Due respiri, un passo. Dialoghi in mostra con Sara Alavi e Coquelicot Mafille

by Michela Ongaretti
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Due respiri, un passo. Sara Alavi, particoalre di un'installazione

Due respiri, un passo. Dialoghi in mostra con Sara Alavi e Coquelicot Mafille

Due artiste alla Galleria Eroici Furori, fino al 30 marzo. Due respiri, un passo è ciò che intitola e dà forma e sostanza alla mostra curata da Silvia Agliotti. E’ nata da un dialogo tra le produzioni, dall’incontro di due percorsi all’insegna del viaggio, nel raggiungimento di una meta che è soprattutto interiore e costituita da tante identità incorporate nella propria, lungo il cammino. 

 

Due respiri e un passo con le installazioni di Sara Alavi, gallleria Gli Eroici Furori

Due respiri, un passo. Dialoghi in mostra agli Eroici Furori, installazioni di Sara Alavi, ph. Sofia Obracaj

 

Due respiri e un passo

Il percorso di vita che accomuna entrambe è stato senza dubbio il trasferimento in Italia dagli opposti nord-ovest, Mafille da Parigi, e da sud-est, cioè Teheran per Alavi. Due donne e due diversi viaggi ma identiche necessità di esprimersi attraverso l’arte come sublimatore di esperienze, uno strumento attraverso il quale si trasferisce al codice dell’immagine la scoperta dell’altro, delle componenti estranee solo alla prima apparizione.

Il senso di ricostruzione identitaria fatta di frammenti e ricordi, di saperi e cultura passati, fusi nell’accoglienza del presente. Due percorsi di vita, come quello che un amante dell’arte compie ogni volta che incontra una ricerca nuova, compenetrando i vissuti dalla tela alla sua persona, e viceversa.

 

Due respiri, un passo. Dialoghi tra opere

Due respiri, un passo. Dialoghi in mostra e tra le opere di Coquelicot Mafille e Sara Alavi, ph. Sofia Obracaj

 

Il viaggio geografico e interiore delle protagoniste procede dunque conquistando una vetta simbolica, interiorizzata ad ogni opera, seguendo l’invito a fare “ due respiri e un passo”. E’ il consiglio delle guide agli scalatori che intraprendono la ripida salita alle pendici del monte Everest.

Nello spazio di transizione

I respiri sono due come quelli che una accanto all’altra si preparano a fare le due artiste, alle prese con temi attuali trattati con delicatezza e intima empatia.

Il passo è quello necessario all’incontro con l’altro da sé, associato dalla gallerista e curatrice della mostra Silvia Agliotti allo “spazio transizionale “ come inteso dallo psicoanalista Donald Winnicott, cioè quel passaggio intermedio che il bambino deve compiere  tra la realtà soggettiva e quella oggettiva nella conoscenza del mondo. 

 

Due respiri, un passo. Linee nette nei lavori di Mafille

Due respiri, un passo. Dialoghi in mostra, personaggi nella memoria di Coquelicot Mafille, ph. Sofia Obracaj

 

L’artista in particolare prende parte, sviluppa quel passaggio, perchè trattiene nella mente e nella sua esternazione attraverso l’opera entrambe le realtà. L’artista, anzi le due artiste, conservano la purezza di quello stato ontologico infantile per consegnarci la verità attraverso la suggestione delle loro immagini.

Qui agli Eroici Furori è in atto lo svelamento di una verità quotidiana dove i linguaggi e le culture si intersecano per costituire un’identità che si forma nell’incontro progressivo con ciò che differisce da un’origine, in una stessa vita, in due o nella moltitudine degli individui.

