“Paul Klee. Alle origini dell’arte”. Una visione del Primitivismo al Mudec

by Michela Ongaretti
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Paul Klee. Alle origini dell’arte.. Paesaggio urbano in mostra

Paul Klee. Alle origini dell’arte” è il grande eventoespositivo della stagione invernale del Mudec.

Aperta dal 31 ottobre 2018, con chiusura prevista per il 3 marzo, ricostruisce una visione inedita del lavoro del grande artista svizzero. Si snoda attraverso un centinaio di opere divise in cinque sezioni, provenienti da importanti musei e collezioni private europee:  in particolare ha potuto contare sulla prestigiosa collaborazione del Zentrum Paul Klee di Berna ed è patrocinata dal Consolato Generale di Svizzera a Milano.

Il Mudec si rende ancora una volta centrale tra i musei cittadini, come lo è stato con la visitatissima mostra su Frida Kahlo, nella costruzione di una rete di cooperazione tra le istituzioni culturali e artistiche internazionali, che favoriscano la produzione di progetti espositivi di grande respiro.

 

Paul Klee.Paesaggio in verde con mura detto Costruzione Boschiva, 1919

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Paesaggio in verde con mura detto Costruzione Boschiva, 1919, ©Roberto Mascaroni, Saporetti Immagini d’Arte, Milano

 

Un’analisi in linea con la mission del Museo delle Culture

Mi piace ricordare i presupposti rigorosi e scientifici su cui si basa la mostra prodotta da 24 ore cultura  con la curatela di Michele Dantini e Raffaella Resch, nel legare l’analisi sul tema del primitivismo alla mission del Museo delle Culture, per cui si decide di accostare alle opere di Paul  Klee alcuni capolavori provenienti dalla formidabile raccolta etnografica, della quale si parla sempre poco. Ma l’intento è anche quello di avvicinare il pubblico ad una complessità di valori che per Klee, proprio nel rapporto con la storia e l’etnografia va ben oltre la fascinazione e il recupero di stilemi dell’arte extraeuropea antica, in maniera originale rispetto alle avanguardie storiche.

 

Pul Klee, Vergine sognante, 1903

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Vergine sognante, 1903. ©Image archive Zentrum Paul Klee, Berna

 

Attraverso questa mostra si propone un capitolo nuovo sul tema del primitivismo, “ con un’originale revisione attraverso l’analisi della formazione artistica di Klee, come dichiara Anna Maria Montaldo, direttrice del Polo Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Milano.

Di certo si mette in atto con quest’esposizione il programma del Comune e di 24 ore Cultura, promotori della mostra e principali attori al Mudec dalla sua nascita, che come auspica l’assessore alla cultura del Corno “interseca l’attività espositiva e la valorizzazione della preziosa collezione permanente”.

 

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Maschere primitive e documenti d'epoca

Paul Klee. Alle origini dell’arte. La sezione dedicata al museo etnografico e la stanza dei bambini. ©Lorenzo Passon

 

Un linguaggio innovativo in rapporto alla Storia dell’Arte

L’approccio di Paul Klee alle origini dell’arte nasce dal sua sterminata conoscenza della storia dell’arte occidentale e geo-mediterranea filtrata attraverso gli occhi della cultura germanica, definito da Dantini “un romantico tedesco che cresce nell’ombra di Böcklin”. Quella che possiamo visitare al Mudec non è una mostra generalista ma un percorso attraverso le opere sulle fonti figurative di un intellettuale, un artista eterodosso in contatto con importanti antropologi, filosofi e filologi del suo tempo. Klee si rivela un artista internazionale con un background continentale preciso, che inizia ad interessarsi all’antichità con la scoperta dell’arte paleocristiana durante il suo primo viaggio in Italia, a Roma tra l’autunno del 1901 e la primavera del 1902.

Tuttavia Klee elabora intimamente il rapporto tra l’antico e la ricerca di un linguaggio innovativo, ed è difficilmente definibile, perché unifica i due opposti nell’impeto della creazione, che “rimuove la storia dell’arte dopo averla studiata”, come spiega Raffaella Resch, nella condizione strutturale estetica propria del suo tempo.

