Luce4Good. La luce di undici artisti contro il tumore al seno, nell’ex chiesa di San Carpoforo
Mostre Milano Brera: Luce4Good La luce di undici artisti contro il tumore al seno, presso l’ex chiesa di San Carpoforo .
Il 2015 è stato proclamato anno della Luce, idea e materia che ha ispirato la mostra Luce4Good Light Art Ensemble 2015, curata da Gisella Gellini, architetto e ricercatrice della cultura della luce, docente del corso Light Art e Design della Luce presso laScuola del Design del Politecnico di Milano, e Domenico Nicolamarino, architetto e docente di Light Design e Illuminotecnica all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Gli artisti coinvolti hanno realizzato opere site specific sul tema “Luce, Ricerca, Vita, Donna“, sono : Nino Alfieri, Carlo Bernardini, Nicola Boccini, Marco Brianza, Leonilde Carabba, Arthur Duff, Nicola Evangelisti, Maria Cristiana Fioretti, Federica Marangoni, Marco Nereo Rotelli e Donatella Schilirò.
E’ possibile visitare la mostra solo fino a domenica venti dicembre 2015, e vi garantisco che varrebbe davvero la pena di interrompere il vostro shopping natalizio per una visita nella suggestiva chiesa sconsacrata di San Carpoforo, nel cuore di Brera.
L’ideazione e l’organizzazione generale è di Chiara Pariani, direttoremarketing & e-commerce di QVC Italia, in collaborazione con l‘Accademia di Brera,e andrà a sostegno del progetto Pink is Good della Fondazione Umberto Veronesi a favore della ricerca e della prevenzione del tumore al seno. Sarà infatti possibile acquistare le opere esposte dal valore di 2000 fino a 10000 euro, e il ricavato sarà interamente devoluto per la causa. Supportano l’iniziativa il presidente Marco Galateri di Genola e il direttore Franco Marroco dell’Accademia.
Luce4 Good continua il discorso iniziato con la prima edizione di Light Art Ensemble un anno fa; oggi non si investe soltanto in qualità artistica ma anche nella finalità di sostegno umanitario e alla scienza.
La luce rappresenta lo strumento per la vita e la conoscenza, come si legge sul sito ufficiale dell’ International Year of Light : “è di fondamentale importanza nello studio dei principi base della vita e dell’ambiente che ci circonda. La fisica e le scienze naturali nel loro complesso oggi si affidano alle tecnologie fotoniche per esplorare e capire meglio il nostro mondo“. Questa funzione è ben esemplificata dalla fruizione diqueste opere: esse permettono una vera e propria esperienza sensoriale, così che la light art simboleggi con il suo offrirsi ad un impulso estetico attivo, l’importanza dell’organo della donna da proteggere, il seno che a sua volta è simbolo della femminilità e della maternità.
Ogni artista ha presentato quindi una sua visione della malattia come tema di ricerca scientifica o della femminilità.Le diverse opere hanno racconti differenti, come lo sono le persone che si trovano a confrontarsi con la malattia del nostro secolo, ma tutte le situazioni elencate elaborano un percorso di lotta e resistenza, verso la guarigione.
Ho trovato interessanti, e memorabili: Nicola Boccini che raffigura esplicitamente seni in porcellana luminescente che cambia colore a seconda dell’intensità dei suoni ad essi vicini; la collina-seno di Donatella Schilirò che pareirrigata dalla luce, quella del sapere che può salvarla, Federica Marangoni realizza dal calco della sua mano, una mano in vetro di Murano aperta nel gesto di fermare la malattia, davanti ad un’insegna luminosa rossa che recita “NO” rosso. Un no che si trasforma in un “on”fiducioso nella struttura luminosa in sottilissimo tubo neon di Arthur Duff.
Nino Alfieri ha realizzato alcune opere con un serpente in legno dipinto,collocate in una stanza a formare un’installazione dove il primo riferimento è al Caduceo di Hermes o al Colubro sul bastone di Esculapio, simboli dell’antica arte medicinale. Il serpente qui non è arrotolato ma chiuso a formare un cerchio, l’antico Uroboro simbolo dell’infinito, per alludere alla ciclicità naturale e temporale, e alle sue capacità di rigenerare e rigenerarsi, la luce è coinvolta sia nell’illuminazione dalla parete che nell’alone luminoso in vernice riflettente, visibile sia con la luce solare che artificiale.Nell’opera di Leonilde Carabba ci sono diversi riferimenti esoterici, e la guarigione è anche quella dell’anima.
Carlo Bernardini utilizza la metafora dell’ombra per parlarci della luce: la seconda è più forte perché riesce ad attraversare una superficie mentre l’ombra si limita a disegnarsi su di essa. Essa rappresenta il potere della conoscenza, della ricerca scientifica che vince l’oscurità del male.
La mostra è in corso appositamente durante il periodo Natalizio per riallacciarsi anche al valore mistico della lucenelle festività, forse ormai svuotate del tradizionale senso religioso ma tutt’ora vicine all’idea laica della famiglia e dell’incontro. Non dimentichiamoci molte altre culture hanno festività invernali centrate sulla simbologia della luce, ad esempio Hanukkah, Kwanzaa ecc. Inoltre esisteva la celebrazione pagana di Yule nel solstizio d’inverno, quando l’asse terrestre si inclina rispetto al sole nell’emisfero settentrionale; il sole raggiunge la massima distanza per iniziare a trovarsi progressivamente sempre più vicino nei mesi successivi, e per millenni si è festeggiata questa possibilità, questo ritorno alla luce che è messaggio di speranza e fede nella prosperità futura.
Un evento speciale è stata la presentazione del progetto per l’Africa ruraleForoba Yelen, al pubblico e agli studenti del corso “Light Art e Design della Luce” del Politecnico di Milano. Ne ha parlato l’ideatore, l’architetto Matteo Ferroni, che ha stimolato la mia curiosità al punto da volerlo intervistare il giorno dopo. Potete seguire su Artscore la testimonianza del suo racconto emozionante nel design vero , quello davvero utile, nel segno della luce nel continente più povero e ricco allo stesso tempo.
Ci tengo a ricordare che la Fondazione Veronesi è attiva dal 2003 per sostenere la ricerca scientifica attraverso borse di studio ai medici e ricercatori, e per la sua divulgazione, al fine di rendere patrimonio di tutti i risultati acquisiti. Per questoorganizza conferenze e incontri con relatori internazionali, pubblicazioni e campagne di sensibilizzazione, progetti per le scuole. Tra i suoi promotori scienziati ci sono ben undici premi Nobel, parte del Comitato d’Onore, il cui operato è riconosciuto a livello internazionale.
Il canale televisivo QVC, è da tempo collaboratore della Fondazione Umberto Veronesi e di Pink is Good. Oltre a Luce4Good, ha sostenuto la fondazione con la vendita del set di due candele rosa del marchio Price’s durante il mese di ottobre, dedicato alla prevenzione contro il tumore al seno. Il prodotto è andato sold-out in poche ore, dimostrando l’attenzione dei suoi utenti a temi sociali così rilevanti; inoltre ha dato grande spazio alla prevenzione attraverso una campagna multicanale che ha avuto la cantante Nina Zilli come protagonista, insieme alle vere “Pink Lady”, donne che hanno dato testimonianza della sconfitta del tumore.
L’ex Chiesa di San Carpoforo si trova in via Formentini 12, Milano
Michela Ongaretti