Carlo Cane (1951) è un pittore che ha sempre posto la natura, fusis, al centro della propria poetica. Un’infanzia rurale, vissuta a Valenza Po, comune situato alla destra del Po, a ridosso delle colline del Monferrato. La pittura è un chiodo fisso per l’artista che, fin da piccolo, passa ore a colorare e disegnare con la prima scatola di colori che il padre gli regala a 8 anni.

Carlo Cane, la Natura del Paesaggio umano. M.L.T.6963 Il Bercé, 2021
Dal paesaggio all’ambiente umano
Crescendo in campagna la sua pittura dagli inizi è prettamente paesaggistica, Carlo Cane poggia cavalletto e colori negli spazi aperti della campagna e porta con sé, negli anni, la necessità di abbandonare il mestiere di orafo e incastonatore per far diventare la pittura il fine su cui convogliare le proprie energie. E così sarà: negli anni Carlo Cane decide di dedicarsi esclusivamente alla pittura.
Negli anni emerge come oggetto di indagine principale la delicata tematica che lega uomo e natura, uomo e ambiente. Mostra infine gli esiti di questo rapporto che vede, purtroppo, sempre meno tutelata la natura, depauperata dal cinismo umano che l’ha sempre vista in prospettiva utilitaristica, incastrata in un processo che disvela la natura solo come “fondo da impiegare”.

Carlo Cane, la Natura del Paesaggio umano. M.L.T.6367 Val d’inferno, 2020
Il rapporto tra Uomo e Natura
La tutela dell’ambiente, riflessione che emerge dall’osservazione dei dipinti di Carlo Cane è un argomento vivo nel pensiero moderno. Con l’inizio di quella che è una “terza rivoluzione industriale” molte sono le voci che si sono levate per volgere l’attenzione al delicato equilibrio tra uomo e natura, di cui l’uomo stesso fa parte.
Gifford Pinchot , agli inizi del 900, afferma che la conservazione ambientale è “la politica fondamentale della civiltà umana. L’uomo è perciò responsabile della natura perché ha doveri verso le generazioni future. Anticipatori del pensiero di Pinchot furono David Thoreau (1817-1862) e John Miur (1838-1914)
Thoreau appartiene a quella corrente del pensiero americano che viene definita “trascendentalismo”: una visione religiosa della realtà secondo la quale vi è una corrispondenza simbolica fra gli enti naturali e le verità spirituali. La natura porta con sé insegnamenti morali.
Secondo Miur solo col contatto con la natura più selvaggia offre all’uomo la possibilità di ricreazione, godimento estetico ma anche di raccoglimento: l’uomo ritrova sé stesso. La natura ha inoltre una funzione educativa, contribuisce a formare il carattere.

Carlo Cane, la Natura del Paesaggio umano. Mutation, 2012
Natura e tecnica moderna, il principio di responsabilità
Heidegger parla della tecnica moderna come un capovolgimento dal “saper fare” artigiano e il “dover fare”della produzione industriale; di conseguenza il mondo naturale viene conosciuto solo come fondo per l’impiego, non più come semplice fusis. La poiesis (produzione) è anche fusis (natura), il sorgere di per sé,la natura nel suo manifestarsi. La fusis è poiesis nel senso più alto perché ha in sé stessa il movimento iniziale.
L’uomo dell’età della tecnica disvela la natura come principale deposito di energie, l’energia della natura viene messa allo scoperto. Attraverso la tecnica la natura rivela sé stessa e viene impiegata in un processo. Cio’ comporta il pericolo che l’uomo si senta signore della terra e finisca per credere che tutto ciò che esiste è un suo prodotto.

Carlo Cane, la Natura del Paesaggio umano. Rallentare il Tempo, 2010
Hans Jonas parla di principio di responsabilità (1979): è necessaria una nuova etica che ponga i principi per un diverso rapporto tra uomo e natura e un diverso atteggiamento di fronte alla tecnica. Alla fiducia incrollabile ad ogni passo della tecnica deve subentrare la coscienza della precarietà e della minaccia. Serve una nuova etica improntata al principio di responsabilità: tutelare il mondo e il genere umano salvaguardando l’umanità presente e quella futura. Nella prospettiva di Jonas l’essere, compreso quello degli enti non umani, è anche un “dover essere” un fine in sé, dunque ha diritto all’esistenza.

