Picasso torna a Palazzo Reale con le sue Metamorfosi
Picasso Metamorfosi inaugura la stagione 2018-2019 delle grandi mostre a Palazzo Reale. Iniziata ufficialmente il 18 ottobre, la mostra curata dalla direttrice dei Musei civici di Avignone, Pascale Picard è promossa e prodotta da Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e MondoMostreSkira. Sarà visitabile fino al 17 febbraio.
L’esposizione non esplora un semplice percorso antologico ma affronta il tema del rapporto del celeberrimo artista con il mito e l’antichità, presente attraverso diverse discipline nel corso della sua lunghissima carriera.

Picasso torna a Palazzo Reale. Hydria a figure nere, 510 a.c. circa, in mostra con La fonte, 1921.
La casa milanese di Picasso
Milano, Palazzo Reale. Lo stesso luogo che ha visto nel 1953 esposto per la prima volta in Italia il dipinto Guernica rappresenta una tappa della grande rassegna europea triennale Picasso-Méditerranée, promossa dal Musée Picasso di Parigi con numerose istituzioni internazionali.
Il palazzo più visitato di Milano per via delle sue grandi mostre ha ospitato le opere di Picasso in altre due occasioni: con una grande antologica nel settembre 2001 organizzata grazie alla collaborazione degli eredi dell’artista, e con la retrospettiva del 2012, un excursus di grande impatto su tutta la produzione multidisciplinare dell’artista.

Picasso torna a Palazzo Reale. Nudo Disteso, 4 aprile 1932, prestito del MuséeNational Picasso
Una cooperazione museale europea
Fondamentale per la realizzazione del grande evento è la collaborazione dei grandi musei pubblici tra cui il Musée National Picasso di Parigi, il Musée du Louvre di Parigi, i Musei Vaticani di Roma, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Musée Picasso di Antibes, il Musée des Beaux-Arts di Lione, il Centre Pompidou di Parigi, il Musée de l’Orangerie di Parigi, il Museu Picasso di Barcellona. Non sarebbe stato possibile senza il prestito di queste istituzioni, delle 200 opere tra pezzi d’arte antica e picassiani.

Picasso torna a Palazzo Reale. Minotauromachia, 1935.
Picasso classicista
La mostra istituzionale ha entusiasmato Artscore per il suo taglio specifico e per il coraggio di proporre un Picasso che si rivela ancor più moderno nel suo legame col passato. E’ indiscutibile la sua figura chiave di rottura con i canoni artistici della tradizione figurativa, aprendo la strada alle avanguardie storiche, ma come altre personalità ha analizzato le fonti antiche anche con lo studio accademico di esse. Le ha assimilate al suo linguaggio ed emozionato con l’alchimia scaturita da un repertorio mitologico fatto di simboli e modelli, diventati archetipi ciclicamente osservati nella Storia dell’Arte.

Picasso torna a Palazzo Reale. Baccanale, 1955, prestito del Musée National Picasso di Parigi
La classicità con i suoi miti non ha smesso in epoca moderna di ispirare gli artisti non soltanto nei suoi esiti formali. In questo senso Picasso ha saputo esplorare la mitologia indagandone tabù e complessi psicoanalitici, aspetti talvolta oscuri impersonificati in figure come il Minotauro, associato alla figura stessa dell’artista.

Picasso torna a Palazzo Reale, Statua frammentaria di Ermes con Ariete, prestito del Museo Barracco di Roma
Le Metamorfosi di Ovidio e di Picasso
Pensando alla storia della fortuna di Picasso nel Novecento, è emozionante che tra coloro che hanno reso possibile questa mostra ci sia Skira, che da neonata casa editrice pubblicò nel 1931 a Parigi la primissima edizione de Le metamorfosi di Ovidio illustrata da Pablo Picasso.
In questa speciale occasione avremo quindi la fortuna di trovare nel bookshop della mostra, oltre all’accurato catalogo, la riedizione in fac-simile e in tiratura limitata del volume del 1931, corredato da 30 acqueforti originali.

