Il teatro abitato dalla città. Perché era lui perché ero io di Luca Stoppini in mostra a Parma

by Michela Ongaretti
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Il teatro abitato dalla città. Laura Cleri+Giardiniere dell'Orto Botanico

Il teatro è vita quotidiana nella pratica di uno scambio di luoghi e di ruoli. Ancora dieci giorni per visitare la mostra di Luca Stoppini Perché era lui perché ero io. Metamorfosi della città nello spazio del teatro A/R. L’esposizione fa parte del Progetto Speciale Reggio Parma Festival 2019, nell’ambito di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21.

 

Il teatro abitato dalla città.Luca Nucera+Guardiane della Galleria Nazionale

Il teatro abitato dalla città. Perchè era lui perchè ero io. Luca Nucera+Guardiane della Galleria Nazionale. Ph. Luca Stoppini


 

Andata e ritorno tra identità complementari

Il teatro incontra la città, l’attore incontra il cittadino nel progetto fotografico. Ai visitatori del Palazzo del Governatore di Parma sono offerte doppie visioni, specchiate, due immagini in sequenza per un unico racconto.
Dieci composizioni fotografiche all’insegna dell’appartenenza interiore, dove ciascuno recita la parte dell’altro. Perché era lui, perché ero io. Andata e ritorno tra identità complementari e affini.
Nel primo scatto un attore dell’Ensemble Stabile Teatro Due entra nello scenario emozionale di un suo luogo urbano “dell’anima”, indossando i panni di un suo abituale cittadino. Nel secondo scatto il barista, il guardiano, il sacerdote o chi l’artista ha più spesso incontrato in uno scrigno di vita parmigiano accetta l’invito ad abitare il teatro nei diversi spazi, dal palcoscenico al foyer.

 

Il teatro abitato dalla città. Davide Gagliardini+Studenti dell'Istituto Toschi

Il teatro abitato dalla città. Perchè era lui perchè ero io, Davide Gagliardini+Studenti dell’IstitutoToschi. Ph. Luca Stoppini


 

La città degli attori

L’obiettivo di Stoppini si divide tra gli ambienti interni del Teatro Due e quelli dedicati alla cultura e alle attività quotidiane della città di Parma. Senza soluzione di continuità tra le architetture storiche e contemporanee sono stati scelti: l’Orto botanico, l’Abbazia di San Giovanni, la Stazione ferroviaria, la Galleria Nazionale, il Tempietto d’Arcadia del Parco Ducale, l’Istituto d’Arte P. Toschi, la Chiesa dell’Annunciata, il Bar Gianni, l’Osteria Artaj, la Libreria tra i negozi del Centro Torri.

 

Il teatro abitato dalla città. Perché era lui perché ero io. Ospiti

Il teatro abitato dalla città. Perché era lui perché ero io. Luca Nucera (attore), Luca Stoppini, Michele Guerra (Assessore alla cultura). Courtesy Fondazione Teatro Due


 

Gli attori dell’Ensemble coinvolti in questo inaspettato dialogo visivo sono Roberto Abbati, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Paola De Crescenzo, Gigi Dall’Aglio, Davide Gagliardini, Luca Nucera, Massimiliano Sbarsi, Nanni Tormen, Emanuele Vezzoli. Grazie a questa collaborazione la fotografia di Stoppini mette in risalto sia l’aspetto della sua sensibilità “teatrale” nella costruzione dell’immagine, che un’indagine antropologica sulle relazioni sociali della città contemporanea. Un viaggio che ha fatto incontrare e partecipare al progetto oltre cento persone di diversi background e professioni, un caleidoscopio di rispondenze che ragionano su una sorta di Città e il suo doppio: il Teatro.

 

Il teatro abitato dalla città. Luca Stoppini

Il teatro abitato dalla città. Perché era lui perché ero io. Luca Stoppini al vernissage. Courtesy Fondazione Teatro Due


 

Il teatro e il suo doppio

Il percorso alla ricerca di ambienti di vita e lavoro ha portato a sottolineare lo stretto rapporto tra mondo interno ed esterno alla scena, rivelando affinità umane e persino formali, attraverso richiami scenografici ai rispettivi strumenti del mestiere, negli scatti elegantemente studiati. Ne risulta un continuum inatteso tra le attività della Città di Parma e lo spazio del Teatro: quest’ultimo è vivificato dalle energie del quotidiano, abitato dalla sua gestualità, mentre gli spazi d’elezione sono stati trasfigurati dalla presenza di chi li ha scelti. L’affezione dell’attore-cittadino rende il luogo soggettivo, intimo, nascosto ai più. Appare sospeso nel tempo, in una sorta di emanazione metalinguistica e riflessiva della poetica drammaturgica.

 

Il teatro abitato dalla città. Massimiliano Sbarsi+Frate dell'Abbazia di S. Giovanni.

Il teatro abitato dalla città. Perchè era lui perchè ero io. Massimiliano Sbarsi+Frate dell’Abbazia di S. Giovanni. Ph. Luca Stoppini


 

Fotografia e arte scenica

Perché era lui perché ero io risente senza dubbio, nella logica compositiva dei singoli scatti, ma anche nel loro accoppiamento quasi cinematografico, della formazione professionale di Luca Stoppini. Le figure rilevanti nel loro contesto umano, ma mediaticamente invisibili, acquistano un’allure più sofisticata anche nel gesto abitudinario, sotto le luci dello spazio teatrale e dell’occhio fotografico di un professionista dell’immagine, direttore creativo d’importanti magazine di moda dagli anni Ottanta. Dallo stesso decennio Teatro Due con la sua Fondazione continua la vocazione alla produzione e alla ricerca applicata all’arte scenica, accogliendo gli stimoli di una città che continua a trasformarsi dentro e intorno alla grazia dei suoi tesori storici.

 

Il teatro abitato dalla città. Perché era lui perché ero io. I ragazzi dell'Istituto Toschi

Il teatro abitato dalla città. Perché era lui perché ero io. I ragazzi dell’Istituto Toschi e le foto di Luca Stoppini. Courtesy Fondazione Teatro Due


 

Making-off in mostra

L’attore diventa protagonista della “scena quotidiana” e il cittadino protagonista della “scena immaginifica”, in un possibile gioco di specchi anche nel prezioso video del making-off, di Lucrezia Le Moli, visionabile in mostra. A corredo il catalogo edito da Skira che si avvale del contributo di Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze.

Michela Ongaretti

 

Il teatro abitato dalla città. Laura Cleri+Giardiniere dell'Orto Botanico

Il teatro abitato dalla città. Perchè era lui perchè ero io, Laura Cleri+Giardiniere dell’Orto Botanico. Ph. Luca Stoppini

 

Perché era lui perché ero io. Metamorfosi della città nello spazio del teatro A/R
Al Palazzo del Governatore di Parma fino al 1 novembre 2020
dal martedì al venerdì 15.00/19.00
sabato e domenica 10.00/19.00
Ingresso libero

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