Carlo Cane, la Natura del Paesaggio umano. Un giorno, 2019
Evoluzione della pittura
Nel tempo poi, la tematica che vede l’uomo erigersi a padrone della Terra , noncurante degli equilibri che distrugge, ponendo in rischio il pianeta e sé stesso diventa un nodo cruciale nel percorso di Carlo Cane.
Attraverso una pittura calcolata e meditata unita a un sapiente uso del colore, l’artista inizia a dipingere grattacieli e palazzi che svettano verso il cielo, senza alcuna presenza umana, metropoli di cemento restituite da colori sabbiosi, scuri, nebbiosi a volte, che creano una forte coralità con l’elemento psichico della creazione, e, grazie all’uso di una prospettiva ardita e di uno sfondo bianco, percepiamo una “disarmonia”, un senso di disagio che ci mette davanti al rischio della crescita smisurata e senza controllo del dominio umano sulla natura, che dovrebbe suscitare interrogativi.

Carlo Cane, la Natura del Paesaggio umano. Luogo di storia, 2008
Successivamente la natura entra nei dipinti : insetti,animali, colori, emergono per celebrare la vita in una dimensione ideale. Ancora una volta senza un richiamo spaziale, ancora una volta con una prospettiva audace ma il cielo è azzurro in queste immagini che sono effige di quello che potrebbe andare irrimediabilmente perso se non tutelassimo l’ambiente. Di ciò che ci circonda, che è la nostra Terra, potrebbero rimanere solo immagini di un ricordo ideale.

Carlo Cane, la Natura del Paesaggio umano. Equilibri sensibili, 2011
Case sospese in un tempo e un luogo indefiniti
Negli ultimi anni protagoniste delle opere sono abitazioni abbandonate nel mezzo di un altrove dove la vegetazione torna a essere padrona degli spazi che le erano stati tolti.
Case in bilico in un tempo sospeso, indefinito, fanno breccia nel cuore per il sentimento che suscitano, quella vertigine propria del sublime che insieme affascina e spaventa. Grandi caseggiati caduti in disuso, dove ormai non v’è più presenza umana, ora sono dimora di alberi e vegetazione, talvolta l’acqua scorre attraverso porte o finestre ormai divelte, presenza vitale che scorre tra le mura. Un tempo qualcuno ha abitato in queste case e se ne è preso cura, in esse le mura serbano memoria dell’essere umano che le ha costruite, vissute e poi lasciate.
Le case di Carlo Cane potrebbero essere ovunque. Emergono da un fondo bianco che non ci dà coordinate spazio-temporali: l’importante è la sensazione che esse riescono a trasmettere, la quiete e lo straniante brivido di queste, ormai, ex abitazioni. La vegetazione avanza ,penetra e avvolge queste costruzioni, orfane di coloro che un tempo le abitavano.

Carlo Cane, la Natura del Paesaggio umano. M.L.T. 6321 La natura fa il suo corso, 2020
Carlo Cane e il colore delle vestigia
I colori sono usati con grande sapienza, declinati nel verde della vegetazione e nelle tinte tenui con cui sono definite le abitazioni, fino alle colature di colore anch’esse attentamente calibrate: dai colori non riusciamo a cogliere neppure in quale stagione ci si trovi. Proprio della maestria di Carlo Cane è che chiunque, davanti a queste opere non può che provare empatia, quasi serbassero le vestigia dell’umanità che le ha abitate. Quasi commuove vederle, tanto che viene voglia di “prendersene cura” come se fossero vive, e provate da una lunga noncuranza. Ma la natura c’è sempre, e finirà per inglobare e interamente riassorbire questi luoghi abbandonati.

Carlo Cane, la Natura del Paesaggio umano. M.L.T. 6676 Memoria, 2020
Vicini alla Terra
L’intenzione di Carlo Cane è smuovere le coscienze a porsi degli interrogativi sull’atteggiamento umano verso la natura, “sempre più lontana dall’uomo”. La natura, fusis, è la realtà prima e fondamentale, principio e causa di tutte le cose. L’artista, lungi dal voler spaventare o allarmare, con le sue opere vuole far riavvicinare l’uomo alla natura, a Pachamama, la madre terra divinità che ci accoglie e ci nutre per amplificare la presa di coscienza verso una tutela della natura che deve necessariamente accompagnare lo sviluppo della tecnologia.
R. D.

Carlo Cane, la Natura del Paesaggio umano. M.L.T. 6114 Presso il Po, 2019