Paul Klee. Alle origini dell’arte. China, pastello e acquerello su carta

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Con il serpente, 1924. ©FMCV, Galleria Internazionale di Cà Pesaro, Venezia

 

Paul Klee mistico e parodistico

Se l’arte extraeuropea è un crescente interesse per le Avanguardie, per Paul Klee può entrare nel suo repertorio in maniera distaccata e personale alimentando il suo universo fantastico e stilistico, studiando le forme e le tecniche ma soprattutto il suo principio ispiratore. Le sue memorie figurative passano soprattutto attraverso gli stilemi che costituirono le radici dell’arte europea, ma il suo approccio è per temperamento mistico o parodistico. Nel repertorio delle opere primigenie egli cerca e trova anche l’arte della deformazione che unisce al gusto per la beffa e il pastiche, aprendo la strada al superamento dello stile anticheggiante in senso monumentale della sua formazione monacense.

L’interesse forte per la caricatura  va di pari passo con quello per il rinnovamento dell’arte sacra, che sviluppa soprattutto dagli anni in cui la sua ricerca si incrocia con quella del Blaue Reiter, soprattutto nel sodalizio con Franz Marc.

 

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Durante la visita

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Trale sale della mostra Paul Klee. ©Lorenzo Passon

 

Viaggio tra le origini della creazione

I lavori di Paul Klee del 1912-13 sono disseminati di ideogrammi, rune o elementi alfabetici di sua invenzione attraverso i quali vuole anch’egli raggiungere lo “spirituale nell’arte”.

La sua convinzione è che alle origini dell’arte ci sia una comunità storica e linguistica provvista di simboli comuni e di riti condivisi, come una religione, della quale si sente un epigono. Vuole indurre nell’osservatore la lettura di un processo dietro all’immagine, di una decifrazione attenta. Così cerca i precedenti di un’arte profondamente unita alla parola e alla “rivelazione” nell’arte bizantina, celtica, protocristiana, e nell’illustrazione del primissimo rinascimento tedesca. Solo in seguito l’attenzione per l’epigrafia lo porta verso l’osservazione, tra gli anni venti e trenta, degli antichi alfabeti cuneiformi mediorientali e per la geroglifica egizia.

 

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Ritratto dell'artista tra i dipinti

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Una grande effige dell’artista nel percorso di visita. ©Lorenzo Passon

 

L’atteggiamento parodistico viene poi lasciato da parte per privilegiare temi “cosmici”: la creazione è un’esperienza sempre più mistica che lo avvicina alla mente divina, considerando l’arte archetipo, formula del creato e di tutte le cose esistenti. I suoi modelli fino agli anni Trenta sono ancora l’illustrazione tedesca, dal basso medioevo, poi le miniature celtiche o mozarabiche, e le immagini del tempo “ della migrazione dei popoli”. In senso mistico l’arte è concepita indissolubilmente nel rapporto tra musica e pittura, immagini e parole.

 

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Foto in mostra

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Impressioni di visita. ©Lorenzo Passon

 

Cinque sezioni

La mostra si compone di cinque sezioni che non seguono un ordine cronologico, e di alcuni apparati multimediali. Sono presenti sia le opere astratte e policrome, le più famose di Paul Klee, i suoi meno noti lavori caricaturali, ma anche la ricerca sulle fonti, sui repertori iconografici e segnici e sui documenti testuali, da cui si evince la vastità della produzione multidisciplinare e il suo complesso peso culturale. Vi darò alcune informazioni senza entrare nel dettaglio, per sapere cosa aspettarvi senza togliere il gusto per la scoperta del percorso.

 

Paul Klee. Senza titolo (cuore nero e albero nero, 1939

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Senza titolo (cuore nero e albero nero, 1939.©Image archive Zentrum Paul Klee, Berna

 

I- Caricature

La prima sezione è dedicata alla Caricatura, dove osserviamo la verve satirico-grottesca che non abbandonerà mai del tutto la ricerca di Paul Klee, espressa principalmente in lavori di grafica. Qui l’artista dimostra la sua abilità nell appropriarsi di soggetti, tecniche e stili desueti rispetto ai contemporanei.

