Due di due a passo di danza. OSCURE LUMINESCENZE e ATSU

Il festival Exister al Teatro Fontana

by Michela Ongaretti
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Due oscure luminescenze. ASMED Balletto di Sardegna

Due figure, due persone. Due polarità che sono due pulsioni opposte, messe in discussione da due spettacoli di danza contemporanea.

Con questa immagine torno alle suggestioni della del Festival Exister, in scena al Teatro Fontana di Milano. Dal 22 al 26 maggio ogni sera il sipario si è alzato su proposte autoriali con coreografi e danzatori provenienti da diversi contesti nazionali ed internazionali.
Ave Monstrum. Festival Exister al Teatro Fontana
Ave Monstrum di Chiara Ameglio al Teatro Fontana

La serata del 22 maggio si è animata con AVE MONSTRUM di Chiara Ameglio e BROMANTICA di Matteo Bittante. Il 24 è stata la volta di SELECTIVE BREEDING (Work in progress) di Pablo Girolami e PINK LADY di Virginia Spallarossa, mentre il 25 si sono esibiti i protagonisti di STELLA, di Luciano Padovani. Ultimo non in ordine d’importanza lo spettacolo ULTRA di Nicola Galli, il 26. Cito gli artisti anche se la kermesse al Fontana sarà conclusa nel momento in cui si potranno leggere queste mie righe. Ma la lunga stagione di Exister, promossa da  DANCEHAUSpiù – Centro Nazionale di Produzione della Danza di Milano, non è finita. Da settembre a dicembre 2024 si potrà incontrare la sua danza d’autore raggiungendo gli spazi di DANCEHAUSpiù in via Tertulliano. 

Bromantica. Festival Exister
Un momento di Bromantica, coreografia di Matteo Bittante. Ph. Sara Meliti
Non è mai quello che ci aspettiamo uno spettacolo di danza, è qualcosa che dilata la pupilla e le emozioni che i movimenti riescono a comunicare, così mi sento fortunata di poter consigliare un’esperienza che varia a seconda del carattere di chi vi assiste.

Entusiasta di invitare ancora a seguire Exister dopo la visione del 23 maggio. Nella serata la doppia esibizione di OSCURE LUMINESCENZE di Lucas Delfino e Valeria Angela Russo (ASMED Balletto di Sardegna),  e di ATSU di Magdalena Wójcik e Stefano Otoyo, una produzione di CoDa Movement e Zawirowania Dance Theatrenvade.

Due Oscure Luminescenze. In scena al Teatro Fontana
Valeria Angela Russo in Oscure Luminescenze. Ph. Sara Meliti
Sono due in OSCURE LUMINESCENZE. Lei è vestita integralmente di rosso, lui di nero.

Avanzano lenti verso una meta futura finché lui la spinge, la scaraventa a terra, la elimina dalla traiettoria del suo percorso. Un atto che scatena l’azione necessaria della donna. Ormai a terra, non può che trovare consapevolezza del proprio stato fisico e morale, non può che espandersi nella centratura sul sé. Nella scena essenziale contano solo i movimenti, e quei colori così pulsanti manifestano nel vivo modi di essere. Lui continua la sua strada silenziosa, lenta e impassibile. Lei srotola dal suo capo quella corda che le copriva gli occhi, quasi un cordone ombelicale al suo dolore, segno di una preesistente cecità simbolica. 

Due colori, due opposti che devono convivere. Festival Exister
Oscure Luminescenze. Due personaggi. Ph. Sara Meliti
Toccare terra è toccare il fondo di quella sofferenza che si fa strumento di trasformazione: la danzatrice la forma ad immagine di confine circolare, di nido protettivo. 

Da cosa si separa il suo spazio? Da tutto ciò che non le permette un’evoluzione personale, soggettiva. Cerca anche di restare isolata e chiusa al resto del mondo. E’ una lotta quella verso il cambiamento, come ben fanno intendere i passi di danza a tratti somiglianti ad una capoeira, che non riesce a far germogliare nuova vita senza l’ineluttabile confronto con la realtà del passato. E lui ritorna, avvicinandosi al confine con quella lenta e impassibile solennità che il nero rapporta alla negazione del sentimento, per confermarsi oppositore universale, o come forza del destino avversa con cui una complementare energia ingaggia un conflitto, mai risolto. In questa visione duale, già nella simmetria del titolo, lo scontro porta però infine ad un’inversione di ruolo. 

