di una storia di altrettanti capitoli, immersa in un paesaggio caratterizzato da legno e acqua. I due elementi suggeriscono un’atmosfera calma e riflessiva, coinvolgendo con colori, sensazioni fisiche e suoni. Ai 15 “star objects” è infatti associato l’ascolto di una playlist creata ad hoc.

Il progetto promosso dalla Reale Ambasciata di Danimarca in collaborazione con The Confederation of Danish Industry e Creative Denmark si sviluppa lungo una passerella in legno che emerge dall’acqua come i celebri dock danesi.
Ai lati sono osservabili, e ascoltabili, diversi isolotti circolari galleggianti che ospitano i prodotti di quindici aziende, in linea con quei valori peculiari della progettazione danese. Nel procedere il visitatore è richiamato da una narrazione sinestetica, sia verso i singoli elementi che nella percezione del loro insieme. Concorre all’amplificazione dei diversi attori l’utilizzo di superfici specchianti, com’è l’acqua e come sono le lastre riflettenti di Abet Laminati, sia sull’arcipelago che sulla parete di fondo della sala. Come il mare all’estremità di un molo quell’ultimo sguardo suggerisce un senso di infinito.

Un viaggio a tappe come esempi di uno stile, un pò come accade su Spotify quando scegliamo la riproduzione casuale di un artista e l’applicazione propone una selezione di brani significativi. Non si dice best of.. ma This is.. Da questa definizione per la ricerca digitale di musica nasce il titolo della mostra. In questa modalità terminiamo la visita con l’idea di come il design danese nasca da un’identità consapevole, che accomuna una pluralità di voci innovative nel rispetto di una cultura interconnessa al suo paesaggio.

A quelle che possiamo definire didascalie sonore dei prodotti, che si illuminano al passaggio del visitatore, si accompagna una vera e propria colonna sonora composta da Alessandro Pedretti.
La possiamo ascoltare nell’area lounge della sala dedicata a This is Denmark. “I suoni che ho utilizzato nella produzione della colonna sonora provengono dal mondo organico dei materiali e della materia lavorati dall’uomo in contesti industriali e artigianali”, spiega il sound designer che utilizza microfoni che captano suoni spesso semisconosciuti all’orecchio umano. Così, utilizzando i suoni di componenti naturali ma manipolati dall’uomo e software autogenerativi si ribadisce il concetto di patrimonio materiale ed immateriale, alla luce della sensibilità d’oggi.

Semplicità ponderata, la cura per le persone e la natura, l’impegno verso la sostenibilità, il rispetto per l’heritage, la maestria artigianale, lo sguardo internazionale.
A rappresentare l’essenza del design danese scegliamo una lampada a sospensione. Mernøe ci ha particolarmente affascinato per la sua genesi: un ingegnere con la passione per l’artigianato l’ha progettata per la tavola da pranzo della sua famiglia. Illuminazione come comfort nei bui inverni della Danimarca, che crea uno spazio intimo attraverso un design essenziale in legno e metallo con tecnologia Led. , Dal prototipo di Morten Mernøe i figli hanno inventato il marchio che produce a mano e su ordinazione personalizzata dei materiali.

Ogni oggetto è una storia di attualizzazione di quella eredità, dalla ricerca di circolarità dei processi produttivi alla nuova visione dello stile abitativo, sempre più tecnologico, flessibile e multi-funzione, fino alla creazione di ambienti ad alto impatto emotivo. Sono interpretazioni assai personali e diversificate della tradizione scandinava che accompagnano la passeggiata ispirata alll’ infinite bridge, il ponte circolare ideato dallo studio di architettura Gjøde & Povlsgaard nella città di Aarhus. Tra terra e mare, tra passato e futuro, come è per sua natura il senso della progettazione oggi
Le aziende coinvolte nel progetto This is Denmark ad Alcova sono &Tradition, 101 Copenhagen, Astep, AYTM, Carlsberg, Fredericia, HOUE, House of Finn Juhl, Kay Bojesen, Kvadrat, Mernøe, Notes of Colour, Royal Copenhagen, Skovby, Studio Roso, Matias Moellenbach.

Budapest Select
Il meglio del design ungherese è riunito sotto il cappello di Budapest Select, con il progetto espositivo voluto da Hungarian Fashion & Design Agency a cura del designer Gáspár Bonta.
Dalla progettazione contemporanea dell’Ungheria, paese in crescita nello scenario creativo internazionale, sono stati selezionati 37 collezioni di altrettanti designer la cui cifra stilistica è il legame forte con la tradizione artigianale, la contaminazioni con l’arte, e un forte senso di appartenenza al territorio e alla comunità.

