Korean Wunderkammer. Un caleidoscopio dall’oriente presso la galleria Artespressione

by Michela Ongaretti
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Korean Wunderkammer. Un caleidoscopio dall’oriente presso la galleria Artespressione

Galleria Artespressione ospita Korean Wunderkammer:caleidoscopio dall’oriente. 

Fino al 22 dicembre via della Palla a Milano si colora della creatività coreana. La Galleria Artespressione ospita la mostra collettiva Korean Wunderkammer, parte del programma dedicato ai progetti esterni che prevede la collaborazione con enti e istituzioni internazionali.

La copertina del catalogo di Korean Wunderkammer

La copertina del catalogo di Korean Wunderkammer

 

Ora come nella precedente occasione di Brerart nel 2014 è coinvolta l’associazioneOrange Bridge, che ha proposto la selezione di sedici giovani artisti coreani, per la prima volta in questa sede con Lombardia-Corea, impegnata nella promozione della cultura d’origine in più ambiti.

La mostra è dislocata nei due ambienti della galleria: la sala oltre la luminosa vetrina al piano terra e nello spazio al primo piano, ugualmente aperto al pubblico ma più intimo e raccolto, senza soluzione di continuità con le diverse personalità artistiche esplorate.

L'interno della galleria Artespressione con la mostra Korean Wundekammer. Sul fondo opere di Jeon Ji Youn e Jang Sung An

L’interno della galleria Artespressione con la mostra Korean Wundekammer. Sul fondo opere di Jeon Ji Youn e Jang Sung An

 

La galleria di Paula Nora Seege affida il cooordinamento e la supervisione di questo e altri progetti al curatore Matteo Pacini, che mi ha accolto durante il vernissage spiegandomi le linee guida di Korean Wunderkammer.

La parola tedesca in italiano significa camera delle meraviglie o gabinetto delle curiosità e indica quel particolare ambiente dove il collezionista raccoglieva, dal sedicesimo al diciottesimo secolo, oggetti considerati straordinari per le conoscenze dell’epoca.

Shin Sang Won, Psd no.4, inchiostro su carta, 2015

Shin Sang Won, Psd no.4, inchiostro su carta, 2015

 

Non erano prettamente opere artistiche ma memorabilia come invenzioni meccaniche, esemplari di storia naturale, strumenti di misurazione e musicali, monete, cammei, rarità archeologiche o minerali, pietre preziose.

Questi oggetti avevano valore didattico ed erano utili soprattutto alla ricerca scientifica ma tutti, compresi alcuni dipinti e sculture,venivano da lontano, nel tempo e nello spazio, e per questo suscitavano stupore.

L'esposizione con le opere di Lee Un, Kim Eun Ha e Shin Gue Hang

L’esposizione con le opere di Lee Un, Kim Eun Ha e Shin Gue Hang

 

Si pensa poi che l’arte in Corea possiede una sorta di wunderkammer in grande: si tratta del Museo Nazionale aperto a Seul nell’anno dell’indipendenza dalla Corea del Sud, il 1945. E’ l’unione della prima collezione museale imperiale del 1908 situato nel famoso Palazzo Chang Gyeong Gung, con il museo del governo generale giapponese.Korean Wunderkammer ragiona sul concetto del tutto occidentale, legato a un preciso momento storico,pensando alle dinamiche alla base della sua formazione, il viaggio e la scoperta. Questi sono in questo caso declinati in senso moderno al viaggio interiore verso orizzonti nuovi, anche artistici, partendo dall’Europa, dall’Italia, verso l’Oriente, la Corea. Il paese sempre più ricco di creatività e sperimentazione, ha esportato questi sedici talenti che non interpretano il tema della wunderkammer ma ne sono nel loro insieme una rappresentazione contemporanea.

Korean Wunderkammer, particolare del dipinto Re di Jang Sung An

Korean Wunderkammer, particolare del dipinto Re di Jang Sung An

 

Il Changgyeonggung fu costruito con ogni probabilità come dimora estiva della dinastia Goryeo o Koryŏ, da cui si origina il nome Korea; fu realizzato ex-novo nel 1483, per diventare uno dei cinque grandi edifici realizzati sotto la dinastia Chosum a Seul.

Una delle caratteristiche delle Wunderkammer era senza dubbio la varietà e queste meraviglie odierne sono estremamente eterogenee, tra sperimentazioni materiche in pittura e scultura, illustrazione e fotocomposizione digitale, tessuti dipinti o intessuti, lavori a china su carta, stampa su tela, e ancora guache , colre ad olio e a tecnica mista tradizionale coreana.

Suh Eun Jin,Grandma piece of cloth, tecnica mista,2015

Suh Eun Jin,Grandma piece of cloth, tecnica mista,2015

Gli artisti in mostra a Milano ad Artespressione con Korean Wunderkammer sono: Kim Eun-ha, Suh Jung-Kyu, Seo Eun-Jin, Shin Gue-Hang, Shin Sang-Won, Shin Jun, Lee Yun-Min, Lee Ae-Ri, Lee Un, Lee Yoon-Jung, Jang-Hanni, Jeon Ji-Youn, Whang Gue-Beck, Kim in-ock, Lee Min-Han, Jang Sung-An

Una scultura di Lee Un

Una scultura di Lee Un

 

Vorrei segnalare in questo caleidoscopio chi mi ha dato interessanti spunti di riflessione sulla tecnica e sulla poetica, legata o meno al paese d’origine: Seo Eun Jin con i suoi ritagli di carta che richiamano l’idea del viaggio inteso come avventura gioiosa.

Shin Gue Hang per le sue sculture “geologiche ” dove la materia celebra l’eterno mutamento, Shin Sang Won per il suo esempio tutto orientale e contemporaneo di unire nell’inchiostro lettere e immagini.

Lee Un,The man gazing, tecnica mista, 2014

Lee Un,The man gazing, tecnica mista, 2014

 

Lee Un per la sua personale rivisitazione del dripping di colore applicata all’illustrazione, Jeon Ji Youn per la spiritualità delle sue forme geometriche e la sua speciale simbologia del colore giallo .

Una menzione particolare per Jang Sung An, ideatore di Orange Bridge, che per l’occasione ha realizzato tre dipinti con volti dal sorriso inquietante, che emergono poco dal buio non rivelando la reale fisionomia. Mi vengono indicate come teste di dittatori, io le vedo come maschere teatrali di spiriti maligni. La meraviglia a volte incute timore.

Michela Ongaretti

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