Le “Invenzioni” di queste sale uniscono le incisioni giovanili a numerose opere costruite sulle “maschere”, alle vere e proprie caricature post-impressioniste, insieme a scene del teatro “buffo” del periodo del Bauhaus, animali d’invenzione. Possono essere viste come riflessioni sull’attualità artistica contraddistinte da quell’ironia che lo distanzia dalla cronaca.

Ma non aspettatevi comicità: siamo nel territorio del grottesco dove l’animo demonico lavora su un senso di “sublime al rovescio” dove le deformazioni servono a dare vita al repertorio di forme, segni e figure fantastiche, su cui si origina il primitivismo di Klee. Il gusto per il pastiche e il chimerico si forma anche basandosi sulla lettura appassionata di riviste satiriche tedesche, come “Jugend” o “Simplicissimus”, mentre il legame tra antichità e caricatura è pure desumibile dalla Histoire de la caricature antique di Champfleury (1867).

 

Paul Klee. Alle origini dell’arte. In visita

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Visitatori nella sezione dedicata all’Illustratore Cosmico, ©Lorenzo Passoni

 

II-Illustratore cosmico

A Monaco sono detti “cosmici” filosofi, poeti e letterati, come Karl Wolfskehl (in stretto contatto con Klee) e Ludwig Klages, impegnati a proporre una rigenerazione di tipo iniziatico dell’arte e della letteratura più antiche. Klee nel periodo espressionista era noto come “illustratore cosmico”: i suoi disegni e acquerelli che proponevano immagini in un intenzionale raffigurazione delle “leggi del divenire universale”.

A seguito della morte di Franz Marc, durante la seconda metà della Grande Guerra,da disegnatore satirico Paul Klee si converte in artista mistico e veggente: lo fa  riutilizzando repertori arcani come pagine di evangeliari, codici miniati bizantini o del cosiddetto periodo delle migrazioni dei popoli, scegliendo il piccolo formato. Come gli insegnano gli storici  e archeologi contemporanei quei “deliri calligrafici” prefigurano il misticismo Blaue Reiter che intende allontanarsi dalla tradizione classica-rinascimentale.

 

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Una guida davatni ad un dipinto

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Visita guidata lungo il percorso ©Lorenzo Passon

 

III-Alfabeti e geroglifiche d’invenzione

In tutta la ricerca dell’artista sono presenti simboli frutto della sua conoscenza degli alfabeti

cuneiforme, geroglifico o demotico egizio, rune celtiche, calligrafia islamica, mescolati spesso come divertissement ad altri d’invenzione. Si concentra sulla forma di singole lettere oppure osserva l’aspetto che i simboli  assumono quando costituiscono ideogrammi, a volte alludono a raffigurazioni più mimetiche. Sono pseudo-grafemi, unità grafiche minime, che si trasformano in figure umane, animali o vegetali. In altri casi l’insieme dei segni è costruito in senso simbolico per descrivere un mondo potenziale, immagini “cifrate” che fanno intuire situazioni o ambienti, infine ci sono ideazioni di veri e propri lettering all’interno di opere figurative. La sezione pone in ogni caso l’accento sulla passione di Paul Klee per liste, ordinazioni tassonomiche, numerazioni, evidenti nella struttura dei Diari e dalla stessa catalogazione delle sue opere.

 

Paul Klee. Alle origini dell’arte. alcu ne marionette realizzate per il figlio Felix

Paul Klee. Alle origini dell’arte.Paul Klee. Alle origini dell’arte. Vista dell Teatro delle Marionette che azionano la proiezione de La Lanterna Magica di Klee. ©Lorenzo Passoni

 

IV-Il museo etnografico e la stanza dei bambini

L’etnografia e l’arte infantile sono studiati e rielaborati dalle avanguardie del primo Novecento: per Klee sono territori inesplorati sia come fonte figurativa che come approccio al reale atipico rispetto all’arte occidentale sino a quel momento. In questa sezione si esibiscono reperti del Mudec come esempio di ciò che circolava nelle collezioni visibili da Klee. La loro presenza rientra nella logica di contestualizzazione storica dell’operato del grande artista, non insistono sulla sua diretta ripresa ma sono un indicatore del forte fascino esercitato dalla cultura del suo tempo sui manufatti extraeuropei. Si vede ad esempio una maschera del Gabon simile a quella pubblicata sull’almanacco del Blaue Reiter nel 1912, esposta  nel 1906 al Museo Etnografico di Berna.