Reinterpretando le proprie radici, e innestandole ad una decisa impronta sperimentale e tecnologica nasce un design poetico e famigliare, che rilegge il presente alla luce di un passato inteso come concetto dinamico.
La mostra da Alcova si articola seguendo sei direttrici tematiche: terra, vento, fuoco, racconto, scrittura, astrazione.
Alle storie narrate nel cerchio domestico e riscritte nelle generazioni fanno eco i ricordi nostalgici che passano attraverso le forme del presente e l’intuizione di un futuro che accorcia sempre più le distanze tra progettazione e arte contemporanea. Non esiste confine tra le due discipline per Julia Nema che crea personalmente le sue ceramiche e porcellane cuocendo in un forno a legna ad alta temperatura nel suo studio a Budapest, l’unica a farlo in tutto il paese. Una pratica artistica anche sostenibile grazie alla ricerca con materiali naturali come argille, terra, rocce e minerali.

Anche per Budapest Select una scelta tra gli oggetti che ci hanno maggiormente colpito ricade su una lampada, anzi una famiglia di lampade, perchè pensiamo che il modo di intendere la luce dica molto della cultura d’origine.
Le Kilim sono realizzate in feltro, un materiale tipico e tradizionale in Ungheria, prodotto nella fabbrica di Kőszeg. Grazie al progetto di Co & Co Designcommunication Kft. e della manifattura Multifelt Factory assistiamo a un esempio della rinascita del filato nell’interior design. Perchè? Per la sua composizione naturale e rinnovabile, con una tecnoliga di produzione tradizionale e sostenibile. Noi troviamo che la caratteristica più accattivante delle Kilim sia la possibilità d’interazione, la lampo apribile a piacimento permette di regolare da luce e il suo effetto creando una differente forma intorno alla fonte.

Annabella Hevesi, giovane designer in mostra con Il produttore LumoConcept, si distingue per l’eleganza che cita il Bauhaus delle sue Roly-Poly in metallo smaltato.
Sono sculture dalle forme organiche quelle presentate dalla designer Malvina Antal. Alterano la rigidità degli interni e fluttuano sospese nell’aria, realizzate sia in materiali leggerissimi come tessuti semitrasparenti, che in jesmonite e marmo. Demeter Fogarasi, definisce “concettuali” i propri mobili. Il pluripremiato designer considera gli arredi come oggetti preziosi che abitano gli spazi e propone delle sedute che sembrano volare al vento.

Verso l’astrazione si rivolge invece l’installazione di Ádám Csanád Berkes.
Da componenti industriali, come elementi di motori a pistoni e termostatici o ruote di treni, prendono forma sculture colorate in polistirolo che generano un racconto distopico Ágnes Deli e Endre Gaál uniti sotto il nome di Dega Design, propongono pezzi unici o edizioni limitate, dando nuova vita ai materiali riciclati che prediligono: legno, vetro e tessuti riciclati. Ancora nel solco dell’arte funzionale e del design da collezione vediamo, le opere di Boldizsar Senteski. Specchi, mobili, accessori, senza soluzione di continuità con creazioni scultoree in stretta relazione con lo spazio circostante e la sua architettura.

I designer coinvolti nel progetto espositivo presso Alcova sono: Ádám Csanád Berkes, Anikó Rácz con Timbart, Annabella Hevesi con LumoConcept, annakatalin, Atelier Kas, Bernadett Hegyvári Carcassné, Boldizar Senteski, Bori Segesdi, Dávid Godzsák, DBE.FURNITURE, DEGA design, Demeter Fogarasi, esstre, Fanni Hegedűs, HORA, Judit Grünfelder, Julia Nema, Kyra László, M Kovács, MALVINA, Márton Sápi, Meander, NORNA, Organic Porcelain Manufactura, PAPER UP!, Petra Szondi, POSITION Collective, Róbert Szél, Sainstan, sarakele studio, Teo Studio, Tünde Ruzicska ceramics, VARRODESIGN, VPI x Fruzsina Fülöp, Zsuzsa Formanek, Zsuzsanna Deák Design, Zsuzsanna Sinkovits.
Michela Ongaretti