Picasso torna a Palazzo Reale. L’atelier, il pittore e la modella, 1955, prestito del Museé National Picasso di Parigi
Le sezioni della mostra
Sei sono le sezioni che danno forma a Picasso Metamorfosi: Mitologia del Bacio, Arianna tra Minotauro e Fauno, Alla fonte dell’Antico, Il Louvre di picasso tra greci etruschi ed iberici, Antropologia dell’Antico, L’antichità delle metamorfosi. Qui le opere di Picasso saranno accostate a preziosi reperti dell’antichità del bacino del Mediterraneo: sono ceramiche, vasi, statue, placche votive, rilievi, idoli, stele.
Questi manufatti hanno ispirato la personalissima visione della mitologia di uno degli artisti più longevi e prolifici della storia dell’arte moderna, se si pensa che la sua produzione si aggira sulle sessantamila opere prodotte, generando un prisma di mille sfaccettatura che ha a sua volta influenzato l’opera di altri grandi protagonisti del Novecento.

Picasso torna a Palazzo Reale. Visita inaugurale
Una breve guida
Artscore vi accompagna lungo un breve percorso attraverso le sei sezioni, mostrandovi la complessità delle analisi e dei confronti, che considerano l’antico anche attraverso altre mediazioni artistiche, come l’ha incontrato Picasso a più riprese e interessi nella sua vita d’arte. Senza anticipare troppo.

Picasso torna a Palazzo Reale.Il bacio, 26 ottobre 1969, prestito del Museée National Picasso
Mitologia del Bacio – Ingres, Rodin, Picasso
Si parte da un’eredità non particolarmente lontana nel tempo. Questa sezione introduttiva riunisce Ingres e Rodin a Picasso, esibendo rispettivamente la scultura Il bacio e il dipinto Paolo e Francesca. Attorno al tema del bacio si confrontano ad essi le diverse visioni picassiane mosse da una evidente tensione erotica, sviluppate dall’inizio della carriera, dal 1899 fino al 1970. Rodin ed Ingres avevano aperto la strada ad un’interpretazione più libera e personale della classicità, che li aveva formati come per Picasso.

Picasso torna a Palazzo Reale. Busto di donna, 1931, tra altri capolavori
Quando realizza nel 1907 Les demoiselles d’Avignon, il più grande dipinto di rottura dei codici artistici della sua generazione avanzando nella direzione del Cubismo, la metamorfosi si attiva a partire dallo studio dell’antichità. Per la sua mente innovativa è occasione di stravolgimento più profondo, pur continuando a tenere come punto di riferimento formale la figura femminile, nella plasticità anatomica confrontata con quella maschile, come si evince dalle grafiche e dai disegni preparatori su soggetto dell’artista e dei suo modelli in studio.

Picasso torna a Palazzo Reale. Torso e testa del Minotauro (500-1000 d.c.) dai Musei Vaticani tra i dipinti in mostra
Arianna tra Minotauro e Fauno
All’inizio della sua ricerca Picasso rappresenta spesso esseri fantastici dedotti e reinterpretati dal repertorio mitologico. In particolare sono figure ibride tra femminile e maschile, umano e animale, divise tra bene e male. Sono spesso fauni, minotauri e centauri, ed è presente la bellezza e la fragilità di Arianna, essere femminile per eccellenza portatrice dell’idea di rinascita, ma anche del dissidio tra incontro amoroso e tradimento.

Picasso torna a Palazzo Reale. Fauno, cavallo e uccello, 5 agosto 1936, dal Musée Picasso di Parigi
Intorno ad Arianna prendono corpo temi cari come il Minotauro, l’arena, la passione amorosa che sfocia in fantasie violente di rapimento e stupri, il corteo bacchico che incarna la perpetua ebbrezza vitale. Vediamo esempi di questa attenzione in alcune acqueforti, nei disegni a matita e a penna e inchiostro. Lo scultore e la modella (1931), Baccanale (1955). Presenti anche alcuni oli degli anni Trenta dove lo studio dell’anatomia femminile rimanda alla splendida scultura dei Musei Vaticani, Arianna Addormentata.

Picasso torna a Palazzo Reale. Arianna addormentata, III sec. d.c., prestito del Louvre
Alla fonte dell’Antico
In contatto diretto con l’antichità è la formazione del giovane picasso, la cui futura carriera dipende dallo studio accademico e ancor più assimilata durante il viaggio in Italia, Roma e napoli nel 1917. Il dipinto Tre donne alla fonte “rilegge” la pittura di un vaso greco conservato al Louvre, museo che in quel periodo l’artista visita. Dall’osservazione delle figure dei bassorilievi sempre greci nascono opere come il dipinto Donna seduta (1920) e il bronzo Uomo Stante (1942), che sono concepiti senza la ieraticità dei modelli ellenistici.