Due personaggi in un unico momento di incontro con Oscure Luminescenze. Festival Exister
Incontro e scontro di Oscure Luminescenze. Ph. Sara Meliti
Di nuovo due nell’invasione di campo del Nero, nel tentativo di strappare la sostanza di quell’atto di psicomagia attivato per sè dalla Rossa.

Non basta, l’azione è più violenta nell’abbraccio forzato per cacciare la persona da quella bolla protettiva autoalimentante.  Nell’eliminazione di un percorso singolo e autosufficiente, nello strappare una centralità e separare il corpo dagli intenti della mente che costruisce rifugi. Eppure la forza irriducibile di quello slancio vitale non si ferma, neppure quando l’oscuro personaggio vince il talismano portatore di illuminazione, il cordone rosso come il sangue. Fuori dalla comfort zone non servono più gli ormai logori strumenti, basta continuare a danzare, volteggiare con intensità intorno al proprio centro. E’ un’esistenza in cui la scena prevede una sola protagonista, in cui il personaggio oscuro non può che osservare disarmato in un angolo, mentre al centro continua una liberata e solitaria evoluzione.

Oscure Luminescenze. In scena al Teatro Fontana
Oscure Luminescenze. Ph. Sara Meliti

Il rito è un pensiero in atto. E’ il pensiero umano incarnato in un gesto, capace di un’intensa forza d’espressione come della più squisita delicatezza mentale.

Gérard Calvet
Atsu. In scena al Teatro Fontana
Atsu. Ph. Sara Meliti
Sull’incontro che porta al rispecchiarsi di due identità ragiona invece lo spettacolo Atsu, di e con Magdalena Wójcik e Stefano Otoyo.

Se la compagnia Balletto di Sardegna propone un processo di liberazione, attraverso l’identificazione (e separazione) di due opposti, dalla Polonia arriva a Milano un’opera dal contenuto rasserenante sulla preziosità della conoscenza tra sconosciuti, simili che si rivelano complementari. Le azioni dei due ballerini sono in questa pièce equamente bilanciate, nella durata e nella rilevanza drammaturgica, basando i movimenti su un concetto di facile comprensione e dalla limpida simbologia. 

La parola Atsu significa in giapponese “pressione” ed è proprio dai movimenti del massaggio shiatsu che nasce una vera e propria coreografia.  Fin dalla prima apparizione capiamo come l’espressione possa specificarsi in condizione sia fisica che esistenziale, assolutamente naturale per l’umano. Così è la sostanza dell’incontro e del riconoscimento: due figure che interpretano movenze senza separarsi dal peso di una ciotola colma di riso. Si accompagnano in progressioni ritmate, autonome per il singolo personaggio, man mano più complesse senza separarsi dal proprio fardello, anche quando verrà alleggerito. Senza dimostrare uno sforzo elevato nel mantenerlo adeso al corpo, finché quel contenitore non diventa strumento per riconoscere un affinità di gesti simmetrici.

Magdalena Wójcik e Stefano Otoyo in Atsu. Festival Exister
Due figure specchianti nello spettacolo Atsu. Ph. Sara Meliti
Di profilo, uno di fronte all’altro, i due protagonisti intrecciano gestualità, coinvolti in una sorta di cerimonia del tè, poi chiamati in successivi rituali amplificati della loro risonanza estetica dal raddoppiamento della danza, dal rispecchiamento delle movenze.

Forse la voce fuori campo non era così necessaria. Quella dichiarazione di meraviglia della contiguità linguistica nell’etimologia del termine “presente” per definire l’attimo in cui si riconosce una possibilità di espressione emozionale concreta, del regalo del destino. Questa coreografia parla di manifestazione di una relazione con l’altro già in maniera particolarmente eloquente, qualità che trovo tra le più affascinanti sempre, nella danza che davvero possa dirsi contemporanea. 

Due di due nello spettacolo Atsu
Magdalena Wójcik e Stefano Otoyo in scena con Atsu. Ph. Sara Meliti

Comunque da quel momento sembra di sentire l’attenzione di lui su di lei e viceversa, sono due rispondenze sempre più consapevoli, espresse sempre più spesso mediante il sostegno del peso umano dell’altro. Quel fardello non è più qualcosa fuori dal corpo, ma il corpo stesso. L’esistenza prolungata nella forza dell’altro. Che di quei due inscenino una cerimonia dell’unione, che l’apprezzamento del presente davanti agli occhi porti due sconosciuti alla coppia, è suggellato dallo slancio di lei, verso il finale di un bacio.

Le date dei prossimi spettacoli saranno comunicate qui: exister.it

Michela Ongaretti

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