“Non per odiare sono nata, ma per amare.” Antigone
Il coraggio della verità è fatto di scelte difficili e richiede di accettare le sue conseguenze. Il coraggio di Chelsea Manning è la materia su cui si è costruito lo struggente spettacolo Antigone_WEB. E così tu sei Manning! di e con Francesca Brizzolara con la compagnia Tecnologia Filosofica.
Ho avuto la fortuna di assistere al monologo in occasione di Th!nk P!nk, il festival curato da Fattoria Vittadini che esplora il tema dell’identità come moltitudine, sfidando i concetti di cultura e inclusione. Dei tre giorni dell’edizione 2024 resta la memoria pulsante di uno spettacolo che avvicina i confini di prosa e performance per testimoniare con sensibilità una doppia trasformazione, irrinunciabile e profonda.

Francesca Brizzolara ha tenuto il pubblico incollato alla poltrona e col cuore palpitante nell’evoluzione drammatizzata delle reali vicende di Chelsea Manning, nato Bradley, ex militare americano, accusato di tradimento, arrestato e detenuto in condizioni lesive dei diritti umani dal suo governo. Il coraggio della verità aveva portato Manning ad un bisogno di giustizia più forte della propria divisa, così da rivelare informazioni e documenti riservati a Wikileaks. Mentre svolgeva il suo incarico di analista di intelligence durante le operazioni militari in Iraq ebbe infatti il coraggio di diffondere segretamente immagini riguardanti l’omicidio di molti civili disarmati. Continuando in seguito a denunciare al mondo crimini di guerra ha dato vita alla più grande fuga di notizie segrete che sia mai accaduta negli Stati Uniti.
Intrecciato a quelle decisioni un percorso altrettanto complicato verso una consapevolezza sempre più urgente di manifestarsi, quella di sentirsi donna. Il coraggio fu ancora determinante nel riconoscere la sua vera identità di genere e poter, dopo gli interventi chirurgici dal difficile seguito post-operatorio nelle situazioni in cui era costretta, dopo la prima drammatica sentenza a 35 anni per spionaggio e reati associati nel 2013, essere chiamata col suo nuovo nome, Chelsea. Ottenne la grazia dell’uscente presidente Obama ma nel 2019 tornò in carcere, a seguito del rifiuto di testimoniare davanti al Grand Jury contro WikiLeaks. Sarà cittadina e attivista libera dal 12 marzo 2020.
Dopo essere sopravvissuta al carcere duro, durante il quale attua il cambio di sesso, Manning sta portando avanti la sua lotta per la libertà di informazione, la trasparenza dei governi e i diritti delle persone transgender.

Nello spettacolo la trasformazione interiore del personaggio è la guida narrativa, attraverso un racconto che si snoda dopo un salto nel passato.
Prima di tutto però, man mano che le luci si concentrano sulla figura, la scena iniziale mostra in nuce quel che sarà del suo destino. Chelsea è seduta su una sedia, con un completo maschile elegante e le scarpe col tacco, i capelli ancora corti come quando fu immortalata dal celebre scatto sulla copertina di Internazionale. Luglio 2017, durante la prima intervista che ha rilasciato appena uscita di prigione. Guarda altrove, secondo Brizzolara “un po’ verso il futuro, il suo nuovo futuro”.

La sedia è un importante elemento drammaturgico in quanto segna, sempre per l’autrice, “una demarcazione tra il prima (la prigione) e il dopo (Chelsea libera)”. Io ne parlo perché come tanti spettatori sono rimasta colpita dalla presenza simbolica di questo oggetto scenico, nelle diverse fasi di rivelazione della storia.
Durante la creazione di Antigone_WEB Brizzolara mi racconta di essersi casualmente imbattuta in una catasta di sedie dismesse. “Erano tutte uguali a quella della foto così ho pensato dovessero entrare nello spettacolo”: la Chelsea teatrale si confronterà e agirà contro quelle sedie distruggendo il muro da esse composto. Di questa scenografia non è stata data univoca interpretazione, nel desiderio di lasciare spazio all’immaginazione del pubblico, qualcuno le vede come metafora della prigione, tanti monitor o un pulpito, ma è intuibile sia come un’amplificazione visiva dei sentimenti della protagonista, che non intende rimanere ferma nella situazione creata, che vorrebbe alzarsi e agitare coscienze.

A tal proposito mi viene ricordata una nota scultura di Davide Dormino, dove in effetti ci sono tre attivisti (Assange, Snowden e Manning) in piedi su tre sedie. Poi se ne scorge una libera, su cui le persone del pubblico a turno possono salire, per “attivarsi” anche loro. “Quest’immagine di salire sulla sedia è molto chiara e potente. perché sulla sedia si può stare immobili, o salire, per smuovere, agire…”
Per me sempre a caccia di visioni oltre la narrazione una sedia può avere funzione metalinguistica, che si interroghi sul senso del fare teatro attraverso immagini che fanno parte della sua storia e della sua pratica. Forse non sto andando in una direzione così lontana dal vero se si pensa che l’attrice e autrice fa parte di una compagnia dalla vocazione interdisciplinare, che contamina linguaggi ai confini tra la danza e il teatro, con una speciale predilezione per il lavoro corporeo.