Picasso torna a Palazzo Reale. Il dipinto la Granceola, 1940, e il piatto spagnolo di ceramica decorato con un occhio e dei tori, 20 maggio 1957
Il Louvre di picasso tra greci etruschi ed iberici
Sono documentate le visite regolari di Picasso al Louvre tra il 1901 e il 1912, che non smette mai di affascinarlo: tra i vari interessi spicca lo studio della pittura vasi greci di epoca geometrica e l’età arcaica in generale per la sua stilizzazione. Qui li ritroviamo in alcuni studi di nudi a matita, e li vediamo nei motivi a contorno delle figure centrali ne Les demoiselles d’Avignon. Sotto la stessa influenza troviamo anche Piccolo nudo seduto (1907) e la scultura in legno Tre nudi (1907), che evolveranno nelle sculture filiformi in legno Donna seduta e Donna stante (1930) ispirati ancor più all’arte etrusca. La serie delle bagnanti del 1956 e l’importante dipinto Nudo seduto su fondo verde (1946) risentono invece dell’arte greca cicladica. Troviamo inoltre, per la prima volta esposti al pubblico, la collezione picassiana di oltre novanta pezzi di ex voto iberici in bronzo.

Picasso torna a Palazzo Reale. Affresco raffigurante Teseo Liberatore, 45-79 d.c., prestito del Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Antropologia dell’Antico
Nel dopoguerra Picasso apre un nuovo capitolo della sua passione per l’antichità, entrando direttamente in contatto con la sua ceramica. Sperimenta quindi la terracotta dipinta per intenderla come opera d’arte, staccandola dall’originale funzione d’uso. E’ coadiuvato dalla ceramista Suzanne Ramier che lo invita allo studio approfondito della materia: ne esce uno specifico gusto per le forme d’espressione decorative o artistiche provenienti dall’ambiente Romano. Picasso produce terrecotte di diverse forme utilizzando vari materiali riciclati di studio, frammenti di contenitori culinari e di piastrelle . Segnaliamo Frammento di pignatta decorato con un viso (1950), Suonatore di flauto doppio seduto (1958), le bellissime ceramiche Volti di donna (1950), Portafiori a forma d’anatra (1950-1951).

Picasso torna a Palazzo Reale. Porta fiori a forma d’anatra, 1950-51
L’antichità delle metamorfosi
Ultima non certo per importanza, questa sezione arriva al celeberrimo rapporto di Picasso con le Metamorfosi di Ovidio.
Dopo essere stati accolti dalla scultura La donna in giardino (1932), in ferro ma dipinta di bianco per imitare il marmo, passiamo ad osservare come la pratica dell’acquaforte applicata all’edizione a stampa permetta a Picasso di approdare al vero e proprio libro d’artista.

Picasso torna a Palazzo Reale. Coppia che fa l’amore, 2 novembre 1933, prestito del Musée National Picasso di Parigi
L’effetto dell’incisione su rame con un tratto continuo unita alla scarsa tiratura, avvicina molto l’acquaforte ai suoi disegni, con il rimando comune ai decori antichi dei vasi dipinti. Il testo poetico nel suo accompagnamento grafico ne risulta così valorizzato nella sua originalità interpretativa.

Picasso torna a Palazzo Reale. Lo scultore, la modella e la testa scolpita della modella, suite Vollard n. 62, 2 aprile 1933, dal Musée Picasso di Antibes
Sono presenti anche alcuni fogli della celebre suite Vollard (1933-1935), dove appare ancora l’artista al lavoro su una scultura, nello studio con la modella, un soggetto ricorrente e amato da Picasso. Ricordano Le Metamorfosi di Ovidio, nella fascinazione per la femminilità e nella sua “appropriazione” creativa che ha spesso condotto a scene erotiche riallacciandosi alle visioni con fauni e baccanti dedotte ancora dal repertorio figurativo antico.
Michela Ongaretti

Picasso torna a Palazzo Reale. Satiro danzante, frammento di un gruppo detto “Invito alla danza”, 100-200 a.c.