La tavola è il cuore della casa. Almeno secondo il design di Astrid Luglio, che per la Milano Design Week 2022 ha creato Botanical Banquet, una collezione di ceramiche sia biscotto che smaltate, assemblate tra loro in graziose composizioni, come in un buffet di fantasia. Sono state realizzate in collaborazione con gli artigiani della ceramica artistica Vecchia Lodi.
Non si tratta di oggetti funzionali ma di centrotavola che riproducono vegetali, con un pensiero alla biodiversità delle coltivazioni italiane: cibi sani e di qualità che danno gusto a tutti i palati.
Belle e buone perché le loro forme perché oltre a ricordare i sapori del territorio, sono frutti di una tradizione della ceramica lombarda, una delle tante e antiche manifatture lungo lo Stivale, che costituiscono una sorta di “diversità” manifattura tutta italiana. Ci si domanda come mai una giovane product designer di origini napoletane, col desiderio di trasferire la bellezza della Natura ad un materiale con cui ha già lavorato a più riprese, non abbia rivolto la sua attenzione ai numerosi centri di produzione campani, anch’essi con una lunga storia alle spalle.
Certo è che Astrid Luglio, attiva a Milano con un suo studio di progettazione, durante un soggiorno di otto mesi a Lodi, non si è limitata al product design, ma ha cercato le maestranze locali per un nuovo intento: coniugare oggetti ornamentali per la tavola ad un suggerimento etico. Si, perchè le ceramiche di Banchetto Botanico non sono a caso esposte nel negozio erbert in Piazza Quasimodo 2. Il luogo è infatti dedicato agli alimenti naturali e intende ricordare l’urgenza di una maggiore consapevolezza sulla provenienza e la qualità di ciò che mangiamo.
Una mission condivisa da Luglio a cui ho chiesto quale sia il suo rapporto con il vegetarianesimo.
Mi ha raccontato di non avere una visione rigida sull’alimentazione, argomento assai attuale in tempi di attenzione all’ambiente e al benessere, specialmente dopo due anni in cui ci siamo scoperti fragili dal punto di vista fisico e psichico. C’è ancora molta strada da fare per il rispetto dei diritti, di tutti gli animali compreso l’essere umano, ma la ricerca di prodotti a filiera corta è un passo breve e fondamentale, magari affidandosi a coloro che non utilizzano pesticidi dannosi per l‘ambiente, o agli allevatori che forniscano uova o latte senza sfruttare la natura mammifera di bovini e ovini. Senza estremismi o eroismi dell’ultima ora. Una scelta sul lungo periodo sostenibile, nel senso etimologico del termine.
Nel lavoro della giovane designer, classe 1988, ciò che conta in primis è la dolce vita dei commensali che condividono l’esperienza del cibo.
Quest’ultima va ripensata in senso moderno, sulla rete di persone che garantiscano qualità ed eticità delle pietanze e dei materiali che l’accompagnano. Mangiare bene e in buona compagnia è un fattore indiscutibilmente italiano come pure è nel DNA della creativa occuparsi di progettazione per la tavola, in un certo senso figlia d’arte perché i genitori hanno un ristorante. Vedere fin da piccola come le persone si relazionano al cibo, con azioni che compiono abitualmente, deve avere dato un grande impulso alla sua visione progettuale.
Uscire (finalmente) per il Fuorisalone 2022 significa anche imparare qualcosa di curioso.
Che siano finocchi, radicchi, porri o asparagi, le verdure sono regali della terra, indispensabili nei secoli. Nell’antica grecia pesche, limoni o cedri, tutti rappresentati sul Botanical Banquet, erano inoltre considerati divini perchè crescendo sugli alberi sono più vicini al cielo. Luglio ha raccontato ai visitatori dell’esposizione di come Orfici e Pitagorici sostenessero l’alimentazione naturale e un modo di vivere frugale: si nutrivano di ciò che la natura avesse da offrire, i frutti maturi a disposizione di tutti. Antesignani dei fruttariani, questi filosofi presagirono l’urgenza della gestione delle risorse, che oggi è fattibile a partire dalla consapevolezza su provenienza e qualità di ciò di cui ci nutriamo.