Una sala presenta una ricostruzione del museo delle marionette che Paul Klee costruì per il  figlio Felix tra il 1916 e il 1925. Realizzò circa cinquanta pupazzi, di cui gran parte perduti, con materiali di recupero vari, assemblati giocosamente, come ossa di bue, prese elettriche, un pennello da barba, un guscio di noce. Qui l’ascendenza è quella del teatro delle marionette nord-europeo, forse nel divertente intento di  raffigurare amici e colleghi.

 

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Maschere africane dal Mudec

Paul Klee. Alle origini dell’arte. In visita nella sezione dedicata la museo etnografico ©Lorenzo Passoni

 

V-Policromie e astrazione

Questa sezione raccoglie il meglio della mostra con i capolavori, alcuni inediti. L’astrazione è per Klee un comportamento, non tanto l’adozione di schemi geometrici al posto della figura, significa oltrepassare, trascendere la visione del reale. Negli acquerelli e disegni “astratti” si legge l’inquietudine critico culturale e religiosa dell’intellettuale mentre l’interesse è più formale nel periodo dell’insegnamento, con la tendenza  alla sintetizzazione del mondo fenomenico in modelli geometrici.

Le “policromie” confermano la ricerca nell’alveo della tradizione post-impressionista tedesca e svizzero-tedesca, in particolare le vedute di prati e alpeggi disseminati di fiori, sono tipiche di altri grandi come Giovanni Segantini, Ferdinand Hodler o Augusto Giacometti, vediamo un riflesso di queste nelle “scacchiere” di colori di Paul Klee degli anni Trenta. Sembrano applicare la logica dell’astrazione con memorie” naturalistiche, enunciato nei suoi Diari.

Più avanti parlare di “policromia” in Klee si riferisce ad acquerelli dal rigoroso disegno geometrico, caratterizzati dalla trasparenza di molte velature, spesso con motivi architettonici e ornati celesti, come in una costellazione immaginaria.

 

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Il Teatro delle Marionette e La Lanterna Magica

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Ricostruzione del Teatro delle Marionette con la video installazione La Lanterna Magica di Klee. ©Lorenzo Passoni

 

Video Installazioni in mostra

Nelle prime tre sale sono presenti originali installazioni interattive al fine di far calare il visitatore nell’immaginario del grande artista, aumentando con il coinvolgimento  la comprensione del suo mondo artistico.

Hanno come titolo “Con gli occhi di Paul Klee” e sono state create da Storyville con documentazioni video di immagini e filmati storici. Suggeriscono  la sua memoria visiva, ciò che l’artista aveva visto o i luoghi dove era stato, ma si lasciano interpretare liberamente senza risultare troppo didascaliche. Documenti rarissimi e generalmente non visibili al pubblico sono stati messi a disposizione da preziosi archivi di fototeche e cineteche, dimostrando l’estenuante lavoro di ricerca all’origine di questa mostra, non limitata alla selezione di grandi capolavori.

Associata al Teatrino è l’installazione spettacolare La Lanterna Magica di Klee, ispirata allo strumento in grado di ottenere come un proiettore le illusioni del precinema. Il dispositivo ideato dagli artisti visivi di camerAnebbia aziona le marionette del teatro dei burattini di Paul Klee, alludendo alle prime tecniche del cinema di animazione tedesco, che richiamano formalmente le ricerche di Klee e del Bauhaus.

 

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Gli ulitmi pannelli prima del bookshop

Paul Klee. Alle origini dell’arte. Alcune massime dell’artista prima dell’uscita. ©Lorenzo Passoni

 

Segnalo inoltre la preziosa offerta didattica per le scuole con due percorsi e due laboratori didattici guidati, studiati ad hoc per le scuole d’infanzia e primaria, oppure per la scuola secondaria.

Per informazioni e prenotazioni:

02/54917- www.mudec.it, www.ticket24ore.it

 

Michela Ongaretti

 

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