L’elemento fu tanto usato anche negli spettacoli di Pina Bausch, basta pensare a Café Muller. “Come tutti gli oggetti in scena, dalle sedie c’è molto da imparare, per noi attori sono maestre di presenza senza fare nulla di più di quello che è necessario fare; rappresentano anche l’attesa perché accolgono e sono fatte per essere riempite. Mi piaceva l’idea di moltiplicare questi segni”. E se questa amplificazione di oggetti continua a dirci che siamo a teatro, il fatto che siano così concretamente comuni ci comunica quanto la vita della protagonista sia vera, quotidianamente vissuta e sofferta.

Chelsea Manning è vista come Antigone perché come la protagonista della tragedia di Sofocle tradisce la legge di Stato per seguirne una più grande, quella non scritta del cuore, pagandone un caro prezzo.
Se l’anitca Antigone rompe le regole per dare sepoltura al fratello, quella contemporanea smaschera la prevaricazione di diritti umani: entrambe scelgono il coraggio della verità, che per Manning passa dallo strumento informatico di cui aveva speciale padronanza sin dalla giovane età. Nello stesso tempo accogliendo un cambiamento in atto nella sua persona, con la consapevolezza di una trasformazione etica e identitaria.
Antigone_WEB corrisponde ad un progetto più ampio, vincitore del Bando Wiki Teatro Libero indetto da Wikimedia Italia a fine 2020, che chiedeva di scrivere un testo su personalità rappresentative del concetto di open source, in senso ampio.

Da una lunga lista l’attenzione si è rivolta a due Antigoni dei nostri giorni: Chelsea Manning e Aaron Swartz. Entrambi hanno sacrificato la loro vita all’impegno per l’accesso libero alla conoscenza, per la libertà di informazione, per la trasparenza e la giustizia, ed entrambi sono riusciti ad illuminare le oscurità del sistema grazie all’abilità di muoversi online in un’epoca in cui il movimento open source era appena all’inizio.
Wikipedia, Internet Archive e altri portali internazionali, documentari su di loro e su Assange, proprio il web ha nutrito di informazioni e suggestioni la lettura scenica dedicata alle scuole superiori dei testi selezionati dal bando. Brizzolara scelse la storia di Chelsea intitolandola Antigone_WEB. E così tu sei Manning! , pensando subito dopo ad una una proposta drammaturgica vera e propria, che ha preso sempre più forma anche grazie ai contributi di Agostino Nardella (studio luci), e di Roberto Lupoli e Stefania Ricci (video mapping).

Un discorso a parte merita il piano sonoro di Marco Foresta, la cui collaborazione con Francesca Brizzolara ha generato opportunità inaspettate nella genesi dello spettacolo.
Foresta fa parte del collettivo di musicisti e dj’s, ed etichetta discografica, Ivreatronic, che promuove e organizza eventi dedicati alla musica elettronica. Con le sonorità di quel genere ha creato una prima composizione coerente allo stato d’animo della pièce, in scena nel 2021. Evolvendosi il testo si è evoluta anche la musica, coinvolgendo mutualente gli artisti. Al momento della performance però, non essendo live la musica di scena, è l’attrice che si deve in un certo senso adeguare alle pause, è la recitazione che segue i suoni e non viceversa. Ne consegue un senso di costrizione che accompagna i sentimenti del soggetto e la sua evoluzione: la forzatura del carattere di Chelsea Manning in base al contesto rigido e autoritario, poi anche nella femminilità metaforizzata da un corsetto. Uscire e resistere allo scoperto è doloroso, il coraggio della verità fatica a realizzarsi.

“Almeno nella mia esperienza personale, essere trans ha meno a che fare con l’essere una donna intrappolata nel corpo di un uomo, e molto di più con l’innata discrepanza tra la persona che sentivo di essere e quella che il mondo voleva che fossi.” Chelsea Manning
Quel senso di alterità in un mondo che richiede di adeguarsi a modelli che nascondono l’accettazione di valori disumani, di logiche prevaricatorie, è stato il motore di una rivoluzionaria ricerca di giustizia. L’intuizione di una lotta interiore per un cambiamento verso la verità, portando la trasparenza come necessario bene comune, è stata l’intuizione di Antigone_WEB, due anni prima dell’eloquente biografia di Chelsea Manning.

Il coraggio di combattere le falsità dell’ordine costituito sarà prossimamente di nuovo in scena:
-⬩ Il 22 marzo al Teatro Magnetto ad Almese (TO) nella rassegna Camaleontika, nell’ambito del progetto Cortocircuito di Piemonte dal Vivo. -⬩ il 16 maggio ad Alice Superiore, Val di Chy (TO). Per saperne di più invito a consultare il sito della compagnia tecnologiafilosofica.com .
Michela Ongaretti