I Pitagorici sono stati coloro che hanno diffuso un sapere davvero prezioso per tutti coloro che hanno a che fare con lo studio della geometria: il famoso teorema è un’eredità del sapere che dovrebbe migliorare la qualità dell’esistenza quotidiana, ed è anche alla base della scienza del progetto. ”Altrimenti tanto vale comprarsi i souvenir osceni in Stazione Centrale”, parole di Enzo Mari durante una conferenza all’Università di Parma, nei miei lontani anni 2000. Da molto più lontano nel tempo provengono sia la filosofia greca, che le tecniche dei ceramisti antichi del bacino del Mediterraneo, costruttori del mondo di oggi per come lo conosciamo o lo vogliamo cambiare.
La cultura alimentare è valorizzata attraverso lo studio dei materiali più indicati per una fruizione, ma anche in questo caso senza rigidità.
In certi casi un oggetto è utile e accuratamente studiato solo per un tipo di alimento, in certi altri è funzionale a diverse sostanze, in altri ancora è la forma stessa a risultare multipurpose. E’ quanto si evince dal catalogo delle opere sul sito di Astrid Luglio.
Scelgo di segnalare Famiglia Oliva per il gusto delicato, oserei dire femminile, della forgiatura del metallo a somiglianza di foglie, e per la mia personale passione per l’olio EVO. Non solo mia: alcuni chef ritengono che basterebbe una fetta di ottimo pane, magari con farine antiche, insieme alla fragranza vitaminica di un extravergine, a fare un pasto. La Famiglia si compone di strumenti studiati appositamente per il dosaggio e la degustazione. In particolare il piatto Gea offre la possibilità di accompagnare all’assaggio il gesto della “scarpetta”, protagonista assoluta di una linea di piatti in metallo smaltato, creata con Ester Bianchi. Infanzia, ospitalità, ma soprattutto cultura mediterranea affidate agli artigiani napoletani della storica Rua Catalana.
Sempre ad azioni specifiche si dedica la tavola imbandita con le caraffe Travasi.
Come esemplifica il nome della serie di caraffe disegnate per Ichendorf, la funzione primaria è quella di accogliere facilmente i liquidi dal packaging originale. Diversamente dal ruolo tradizionalmente ben definito a seconda della bevanda, per cui si studiava una forma, capacità e beccuccio congeniali più adatti, queste anfore, decanter o innaffiatoi sono elegantemente ibridi, espandono la loro funzionalità costruendo ogni volta storie diverse in base alle possibilità di utilizzo. E’ invece un esempio di riciclo, dove sia forma che contenuto possono variare in base ad uno stato d’animo, Leftovers Feast. Avanzi di stoviglie IKEA che diventano totem, luminosi o capienti, lampade o contenitori realizzati a sei mani con The Ladies’ Room.
Astrid Luglio si è laureata alla NABA in Product Design. Ha collaborato con TourDeFork, studio di design con sede a Milano, ispirato al cibo e alla cultura culinaria. Dal 2018 ha il suo studio indipendente e insegna Design of Small Objects a studenti internazionali presso NABA. The Ladies’ Room è collettivo di cui fa parte con Ilaria Bianchi, Agustina Bottoni e Sara Ricciardi. Insieme riflettono sul design contemporaneo, attraverso la creazione di manufatti ed esperienze che indagano il rinnovato bisogno di coinvolgimento sensoriale.
Abbiamo scelto la tavola evocata da Botanical Banquet perchè tra la moltitudine delle esposizioni del Fuorisalone ci è apparsa come un’oasi di delicata grazia. Un concetto semplice nella predominanza del bianco, in un mondo confuso e forse troppo appariscente.
Michela Ongaretti