La scienza in fotografia. Una mostra di Heinz Hajek-Halke alla Galleria Sozzani
Heinz Hajek-Halke, la scienza in fotografia . Sabato 6 febbraio inaugurerà in Corso Como 10 alla Galleria Carla Sozzani la prima mostra italiana del fotografo Heinz-Hajek-Halke. Vedremo una selezione delle stampe vintage, realizzate tra gli anni trenta e gli anni settanta, curata in collaborazione con l’Archiv der Akademie der Künste di Berlino e Eric Franck Fine Art di Londra.

Autoritratto con filo metallico, anni ’50 Heinz Hajek-Halke
Quelle che si presentano come manipolazioni suggestive di forma, luce, movimento e colore sono opera del pioniere della fotografia del Novecento nato a Berlino nel 1898, che ha lasciato un segno nella storia della disciplina nonostante sia poco noto al vasto pubblico, e che diceva di essere diventato “fotografo a dispetto della pittura accademica, ma rimasto un pittore a dispetto della fotografia.”
Dichiarava anche che due costanti del suo carattere fossero provocazione e curiosità: sicuramente lo stimolarono a spingere al limite le potenzialità del mezzo espressivo, a sperimentare di continuo con l’impressione della luce verso effetti desueti.

Heinz Hajek-Halke, Gallina Alata 1955
Una grande retrospettiva su Heinz Hajek-Halke è stata curata da Alain Sayag alCentro Pompidou di Parigi nel 2002, mentre nel 2012 Michael Ruetz prepara invece l’importante mostra antologica presso l’Akademie der Künste di Berlino. Proprio a Ruetz volle consegnare il maestro la sua opera completa nel 1973, dieci anni prima della sua morte: egli la fece archiviare per donarla all’ Archiv der Akademie der Künste di Berlino di cui è membro.
Da subito coinvolto nel procedimento artistico non solo fotografico, torna in Germania nel 1911 dopo essere cresciuto in Argentina e vive con il padre Paul Halke pittore e vignettista, che lo inizia al disegno.

Heiz Hajek Halke, Nudo in bianco e nero, studio preliminare 1930-1936
Si iscrive all’Accademia di Belle Arti ma interrompe gli studi per arruolarsi per la Prima Guerra Mondiale, riprendendo i corsi nel 1918 con il pittore Emil Orlik e in seguito le lezioni di Hans Baluschek, che lo interessano maggiormente, perché ritenute più stimolanti per uno sviluppo originale della creazione.

Heinz Hajek-Halke, Senza Titolo 1960
Già nel 1923 è fotoreporter per l’agenzia di stampa Press-Photo, mosso alla sperimentazione di diverse tecniche miste come collage, doppie esposizioni e soprattutto fotomontaggi, che permettono nella sua visione una possibilità enorme di espandere i mezzi di espressione artistica della fotografia.
Questa potenzialità è esplorata per realizzare immagini sempre più complesse, in collaborazione con Willi Ruge e Else Neuländer (Yva), richieste dalle riviste più importanti della Repubblica di Weimar; poi si ritira sul Lago di Costanza dove si dedica alla fotografia scientifica. Sono soggetti piccolissimi, gli insetti, ad essere ingranditi grazie al banco ottico di Heinz Hajeck-Halke, esplorando distorsioni di luce e manipolazione chimica.

Heiz Hajek-Halke, La Fiaba 1957
Siamo nel 1949 quando entra a far parte di Fotoform, il gruppo di fotografi d’avanguardia della Germania Occidentale creato da Otto Steinert, e nel1955 l’autore viene chiamato comedocente di Fotografia presso l’Università delle Arti di Berlino; avrà tra i suoi studenti importanti personalità per la fotografia tedesca tra cui Dieter Appelt e Floris Neussus. Hajek pubblicherà due libri: Experimentelle photographie nel 1955 e Lichtgraphik nel 1964.
Le sue immagini hanno qualcosa di pittorico: si parte dal reale per raffigurare mondi vicino all’arte astratta. Questa necessità sperimentale si concentra sempre più in camera oscura a metà degli anni cinquanta, proprio come avevano fatto Man Ray e László Moholy Nagy, seguendo le loro orme Heinz dimostra che lo sviluppo sulla carta può avere un altissimo potere espressivo come fase finale nell’ambito della fotografia.

Heinz Hajek Halke, La canzone popolare 1927
Hajek costruisce anche strutture con fili flessibili e ne osserva il gioco di luci e il movimento, le figure che si formano sono Lichtgrafik (grafiche di luce) per usare le parole del critico Franz Roh.Le forme si creano attraverso “incidenti guidati” provocati da reazioni chimichedi acidi o vernici su diversi materiali, plastica, vetro, liquidi e stoffe.
L’arte incontra con Hajek-Halke la scienza, in una ricerca senza sosta che coinvolge la chimica e la fisica unendole alla magia dell’alchimia per dare forma alla bellezza come risultante di un’equazione tra le componenti e le sue percentuali.

Heinz Hajek Halke, Al Crepuscolo, 1968
L’immaginario è stimolato con rigore per quest’uomo che fu anarchico ed enigmatico, che lavorava sistematicamente con valutazioni sui risultati come in un laboratorio di analisi e disegni preparatori come per un affresco cinquecentesco, così gli studi sui negativi hanno garantito la trasformazione in immagini nella stampa, dimostrando sempre di esser unfotografo prima di tutto.
Galleria Carla Sozzani , Corso Como 10, dal 7 febbraio al 3 aprile 2016
Michela Ongaretti