 

Due respiri e un passo. Sara Alavi e Coquelicot Mafille

Sara Alavi e Coquelicot Mafille presso la galleria Gli Eroici Furori, ph. Sofia Obracaj

 

Sara Alavi

La visual artist Sara Alavi realizza per la galleria di Porta Venezia delle installazioni site specific da lei chiamate “  “Illustrazioni tridimensionali”. Il punto di partenza sono i testi delle poesia mistiche persiane di Omar Khayyam, connazionale poeta e astronomo dell’undicesimo secolo, quello che vediamo è “l’illustrazione delle percezioni” generate dalle parole.

Il tema è in generale una riflessione sull’identità, sul suo misterioso manifestarsi tra due poli ,luce e buio, spiritualità e materialità, un enigma che secondo le parole dell’artista “è solo un’illustrazione di un percorso trasferibile individualmente.   

 

Installazione di Sara Alavi

Dialoghi in mostra agli Eroici Furori. Installazione di Sara Alavi ispirata alla poesia di Omar Khayyam, ph. Sofia Obracaj

 

Coquelicot Mafille

Di Coquelicot Mafille  osserviamo grandi tele e piccole opere su carta. Robuste linee demarcate descrivono ritratti su sfondi violentemente cromatici e disordinati, ricchi di echi di racconti di epoche e luoghi diversi. Sono immagini ripensate che raccontano viaggi ed esperienze realmente vissute o immaginate osservando vecchie foto o rileggendo pagine memorabili. L’identità si fa liquida nel viaggio di una vita tra “individuale e collettiva, interiore ed esteriore, intima e condivisa” e “si manifesta nella capacità di fluire tra le frontiere e tra le definizioni, di accogliere amplificazioni di sé e ad aprirsi ad incessanti scambi con l’altro da sé”.

 

Opere di Coquelicot Mafille

Colori accesi per le opere di Coquelicot Mafille, ph. Sofia Obracaj

 

Sono sempre due le componenti di un’essenza in trasformazione, perennemente si sperimenta lo scambio e l’appropriazione mutuale di informazioni preziose con l’altro, solo al primo incontro diverso da sé prima di stratificarsi nella coscienza. Passaggio mutuale e forte come le linee e i colori primari dei lavori di Mafille, che giocano tra loro senza fondersi, perché la stratificazione è tra culture di pari consistenza, e resta evidente la ricchezza molteplice di un’identità che ne accoglie altre in dialogo, a due, a tre, tra tanti vissuti.

 

Due respiri, un passo. Sara Alavi, particoalre di un'installazione

Due respiri, un passo. Dialoghi in mostra con Sara Alavi. I racconti di cinquanta barchette, ph. Sofia Obracaj

 

Cinquanta piccole barche

Tra i viaggi e gli sconfinamenti esiste anche quello realmente e tragicamente geografico che avviene per mare, per fame o in fuga da guerre appare comunque come un transito senza fine per chi lo sta vivendo. I due respiri in questo contesto sono quelli della sospensione del giudizio, prima del grande passo del riconoscimento identitario dell’altro, dell’ignoto, per due compagini, quella che accoglie il rifugiato e quella di chi si accinge ad entrare nel mondo nuovo.

 

Due respiri, un passo, particolare dell'opera di Sara Alavi

Due respiri, un passo. Dialoghi in mostra, lettere da un viaggio, parte di un’installazione di Sara Aalvi, ph. Sofia Obracaj

 

Su un tavolo ci sono cinquanta piccole barche in terracotta realizzate da Sara Alavi, noi le osserviamo vuote come semplici oggetti scultorei, poi osserviamo un numero al loro interno e scopriamo sulla parete adiacente cinquanta piccole buste, aperte a suggerire di leggerne il contenuto. Respirate due volte prima di dirigere lo sguardo verso una barchetta vuota, con il suo numero. Fate un passo avanti e leggete una storia che corrisponde a quel vuoto, a quel numero, con tutto il peso fisico ed emotivo di un’identità.

Michela Ongaretti

 

Due respiri, Un passo presso la galleria Gli Eroici Furori

Via Melzo 30, Milano . Da martedì a venerdì dalle 15:30 alle 19:00

mattina e sabato su appuntamento

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