Quando cadono le stelle. Gian Paolo Serino alla Libreria Utopia. Giovedì del nuovo romanzo
di Michela Ongaretti
Gian Paolo Serino disegnato da Giovanni Manzoni.
La settimana svolta quasi sempre il mercoledì, raramente il giovedì. Il 16 giugno è successo. Dopo una giornata piena e terminata con una pioggia annunciata il mio amico Giovanni Manzoni mi ricorda che alla libreria Utopia Gianpaolo Serino presenta il suo ultimo romanzo editato da Baldini e Castoldi, una storia corale in differenti capitoli, “Quando cadono le stelle”.
Non che sia la prima..già da tempo è partito un tour promozionale sempre con la presenza attiva dello scrittore e io non ho mai partecipato. Non sono mai rimasta indifferente alla penna di Serino e ho da poco tra le mie mani “Quando Cadono le Stelle”, quindi sono andata con l’intenzione di apprendere qualcosa del libro da una voce interna. Spero che essa riesca a colpirvi e a farvi muovere verso la più vicina libreria, spronati anche dalle considerazioni su quella serata.
La sala sotterranea della libreria Utopia durante la presentazione di Quando cadono le stelle, foto di Giovanni Manzoni Piazzalunga.
Volevo qualche stimolo ulteriore alla lettura che accompagnerà il mio prossimo viaggio: spostarsi tra le nuvole e attraverso le parole, nello spazio e nel tempo, lo trovo uno dei più grandi privilegi del mio tempo. Essere trasportati in fretta grazie alla tecnologia, ma poter rallentare al massimo il proprio ritmo interiore per entrare nel mondo di un altro individuo, che magari ha qualcosa in comune con me si, ma è comunque altro da me. Viaggio nel viaggio nel viaggio, possibile per me solo con l’oggetto-libro in carta, toccato e stropicciato, sempre carico e pronto per incontrarsi con la mia immaginazione, presente anche quando diventa vero e proprio sogno. Subito riapribile non appena riapro i miei occhi.
La copertina del libro
L’amico che mi ha invitato alla libreria Utopia è un artista, ed è facile che Serino conti tra il proprio entorurage persone fuori dal comune; perché questa è l’idea che mi sono fatta dell’autore di “Quando cadono le stelle”, nel bene e nel male.
Ricordo ancora una notte estiva di lavoro nell’atelier di Giovanni, calda e infinita, io a scrivere e lui a disegnare, quando alle quattro del mattino squillò il suo telefono. Era la voce baritonale dello scrittore, pensavo fingesse un timbro così caldo, che chiedeva se avesse avuto voglia di incontrarlo, come se fosse l’ora dell’aperitivo. Io in quel momento ho pensato che ci sono persone che non si danno tregua, persone che vivono ad ogni ora del giorno, persone che cercano sempre qualcosa nel mondo reale o immaginato, persone che scavano sempre nei sentimenti o nelle sensazioni, che inventano storie finzionali che sono sempre vere, perché contengono una parte del loro tempo. Persone come Gian Paolo Serino.
Una nave sulla pelle e Gian Paolo Serino, foto di Giovanni Manzoni Piazzalunga
Quelle persone hanno il vizio di addentrarsi nelle situazioni dove la maggior parte delle popolazione non ne trova la necessità: se la nostra civiltà dell’immagine ha avuto le proprie stelle brillanti nel firmamento del cinema o della cultura senza macchia alcuna, perchè mai un folletto dispettoso dovrebbe andare ad agganciare quegli astri con le proprie parole per rilanciarle all’indietro nel nostro piccolo inferno?
Per parlare a tutti, esplorando una zona d’ombra che tutti abbiamo. Che siano meccanismi del dolore, potentissimi motori d’azione come spiega Serino, esigenze innate o indotte dall’educazione, tutti nascondiamo una parte di noi. La nostra identità non è completa senza il lato oscuro della nostra forza, e nella vita nulla, ma proprio nulla è gratis. Nemmeno per Picasso, Kafka, Salinger, Cary Grant, Stephen King, Hemingway, Poe, Kennedy.
Un momento doppio della presentazione, foto di Giovanni Manzoni Piazzalunga
Serino era ben lieto di parlare ancora una volta al pubblico della sua ultima creazione, all’interno della libreria Utopia, che si trova ad essere una delle poche superstiti all’interno del quartiere di Brera. Il volume è stato introdotto da Carla Tolomeo Vigorelli, scultrice e moglie del critico letterario Giancarlo Vigorelli, sostenitore con lungimiranza di Giampaolo Serino.
Già dall’ingresso sono rapita dal mondo stravagante dell’entourage dello scrittore. Se da vicino nessuno è normale, da vicino qualcuno si sforza per non esserlo. E non sempre è un male, in un mondo spesso chiuso alla possibilità di usare linguaggi diversi per arrivare allo stesso pensiero: soltanto stavolta ho trovato la presenza di Gianni Miraglia un pò sbilanciata nell’insieme della presentazione. Un uomo nudo che legge parti del romanzo “sotto sforzo”, o che costruisce con abilità monologhi su una parola proposta al volo dagli astanti mi diverte per un tempo limitato.
Gian Paolo Serino, Carla Tolomeo Vigorelli e Gianni Miraglia, foto di Giovanni Manzoni Piazzalunga
E’ una parentesi buffa che fa riflettere sulle difficoltà umane, cosa non da poco; sorrido e penso alla fatica del recitare sollevando pacchi di libri per ogni braccio, ma dopo dieci minuti l’esibizionismo senza dubbio creativo non mi dice più molto. Sarà che desideravo ascoltare più a lungo quella voce baritonale. Ringrazio e me la immagino all’inizio della lettura. Buon viaggio
Michela Ongaretti
NB: chi mi ha fatto dono delle foto per questo articolo ha apprezzato maggiormente la performance sotto sforzo!