Il pittore dei nudi che si aggira tra i portici. Dario Nanì 

by Bohdan Stupak
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Il pittore dei nudi- cover- Dario Nanì. artscore.it

Il “pittore dei nudi” prende stanza nell’immediata periferia nord di Bologna, dove si trova la Bolognina. Quartiere in movimento, tra nuove costruzioni, palazzine fatiscenti e treni in continuo via e vai. È Dario Nanì, classe 1993, originario di Ragusa, che nei suoi quadri non si limita a riflettere la propria visione, ma entra a farne parte con il suo vissuto quotidiano. Nelle sue immagini l’onirico si affaccia e poi perde spazio, per lasciarlo alla realtà.

Il pittore dei nudi. Monocromo nell'atelier
Dario Nanì, monocromo nell’atelier

Da qualche anno percorre la sua vita emotiva e lavorativa nella città delle torri e campanili, non è la prima volta che ci incontriamo, ci capito spesso nella sua stanza, angusta e allo stesso tempo popolata dalla sua arte.

Quei ragazzi bloccati sulla tela ti osservano invitandoti a stare con loro, spogliandoti di ogni inibizione.

Da eterno curioso non smetto di guardare lentamente i dipinti degli artisti che conosco. Per addentrarmi nella loro ricerca cerco sempre di visitare le stanze dove chi crea lascia qualcosa del proprio visuto, un meccanismo che mi porta mell’atelier di Nanì per raccontare la sua ricerca più da vicino.

Osservando i suoi gesti e le sue pennellate la mente mi riporta al genio poetico di Dario Bellezza (Roma, 1944), poeta sublime anch’egli cacciatore di corpi e forse dello scandalo. In una sua poesia dalla raccolta Serpenta rintraccio il mondo di Dario Nanì.

Dario Nanì, Al taglio grezzo, Torino. artscore.it
Al taglio grezzo, Torino, 2022.

Ti leccavo tra le sporche lenzuola.

Esploravo il tuo corpo, sommerso
rifugio al mio sesso rifiutato
era morbido il tuo corpo, tenero
rifugio inquieto, veloce
a penetrare nel mio corpo

Ora non mi bastano i battuti
lungo il fiume, gracili pescatori,
possibili assassini, infingardi
e mutanti posizione, nel letto;
tu mi manchi in spirito
e dolcezza primitiva,
sesso piegato, fresco
ragazzo come cibo
da mangiare avidamente”.

La sua pittura parla di ricordi, consumati in un letto o in un parco all’ombra di una quercia, amori mai iniziati o mai finiti, senza più spazio nella vita reale che continuano però ad esistere sulla tela.

I ragazzi che cattura con il suo sguardo attento e malizioso li incontra nelle notti bolognesi dove trascorre le sue fragili disperazioni e le conseguenti, inevitabili, dispersioni. 

Leonardo, olio su tela di Dario Nanì, 2022- artscore.it
Leonardo, olio su tela di Dario Nanì

La tavolozza dei colori è soffice, rosso stemperato quasi slavato, rosa tenero, azzurro, verde: è una tendenza alla monocromia la sua, perché come lui stesso dichiara, mettere troppe tonalità equivale a non focalizzarsi, strafare. Egli preferisce togliere, è una questione di sintesi cromatica, che gli permette di arrivare diretto all’anima del soggetto. 

Si perde spesso per le vie porticate dell’allegra Bologna, magari in qualche bar scanzonato dove si reca dopo il tramonto: Il Barattolo è quello dove lo puoi incontrare senza un appuntamento ma anche al Bar degli Illusi, tra una sigaretta rollata e un bicchiere del solito spritz annacquato.

Era la mia città, la città vuota
all’alba, piena di un mio desiderio.
Ma il mio canto d’amore, il mio più vero
era per gli altri una canzone ignota.

Sandro Penna

Il pittore dei nudi. Dario Nanì nel suo atelier. artscore.it
Il pittore dei nudi. Dario Nanì tra alcuni suoi lavori
E in quei bar che avviene il suo quotidiano: dalla strada alla tela, rapporti che metabolizza e mette per iscritto attraverso la sua pittura. Digerisce la loro immagine estetica per farla diventare sua.

Al nudo, inteso come simbolo del bisogno umano, si unisce poi un soggetto altrettanto fondamentale del corpus pittorico dell’artista, quella della Natura. Paesaggi siciliani dagli odori mediterranei, fotografati durante i viaggi di ritorno a casa, vengono ricomposti dal suo immaginario. Essi sono parte integrante dell’opera, nella quale la figura convive con lo sfondo, in un alternarsi di verdi che variando di gradazione, donano più mistero all’insieme.

Corpi androgeni, bianchissimi, di porcellana, ci guardano timidi. Sono gli stessi che consumano il desiderio de “il pittore dei nudi”: pare vogliano comunicare con l’osservatore, mostrando un’idea della gioventù odierna, sfacciati mostrando la loro carne pronta all’amplesso. I ragazzi tanto belli quanto dissoluti si presentano con la loro vita inquieta in cerca di un senso. 

Un amore vorrei elegante e sporco per ancora eccitarmi

onde sacrificare la speranza di amare al bisogno osceno

dei corpi da torturare. Ma non amare, questa è l’aspra

verità(…) Dario Bellezza

Dario Nanì, senza titolo, olio su tela. artscore.it
Il pittore dei nudi. Dario Nanì, senza titolo, 2022
Dario Nanì insegue nella pittura il riflesso della sua vita di tanti incontri e sensibilità: li mette in scena, nei suoi quadri, insieme alle proprie angosce, turbamenti, desideri, risentimenti.

Si tratta di una teatralizzazione generata dall’incontro, dal rispecchiarsi della propria esistenza in quella dell’altro. Fino a rendere queste due dimensioni forme e oggetti dell’assoluto. Anche lui è uno di quei ragazzi. Al centro del suo teatro c’è l’eros che va in scena nelle notti bolognesi dove trascorre le sue fragili disperazioni, che spesso diventano eccitazioni fisiche ed esistenziali.

Tenendo a cuore l’esclamazione che ribadiva Pierre Klossowski “il nudo è sempre il Nudo”, lascio l’amico pittore alla ricerca del suo prossimo inciampo in un efebo di strada, che rivedremo senza veli incrociare il nostro sguardo.

Bohdan Stupak

Dario Nanì, Elia mai vide un giorno così brutto e così bello
Elia mai vide un giorno così brutto e così bello, 2021

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